SULL’ISOLA DI ISCHIA LE PROCEDURE DI PRIMO SOCCORSO PER I BAMBINI TRAUMATIZZATI SONO INADEGUATE. L’ESPOSTO DI LEONARDO FIORENTINO

Leonardo Fiorentino ha inoltrato un esposto alla Direzione Sanitaria Ospedale Santobono, alla  Direzione Sanitaria Ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, ai Responsabili degli uffici competenti ASL NA 2 Nord e della Regione Campania nel quale denuncia che sull’isola di Ischia le procedure primo soccorso per bambini traumatizzati sono inadeguate e suggerisce come migliorare il servizio.
Questo il testo dell’esposto di Leonardo Fiorentino

Il presente esposto è mosso da una  personale esperienza relativa all’accesso al Pronto Soccorso della propria figlia minore di anni quattro, all’Ospedale  Rizzoli di Lacco Ameno, unico presidio ospedaliero dell’ isola d’Ischia .

In questa triste circostanza si è constatato di persona quanto più volte appreso circa i livelli insoddisfacenti dei servizi sanitari destinati a noi isolani e nel caso in oggetto destinati ai nostri bambini.

Per essere brevi si ritiene che le procedure relative al trattamento dei “bambini traumatizzati” (che hanno riportato fratture) sono inadeguate ad un paese turistico,  specie  se a ciò si aggiungono livelli di sicurezza spesso inesistenti di arre gioco e spazi pubblici  destinati a bambini.

La problematica grave esposta, legata a tale carenza induce valutazioni sanitarie “approssimative” in quanto mancano sul territorio “specialisti ortopedici per bambini”, tutto ciò costringe noi genitori a trasportare i nostri figli minori  e  sofferenti al Santobono ospedale pediatrico di Napoli, con conseguenti ritardi di valutazioni e cure appropriate.

In queste circostanze, considerato poi anche la penuria dei collegamenti, noi famiglie siamo esposte a nuovi danni e sofferenze, il tutto a discapito dei nostri figli minori ( soggetti giuridicamente tutelati).

Tali “procedure sanitarie “ costringono noi famiglie nelle circostanze precedentemente esposte a “continui viaggi a Napoli”, poi per chi non lo sapesse al Santobono, “ la nostra eccellenza pediatrica”, i gessi si praticano inderogabilmente  tre giorni a settimana : lunedì , mercoledì e venerdì , la rimozione di punti e gessi si pratica il martedì e giovedì, solo le fratture scomposte e esposte meritano “l’urgenza” (ciò quanto appreso parlando personalmente con la Direzione Sanitaria del Santobono, poi le “gessature“ vanno prenotate tramite il CUP previa ricetta fatta dal pediatra e pagamento del Ticket ove previsto ).

Nel mio caso siamo stati sfortunati perché siamo capitati nel giorno sbagliato (martedì) quindi il viaggio a Napoli è stato vanificato e mia figlia ha potuto avere soltanto una nuova  fasciatura che sostituiva quella praticata al P.S. del Rizzoli , che a dire dei sanitari del Santobono era inadeguata.

A questo punto della storia si può immaginare l’indignazione del sottoscritto specie se a ciò poi (dopo circa un ora) si aggiunge il pianto della bambina che lamenta dolore alla frattura e un gonfiore alla mano , ragion per la quale siamo costretti ad un nuovo accesso al P.S. del Santobono.

Qui incontriamo la scortesia di un addetto al “triage” ( addetto che predispone le schede di ingresso al P.S.) e con sommo stupore prendo atto del rifiuto della formalizzazione del nuovo accesso al P.S.  dicendomi che non è un atto necessario , mi invitano quindi a non insistere sulla richiesta  e ad andare nell’ambulatorio ortopedico per la nuova  valutazione dei sintomi della bambina .

Oggi mia figlia ha l’arto “ingessato” usufruendo dell’ultimo posto disponibile, ( chi presentatosi dopo mia figlia, dovrà attendere se fortunato altri 2 giorni), tra 8 gg dal gesso deve fare RX , una nuova valutazione ortopedica  , tra 21 gg rimozione gesso e altra valutazione ortopedica , tutto ciò fino a  completa guarigione (con l’auspicio che ci sia), in pratica per curare un arto fratturato sono necessari  almeno 5-6 viaggi a Napoli, file caotiche al CUP , ecc.  .

I fatti narrati non necessitano di  ulteriori commenti, tanto è lo sconforto che affligge noi isolani che ancora una volta per avere un servizio sanitario “in convenzione” pagando un ticket il più delle volte siamo esposti a costi che superano spesso di gran lunga la prestazione stessa.

Concludendo chiedo che vengano rivalutate le procedure organizzative  e che oltre al “risparmio della spesa sanitaria ”si  tenga conto delle necessità e del diritto alla “buona salute” dei nostri figli e non solo.

Qualora non fosse possibile per motivi di costi di gestione avere un ortopedico pediatra al servizio al Rizzoli, si propone che venga allestita una sala visite “multimediale” : uno studio medico collegato in modo multimediale ai “ nostri centri di eccellenza” così da valutare nell’ immediatezza i casi complessi filtrando e limitando l’esodo in terraferma per le prestazioni sanitarie specialistiche.
pronto-soccorso

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