5 MAGGIO 2002: L’ISOLA D’ISCHIA 17 ANNI DOPO LA VISITA DEL PAPA SANTO

Sono trascorsi 17 anni, ma per quelli che c’erano, il ricordo di quell’evento è ancora ben vivo: il 5 maggio 2002 l’isola d’Ischia accoglieva Papa Giovanni Paolo II, il papa polacco che ha rivoluzionato la chiesa negli anni del suo pontificato e richiamato attorno a sé milioni di giovani da tutto il mondo.

Oggi come allora, il 5 maggio è domenica; ad accoglierlo all’eliporto di Casamicciola, non due sindaci, ma due commissari prefettizi, quello di Ischia e quello di Casamicciola, visto che i due comuni erano commissariati. Ed allora come oggi, i nuovi sindaci furono eletti qualche domenica dopo, proprio il 26 maggio.

Il papa nei due momenti centrali e pubblici della sua visita sull’isola, ebbe un vero e proprio bagno di folla: dal momento più istituzionale della celebrazione della santa messa ad ischia ponte al mattino, fino poi all’incontro nel pomeriggio al soccorso con circa 8mila giovani, accorsi da tutta l’isola e da diverse località della campania.

Diverse anche le personalità politiche presenti all’evento: due per tutti, l’allora sindaco di napoli rosa russo iervolino ed il presidente della regione campania antonio bassolino.

Al papa fu fatto omaggio dai giovani di una grande torta per l’imminente compleanno, che ricorreva di lì a poco, il 18 maggio.

La visita di papa Woityla fu voluta tenacemente dal vescovo padre filippo strofaldi, che coronò così il suo primo sogno, quello appunto di portare il successore di Pietro sull’isola verde.

Nel frattempo, Giovanni Paolo II è stato elevato agli onori degli altari al grido di “Santo subito!”, mentre padre Filippo ci ha lasciati, ed al suo posto oggi c’è il nuovo vescovo pietro lagnese.

Riecheggiano ancora, sugli altari e non solo, i tre verbi – usati all’imperativo – che il papa ha lasciato agli isolani come testamento e linea guida: “Ascolta, accogli, ama”. Tre verbi che in un’isola che ha fatto del turismo la sua risorsa principale, dovrebbero essere il vessillo che muove le attività di ognuno, anche se non direttamente impegnato in prima linea con gli ospiti che arrivano. Ma l’accoglienza significa, in questi tempi, anche guardare a quelli che hanno bisogno, ai vari senza tetto di cui è pur piena la nostra isola…Le iniziative, seppur lodevoli targate caritas o persone di buona volontà, sono un segno ma non esauriscono il bisogno crescente…E la cronaca recente ci ha pure consegnato un decesso, e la morte di Renata nei ruderi del pio monte di casamicciola suona ancora come monito…Ma presi dalla frenesia delle cose quotidiane, noialtri isolani abbiamo troppo frettolosamente lasciato dietro le spalle questi tristi avvenimenti. E poche volte ricordiamo l’impegno che ci ha lasciato il papa santo, 17 anni fa: doveva essere l’occasione del riscatto e del rinnovamento per tutta l’isola, che si attarda ancora oggi a rincorrere soluzioni dei problemi atavici ed irrisolti…

Ed allora, la ricorrenza del 5 maggio, oltre a condurci sui luoghi del passaggio del Papa, e a visionare le varie lapidi commemorative, ad ischia ponte e al soccorso, ci apra ad una riflessione più seria e profonda, per voltare pagina, finalmente….

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