RIDIMENSIONAMENTO SIR: IL DIRETTORE DELL’ASL, D’AMORE RISPONDE AL VESCOVO DI ISCHIA

Antonio d’Amore, direttore generale dell’Asl Na 2 nord scrive al Vescovo di Ischia, Pietro Lagnese in risposta alla denuncia del ridimensionD'AMOREVESCOVOamento della salute mentale sull’isola.

Questo il testo della lettera: “ho letto con grande attenzione la lettera pubblica che qualche giorno fa ha voluto indirizzare ai Sindaci di Ischia, chiedendo loro di mobilitarsi per difendere i diritti dei pazienti prima ospitati nella SIR di Barano.

Mentre leggevo le Sue parole, ricordavo i tanti episodi della mia carriera di medico in cui ho prestato la voce a chi, in condizione di bisogno, non trovava ascolto. Mi sono chiesto se le nostre scelte di oggi siano davvero contrarie ai bisogni dei più deboli. Mi sono domandato se nel mio ruolo di Direttore Generale stia tradendo i princìpi in base ai quali ho scelto di fare il medico.

Si tratta di domande che mi sono posto più volte negli ultimi due anni e, ancora una volta, la risposta è stata la stessa. Stiamo lavorando perseguendo la Missione del Servizio Sanitario Regionale: garantire i migliori servizi sanitari possibili a chi ne ha bisogno.

A confortarmi in questa mia convinzione è giunta nella serata di ieri una mail che il dottor Walter Di Munzio – Direttore del Dipartimento della Salute Mentale della nostra ASL, di recente nomina – mi ha inviato, chiedendo di inoltrarla alla Sua Reverendissima attenzione. “Nessuno ha mai pensato di deportare i nostri pazienti sulla terraferma, lontano dalle famiglie, dalle proprie radici e dalla rete delle relazioni umane di riferimento” ha scritto il dott. Di Munzio nella mail che le allego. È questo un principio che sottoscrivo pienamente, che ho avuto modo di comunicarle in occasione dei nostri dialoghi e che si colloca alla base delle nostre scelte gestionali.

Come Azienda stiamo lavorando per ricostruire un nuovo modello di assistenza per i pazienti psichiatrici anche sull’isola di Ischia. Questi nostri cittadini – alcuni dei quali hanno vissuto l’aberrazione del “manicomio” – hanno provato il valore terapeutico dell’umanità di operatori volenterosi, ma hanno il diritto anche di ricevere cure specialistiche adeguate in contesti degni. Per questo, il dottor Di Munzio si sta adoperando nel ridisegnare l’assistenza psichiatrica sull’isola, pur dovendo affrontare diffidenze e resistenze.

Credo, in definitiva, che noi come Istituzione stiamo perseguendo esattamente la strada che Lei nella Sua lettera ha tracciato: agire in favore di chi non ha voce. Per questa ragione, le rinnovo la disponibilità a un dialogo più frequente e chiaro, utile a farci andare più spediti su un percorso diretto alla corretta presa in carico di chi ha bisogno.

Questo il testo dell’email inviata da Walter Di Munzio, Direttore DSM ASL Napoli 2 nord al direttore generale D’Amore:

Ho letto con grande attenzione l’accorato intervento del Vescovo di Ischia SE Pietro Lanese sulle criticità della Sanità sull’isola e, in particolare, sui rischi che corre l’assistenza psichiatrica. E’ vero i nostri pazienti costituiscono la parte più fragile della popolazione, quella che spesso non ha voce e che non ha potere contrattuale. Ma è esattamente per questo motivo che deve essere garantita innanzitutto da noi, da coloro che lavorano o che governano il sistema curante.

Vorrei che Lei facesse giungere al Vescovo la dimensione del nostro impegno quotidiano volto a superare e risolvere le difficoltà della cura in territori come il nostro dove la presenza di tanti turisti e di floridi commerci potrebbe anche essere disturbata dalla presenza di persone con disagio psichico che, voglio ricordarlo, non sono mai un pericolo anzi, spesso, sono la parte più sensibile, disponibili verso chi arriva in un luogo splendido come l’isola di Ischia per vacanza o per riposare, portando il carico della fatica e dello stress quotidiano.

Vorrei anche che Lei facesse arrivare al Vescovo una corretta informazione su quanto si ha in animo di fare.

Nessuno ha mai pensato di deportare i nostri pazienti sulla terraferma, lontano dalle famiglie, dalle proprie radici e dalla rete delle relazioni umane di riferimento. Sarebbe una azione contraria a tutte le nostre convinzioni e battaglie per la riforma e per la chiusura di quegli orribili luoghi di segregazione che erano i manicomi e costituirebbe una sorta di rivalsa di quelle istituzioni totale che noi abbiamo contribuito a chiudere definitivamente.

Vorrei infine che Lei comunicasse al Vescovo anche gli sforzi attuali che la direzione strategica sta mettendo in campo: il bando per l’acquisizione in fitto di locali idonei, i concorsi per acquisire personale specializzato, i nuovi servizi che intendiamo attivare, la collaborazione strettissima con i servizi per minori e con le patologie croniche emergenti a partire da quelle dell’età anziana e adolescenziale.

Siamo tutti consapevoli che la salute mentale di una comunità passa necessariamente per un nuovo modello organizzativo dell’assistenza, ma anche per una collaborazione con tutto il mondo del sociale e del volontariato che agisce sul territorio. Che l’assistenza psichiatrica non è solo somministrazione di psicofarmaci ma è soprattutto solidarietà, vicinanza umana e grande attenzione ai bisogne reale dei sofferenti psichici.

Contiamo molto sulla solidarietà e su quanto il Vescovo annuncia nella sua bella e calorosa lettera mettendo in campo tutta la nostra professionalità e determinazione.

La prego quindi di far giungere al Vescovo la promessa di proseguire nel nostro quotidiano impegno e della nostra piena disponibilità al dialogo con chiunque ed in qualunque momento.

Grazie.

Walter Di Munzio, Direttore DSM ASL Napoli 2 nord

 

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