Domani al fianco della commissione ministeriale, giunta sull’isola per fare luce sulla morte di Sara Castigliola, 32 anni e deceduta il 31 ottobre dopo aver partorito una bambina, ci saranno anche due dirigenti della regione Campania per valutare le condizioni del “punto nascita” dell’ospedale Rizzoli. Ricordiamo che da anni il presidio, non rispettando le condizioni previste dal piano nazionale, è attivo per deroga del Ministero della Salute. I parametri richiesti, infatti, prevedono che i “punti nascita” debbano restare attivi solo se raggiungono le 500 nascite all’anno. In casi di numeri inferiori è prevista la chiusura. Ed Ischia, negli ultimi anni, raggiunge a stento le 200 nascite.
In Campania sono stati chiusi numerosi “punti nascita” perché i numeri non risultavano adeguati. Solo in casi eccezionali la deroga è stata confermata: ci riferiamo ad Ariano Irpino, area ritenuta altamente disagiata in quanto in zona montuosa e molto distante da altri presidi neonatali. E, quindi, solo la motivazioni di Ischia zona disagiata in quanto isola sta tenendo in vita per il momento il punto nascita del Rizzoli. L’ospedale dell’isola d’Ischia vanta circa 200 nascite all’anno. Numeri che non corrispondono al totale delle nascite di bambini isolani, in quanto molte partorienti ischitane spesso preferiscono rivolgersi a strutture private e pubbliche del continente.
La verifica della commissione regionale affiancata da quella ministeriale (sull’isola soprattutto per la morte di Sara Costigliola) farà un’attenta valutazione che sarà determinante sul futuro del reparto nascite del Rizzoli. E certamente il decesso del 31 ottobre scorso della giovane mamma potrebbe incidere in modo determinante nella decisione.