Dopo quelli del Centro di Salute Mentale di Ischia è stato effettuato il trasferimento dei 10 degenti di “Villa Orizzonte” a Barano nell’ex “Hotel Stefania” di via Nizzola alle spalle di piazza Bagni, in un bacino naturale ad alto rischio idrogeologico, lontano dai centri storici dell’Isola e dal più frequente servizio automobilistico pubblico. Dieci persone dal passato difficile che meriterebbero attenzione e rispetto umani sono stati sradicati dalla violenza istituzionale dalla comunità baranese, nella quale si erano da tempo bene integrati, e trasferiti, contro la loro volontà e con la forza repressiva dello Stato capitalistico, in un ex albergo inadatto e mancante dei necessari servizi per quelle degenze particolari.
Disumanità di Stato, violenza di Stato, repressione di Stato, disumanità di uno Stato che dice di non avere i soldi necessari per soddisfare al meglio le esigenze di vita dei più deboli socialmente e bisognosi di particolare attenzione. Questo è lo Stato capitalistico, lo Stato del potere economico e politico padronale, lo Stato delle discriminazioni sociali, lo Stato dei più forti socialmente, lo Stato più volte complice della mafia e di organizzazioni politiche eversive, lo Stato che ammette e difende quel 10% di ricconi sfruttatori che possiede il 60% della ricchezza nazionale, mentre per il 90% della popolazione rimangono solo le briciole del 40%, lo Stato della povertà generalizzata, che consente una evasione fiscale della dannata classe ricca di circa 300 miliardi di euro all’anno e ancora lo Stato al servizio dei forti contro i deboli degenti, malati in genere, pensionati, disoccupati e sofferenti vari, lo Stato che reprime con la forza poliziesca le giuste ribellioni popolari a questo sistema sociale infame.
In particolare l’ignobile trasferimento delle dieci persone di “Villa Orizzonte” sono sulla coscienza di tutti i responsabili istituzionali e politici. Sono tutti vergognosamente responsabili: il presidente del consiglio dei ministri e il governo, che continuano a tagliare i fondi per la sanità pubblica, mentre alimentano quella privata; il presidente della Repubblica, che non si oppone e promulga le leggi antipopolari che colpiscono la sanità, la scuola, i trasporti, eccetera; i senatori e i deputati, che formano e approvano le leggi infami; il presidente, la giunta e i consiglieri regionali, che governano la sanità sul territorio della Campania; i partiti e i gruppi politici di centrodestra, centro e centrosinistra, che siedono in parlamento, nel consiglio regionale e nelle maggioranze amministrative dell’isola d’Ischia, che non contestano come dovrebbero le scelte antipopolari e repressive dei diritti dei cittadini dei loro partiti a livello locale, regionale e nazionale;
la Chiesa, che ha combattuto il socialismo, cioè il potere economico e politico della classe lavoratrice operaia e intellettiva, ovvero l’ordine sociale dell’uguaglianza, del lavoro, della casa, dell’istruzione, della sanità, della pensione dignitosa e della prospettiva delle 5 ore di lavoro al giorno e per 5 giorni alla settimana per tutti e che sostiene questo dannato sistema capitalistico, basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sull’arricchimento di pochi usurpatori; gli stessi cittadini – compreso la maggioranza di quelli che in questi giorni hanno populisticamente protestato contro il trasferimento, perché senza organizzazione politica di classe e rivoluzionaria i lavoratori sfruttati e privati del necessario nella società capitalistica non hanno alcuna possibilità di successo e di riscatto – che col loro voto sostengono il presente sistema istituzionale padronale e l’odierno potere politico borghese, clericale e capitalistico.
Le stesse iniziative di questi giorni contro il trasferimento non hanno avuto la dignità dell’autonomia di classe e rivoluzionaria dei cittadini presenti né, e questo è molto più grave, dei dirigenti della falsa sinistra comunista isolana, i quali si sono accodati alla più rappresentativa e forte Chiesa locale, forse pensando di poterne trarre vantaggio politico ed elettorale. Di conseguenza la lotta – condotta tutta interna al sistema istituzionale e di potere dominante, che è il vero responsabile degli scellerati trasferimenti – è iniziata e finita nelle sacrestie, senza dignità e mordente di classe. Così si è persa pure un’altra buona occasione per far capire alle persone che protestava, in modo sbagliato, che i problemi della classe lavoratrice possono essere definitivamente risolti solo con l’abbattimento dell’attuale sistema e la costruzione del socialismo. La Chiesa rimane conservatrice e non è rivoluzionaria per un nuovo ordine sociale. Ci vuole tanto per capirlo. D’altronde i revisionisti e gli opportunisti della falsa sinistra comunista sono sempre stati buoni alleati del potere reazionario della Chiesa.
Qualcuno strumentalmente potrebbe farci osservare che noi stessi talvolta ci siamo trovati a combattere accanto alla Chiesa qualche battaglia sociale, ma lo abbiamo fatto da protagonisti e non da acquiescenti e accodati alle iniziative organizzate e guidate da altri, il movimento di lotta era saldamente nelle nostre mali e da noi guidato anche in nome e per conto della lotta di classe e rivoluzionaria per la costruzione della prospettiva del socialismo. Sulla natura di classe e rivoluzionaria della nostra lotta e del nostro lavoro politico sfidiamo chiunque a contraddirci.
Sulla specifica questione dei trasferimenti da “Villa Orizzonte” il Partito Comunista Italiano Marxista-leninista non ha avuto il sostegno popolare necessario per essere più incisivo e dare dignità di classe e rivoluzionaria al movimento di lotta e dunque la possibilità di un risultato migliore. Ha fatto quello che ha potuto – pure in presenza della scelta politica opportunista di Rifondazione Comunista – rivolgendo un appello alle autorità istituzionali responsabili e presentando un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti e al Prefetto di Napoli, esposto-denuncia che ci auguriamo possa dare dei risultati positivi nel perseguire i responsabili di questa tragica vicenda. Oltre ad essere stati sul posto della protesta e ad aver dato voce alle iniziative di lotta. In questo disgraziato sistema capitalistico la lotta può pagare solo se organizzata e condotta in termini di classe e rivoluzionari.
Garante, a livello locale, regionale e nazionale, di tale dignità di classe e rivoluzionaria della lotta proletaria per soddisfare attualmente i bisogni di vita della classe lavoratrice e delle masse popolari dentro la prospettiva della costruzione rivoluzionaria del socialismo oggi in Italia è e rimane solo il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista.
Forio, 19 luglio 2014.
* Segretario generale e Consigliere comunale di Forio del P.C.I.M-L.