Un Piano strategico del turismo. Una necessità che dovrebbe nascere dall’osservazione degli errori del passato e dalla consapevolezza che la mancanza di condivisione, l’agire in modo settoriale e in compartimenti stagni, non comunicanti tra di loro, impedisce al turismo di elevarsi e di evolversi. Errore che dovremmo correggere.
Un turismo sostenibile. Ma inteso come cambiamento dell’approccio e non costruendo un’ennesima nicchia di turismo che perderebbe accanto a quelli classici della montagna e del mare.

(Antimo Puca)
Le lamentele arrivano. Per le code. Per i parcheggi. Per il traffico. Ischia, per quanto incasinato, è un posto che fa sentire in vacanza.
L’overtourism nasce da un sistema capitalistico. Ed è quello che andrebbe cambiato. I turisti vanno su Instantgramm o Tripadvisor e si cercano le dieci cose da non perdere e si scattano le foto proprio lì, come hanno fatto tutti. Con quella angolatura.
Le lotte contro L’overtourism hanno il pregio della concretezza. Di dare la sensazione che lo status quo non è ancora così consolidato da non poter essere smosso. Le politiche abitative anti – affitti brevi dimostrano che c’è almeno un margine di azione. I turisti sono solo un sintomo. L’overtourism è un fenomeno di cui l’Organizzazione mondiale del turismo da una definizione precisa:” È l’impatto del turismo su una destinazione, che influenza eccessivamente e in modo negativo la qualità della vita percepita dei cittadini e la qualità delle esperienze dei visitatori”.
Troppi turisti in attesa e ammassati in modo pericoloso su una banchina. La presa d’assalto alle spiagge viene combattuta a suon di app di prenotazioni ormai necessarie per avere diritto al proprio fazzoletto di sabbia. Lidi a numero chiuso e ticket di ingresso dovrebbero essere le misure con cui si dovrebbe cercare di limitare la pressione sugli ecosistemi. Bisognerebbe istituire zone di accesso controllato.
Il valore del turismo, quale motore culturale e acceleratore economico, è alla base del lavoro che Governo e Ministero stanno facendo per portare il comparto a essere la prima industria italiana e traino del Pil.
Tutto il turismo dovrebbe diventare sostenibile attraverso la promozione di atteggiamenti responsabili, l’investimento in innovazione tecnologica a basso impatto ambientale e in formazione professionale. Tutte cose che ogni amministratore/imprenditore dovrebbe fare con la certezza di avere la parte pubblica, il Ministero, al suo fianco. Affinché l’industria turistica ischitana dispieghi il suo pieno potenziale.
Ischia ha una peculiarità da valorizzare: la completezza dell’offerta turistica. Possiamo offrire le bellezze naturali, il turismo culturale, e/o il turismo degli eventi. A questi ambiti classici, possiamo affiancarne di nuovi, a partire dalla valorizzazione dei borghi, un unicum nel mondo dove arte, cucina, cultura e artigianalità si dovrebbero fondere per offrire ai viaggiatori un’autentica immersione nel made in Ischia, il turismo legato alle terme, quello dei cammini o il cicloturismo. Tutto questo rende lschia un luogo turistico senza limiti di tempo e spazio, donandoci la possibilità di emanciparci dal concetto di stagionalità del turismo, un passo molto importante per consentire di trasformare il settore in una moderna industria che può contare su una continuità di offerta e una programmazione che consente alle aziende di fare economie di scala, formare adeguatamente il personale, investire secondo una sistematicità che oggi non è possibile. Potrebbe essere proposto il senso unico alternato tra strade che collegano i centri alle zone interne per promuovere i selfie ai vacanzieri. Si tratterebbe di percorsi tortuosi con viste uniche e panorami mozzafiato che inevitabilmente ispirano l’immancabile selfie dei turisti. Semafori installati a capo di ogni percorso ed un tempo massimo di percorrenza. In teoria sufficienti per ammirare i paesaggi e scattare qualche foto.
Dobbiamo poter intendere il turismo anche come ascensore sociale, dove i nostri giovani possono trovare lavoro non per una stagione mentre studiano, bensì dove possano investire per una carriera che gli consenta di crescere e che sia un’opportunità per la loro vita.
Abbiamo il dovere di provare a rendere lschia un’isola aperta al turismo 365 giorni l’anno.
In attesa di misure più strutturali che siano in grado di coniugare gli effetti benefici, soprattutto economici, del turismo con la necessità di tutelare il territorio.
Un piano strategico per il turismo sarebbe condivisione delle meraviglie ischitane di cui tutti dovremmo andare sempre più fieri e orgogliosi. Ma al tempo stesso pianificazione di azioni strategiche per il presente e il futuro di un comparto di vitale importanza per Ischia, non solo dal punto di vista economico ma anche sociale, culturale e umano.