Un pomeriggio buio quello vissuto oggi dai pazienti di Villa Orizzonte a Barano che hanno assistito alle operazioni di trasferimento delle loro cose nell’ex albergo Villa Stefania di Casamicciola che sarà la loro nuova sede.
Un tira e molla che dura da tempo questo tra il dirigente dell’asl Ferraro e quasi tutta la comunità isolana che non vede di buon occhio il trasferimento dei pazienti nella struttura di piazza Bagni, considerata poco adatta dal punto di vista strutturale oltre che collocata in luogo pericoloso dal punto di vista idrogeologico.
E oggi pomeriggio la tensione è stata davvero palpabile a Villa Orizzonte: molti pazienti piangevano, altri erano chiusi nella loro disperazione; a confortarli erano in pochi gli operatori, gli assistenti sociali, i volontari della parrocchia di San Sebastiano di Barano e i rappresentanti di Rifondazione Comunista. Non c’erano sindaci, né amministratori, non c’era la politica che conta, non c’era la gente. Un dramma vissuto in solitudine, insomma.
Antonietta Manzi ha avuto parole dure nei confronti del manager Ferraro : “ sta facendo un atto di forza – ha dichiarato l’esponente di Rifondazione – obbliga questi pazienti che sono fragilissimi dal punto di vista emotivo ad un trasferimento che non accettano; in una struttura inadeguata, che tra l’altro non ha avuto il cambiamento di destinazione d’uso da struttura alberghiera a struttura sanitaria. Dobbiamo fare di tutto per tutelare queste persone”.
Siamo pulcini senza casa, senza guscio – ha urlato Elena – una delle pazienti storiche di Villa Orizzonte. Elena che viene dalla provincia di Campobasso, Elena che si è così legata affettivamente alla casa sanitaria dove vive da anni, è anche tra coloro che riescono ancora a comunicare con gli altri attraverso un racconto, un po’ zigzagante, la propria storia, drammatica, buia come sono le storie di tutti quelli che vivono il disagio di problemi psichici.
Ed Elena ha urlato “ non ci mandate via da qua”. Uno strazio.
Intanto le operazioni di trasloco sono continuate inesorabilmente.
Mentre fuori a villa Orizzonte c’erano tristezza e lacrime, urla e striscioni di protesta, i camioncini con le scatole imballate hanno raggiunto piazza Bagni dove hanno scaricato oggetti personali, vestiti, medicine, persino una coppa: piccole, povere cose di persone dall’esistenza difficile, da oggi ancora di più.