SOSPESA LA DEMOLIZIONE DELLA CASA DI CARMEN DE SIMONE, ACCOLTA L’ISTANZA DELL’AVV. MOLINARO
Il tribunale di Napoli, sezione distaccata di Ischia, accoglie l’istanza formulata per il suocero di Carmen De Simone dall’avv. Bruno Molinaro in pendenza del ricorso per cassazione. È un’ordinanza molto importante, ispirata alle esigenze di tutela del diritto alla difesa e del garantismo processuale, quella del Tribunale di Napoli, Sezione distaccata di Ischia, Giudice Monocratico Dott.ssa Simona Iavazzo che, pur non valutando la sanzione della demolizione applicata alla signora Carmen De Simone come illegittima e sproporzionata, ha accolto l’istanza avanzata, in via subordinata, dall’avvocato Bruno Molinaro, difensore di Puzella Giuseppe, suocero della De Simone (un nonnino ultra novantenne, che occupa tuttora una parte della casa), sino all’esaurimento del giudizio innanzi alla Corte Suprema di Cassazione.
Il Tribunale ha, infatti, statuito, nella parte finale del proprio provvedimento, che “il Tribunale, in composizione monocratica, letto l’art. 666 c.p.p., sospende l’esecuzione della presente ordinanza solo fino alla decorrenza dei termini per l’impugnazione o fino all’esauriemento della fase di impugnazione della stessa”.
L’avvocato Molinaro ha anche rappresentato nel corso della discussione dell’incidente di esecuzione, fornendone prova documentale, che è stata recentemente indetta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in persona del Commissario Straordinario, per gli interventi di riparazione, di ricostruzione e di assistenza alla popolazione, una Conferenza speciale dei servizi, ai sensi dell’art. 14 ter e quater della legge 241/90, con all’ordine del giorno l’esame – tra le altre – della pratica di condono presentata dalla signora De Simone Carmela, nuora del Puzella.
A tale Conferenza, da svolgersi in forma simultanea e modalità sincrona, sono state invitate a partecipare tutte le amministrazioni competenti, compresa la Soprintendenza ABAEP dell’Area Metropolitana di Napoli.
La rilevanza di tale modulo procedimentale, applicabile a tutti gli immobili danneggiati dall’evento sismico del 21 agosto 2017, come quello della De Simone, risiede nel fatto che, se le amministrazioni invitate si determinano prestando il proprio assenso (o, ai sensi del comma 5 dell’art. 14-ter legge 241/90, qualora non partecipino alla riunione ovvero, pur partecipandovi, non esprimano, ai sensi del comma 3, la propria posizione, ovvero esprimano un dissenso non motivato o riferito a questioni che non costituiscono oggetto della conferenza), la questione sottoposta all’esame del Tribunale potrà essere valutata in senso favorevole alla De Simone e allo stesso Puzella quale terzo interessato.
L’avvocato Molinaro, a sostegno della richiesta di sospensione, ha anche richiamato la decisione del Comitato Europeo per i Diritti Sociali, che, come riportato dai vari organi di informazione, ha intimato all’Italia di provvedere entro il 15 settembre a fornire abitazioni e servizi alternativi agli occupanti del Campo ROM di Giugliano, definito dalle stesse istituzioni “il peggiore d’Europa”.
La famiglia De Simone, dunque, per effetto della intervenuta sospensione, tira un sospiro di sollievo e chissà che il tempo necessario alla definizione del ricorso per cassazione, da proporre nel termine di legge, non possa riservare, alla fine, sorprese positive.
In fondo, il suo caso può essere considerato del tutto marginale di fronte alla gravità delle speculazioni immobiliari contestate a Milano dalla Procura della Repubblica (grattacieli di 25 piani eretti su preesistenze pressoché irrisorie, lottizzazioni abusive, permessi e SCIA viziati da plurime violazioni di legge, falsità ideologiche e tanto altro) e sinora rimaste impunite.
Non trova, poi, spiegazione il fatto che come le demolizioni di case di necessità avvengano quasi esclusivamente nella regione Campania.
Secondo dati recenti di Legambiente, questo fenomeno è praticamente inesistente nelle altre regioni italiane, dove si registrano interventi marginali e molto meno drammatici.
La concentrazione così netta in Campania non è casuale e riflette gravi carenze istituzionali e politiche abitative inefficienti, che finiscono per colpire le fasce più deboli della popolazione senza offrire alternative concrete.
Come dichiarato dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, la regione non dispone nemmeno di un numero sufficiente di discariche autorizzate ad accogliere i residui delle demolizioni, che sono classificati come rifiuti speciali. Questo crea un ulteriore problema ambientale e logistico, aggravando la situazione e rendendo ancora più urgente una moratoria.
A ciò si aggiunge un fatto recentissimo: il 21 luglio scorso si è verificato l’esaurimento del fondo destinato alle demolizioni presso la Cassa Depositi e Prestiti.
Questo significa che allo stato attuale mancano persino le risorse economiche per procedere agli abbattimenti, apparendo improbabile l’utilizzo del fondo ministeriale per le spese di giustizia, la cui dotazione è insufficiente: un ulteriore elemento che rende ancora più evidente l’assurdità di continuare a colpire famiglie che hanno costruito per necessità e che oggi rischiano di finire letteralmente in mezzo alla strada, con pregiudizio anche per lo stesso Stato in termini di copertura di spesa.
Il fenomeno delle demolizioni, secondo gli addetti ai lavori, è anche caratterizzato dall’azione discontinua delle Procure, che, pur essendo tenute ad eseguire le sentenze, operano, tuttavia, senza un criterio cronologico e spesso a distanza di decenni dalla scoperta degli abusi.
Eppure, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con la sentenza Hamer contro Belgio, ha stabilito che una demolizione eseguita dopo svariati anni non risponde più a uno scopo ripristinatorio, ma si trasforma in una vera e propria pena.
E allora ci si chiede:
com’è possibile che in Italia un reato gravissimo come un omicidio d’impeto si prescriva in 21 anni, mentre – secondo la Corte di Cassazione – l’ordine di demolizione non si prescrive mai?
È giusto che la punizione per un abuso edilizio sia più dura di quella per un omicidio?
Questo è un paradosso giuridico e morale.
E la politica non può più ignorarlo. Deve agire subito.
La legge o è uguale per tutti anche nei fatti o non lo è!