UN’ISOLA SENZA VOCE, NON PUO’ ESSERE ASCOLTATA! DI ANTIMO PUCA
La tutela della sanità come dell’ordine pubblico sono due dei parametri fondamentali della presenza dello Stato sul territorio, della vivibilità di un Comune. Ma soprattutto della qualità stessa della Democrazia.
La sanità del nostro territorio è sull’orlo del collasso. Una gravissima situazione che si innesta sul conclamato stato di fragilità della vita dei cittadini, i quali hanno un Diritto Costituzionalmente garantito, leso da anni di inerzia, a causa dei piani mai attuati e progetti rimasti in sospeso. Inadeguatezza strutturale. Insufficienza di posti letto. Sottodimensionamento cronico del personale medico, infermieristico, tecnico e di assistenza. L’isola è caratterizzata da grandi potenzialità, rimaste, purtroppo, inespresse. Ma anche da un grande patrimonio di professionalità e strutture che possono, se attenzionate nel modo adeguato, dare nuovo lustro ad un settore tanto importante quanto delicato come quello rappresentato dalla sanità.

(Antimo Puca)
Purtroppo in questo particolare contesto questo genere di potenzialità sono di fatto mortificate dalla mancata attuazione di una efficace ed efficiente rete territoriale assistenziale che avrebbe e dovrebbe strutturarsi su modelli di servizi diffusi e radicati sui singoli territori al fine di fornire alle nostre comunità un riferimento intermedio e drenante, rispetto ai Pronto soccorso oggi unico riferimento per i cittadini, tra ospedale e domicilio, in grado di realizzare la presa in carico dei soggetti fragili, spesso cronici, polipatologici, anziani, i cui bisogni di salute sono determinati da fattori sia clinici che sociali. Bisognerebbe rivolgere maggiore attenzione alla prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili. È infatti necessario saper valutare i rischi derivanti dai non corretti stili di vita e costruire sistemi sanitari che siano non solo in grado di fornire trattamenti, ma che sappiano occuparsi di prevenzione. Nonostante l’egregio e costante sforzo ed impegno profusi da tutto il personale sanitario, la risposta nei confronti dei cittadini risulta inadeguata a causa delle criticità delle strutture presenti sul territorio e soprattutto della carenza di personale. La situazione peggiora quando, con la stagione estiva, il numero di presenze nella nostra isola, ed in particolar modo nei Comuni del litorale, aumentano a dismisura. Nel periodo estivo, il personale, già sottodimensionato e numericamente inadeguato a sostenere la copertura dei turni, fruisce delle ferie contrattuali determinando questa emergenza, ormai strutturale, e mai affrontata, degenerando in modo esponenziale. Spesso non c’è personale medico presente per fronteggiare le emergenze e la rete di emergenza urgenza.
È fondamentale agire ricorrendo anche a misure straordinarie e fare leva sulle eccellenze a disposizione. Dovrebbe essere la priorità proprio nell’ottica di rafforzare il sistema sanitario territoriale.
Certe problematiche richiedono interventi costruttivi e determinati al fine di raggiungere passo dopo passo, ragionando per priorità, gli obiettivi che una sanità eccellente richiede, a partire dall’organizzazione e modulazione della assistenza sanitaria sul territorio, che rappresenta l’unico vero strumento che abbiamo per poter vincere la battaglia contro il sovraffollamento, le lunghe liste di attesa e la parcellizzazione dell’offerta. I sindaci dovrebbero scrivere al presidente della Regione Campania per sollecitare interventi concreti e condivisi sul tema delle liste d’attesa, una delle questioni che più incidono sulla fiducia dei cittadini verso il servizio sanitario.
Le politiche dovrebbero avere come priorità la salute, costruita in ogni aspetto della strategia urbana, dai trasporti, al verde cittadino, alle politiche sull’ambiente, e dello sport. Si dovrebbero costruire nuovi modelli di collaborazione, formare nuove partnership che coinvolgano organizzazioni pubbliche e private, creando sinergie tra Governo nazionale, Regioni, amministrazioni comunali, CONI, urbanisti, medici, Aziende sanitarie, imprese e comunità.
di Antimo Puca