E’ riuscita a Forio la manifestazione di protesta popolare indetta dal gruppo consiliare del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista per chiedere e ottenere l’immediata riapertura in sicurezza della spiaggia di Cava dell’Isola, chiusa nei giorni scorsi a causa degli smottamenti che hanno interessato il costone che le fa da spalliera. Il corteo partito da piazza Cerriglio a Monterone, si è snodato lungo le strade del centro per giungere sino al Municipio dove il Sindaco Francesco Del Deo ha preferito battere in ritirata non facendosi trovare e rinunciando, così, all’incontro con i manifestanti. Proficuo è stato il dibattito che si è sviluppato durante il comizio conclusivo tenutosi sul piazzale Cristoforo Colombo. “Dove stanno quelli che abitano a Cava dell’Isola, che hanno le ville – si è chiesta Lucia Manna – , che devono fittare le ville, che hanno gli alberghi? Cioè praticamente noi siamo interconnessi sempre nel globo, ma qui ancora di più siamo interconnessi a Ischia”. “Alla luce dei fatti nonostante il dissesto idrogeologico – ha affermato Umberto Maltese – riteniamo che Cava dell’Isola possa essere parzialmente, in alcuni tratti, possa essere parzialmente aperta e quindi renderla fruibile, sia pure in spazi ristretti, per l’imminente stagione turistica”. “E’ vero – ha detto una ristoratrice della zona – i nostri giovani manifestano poco però mi chiedo: dove sono le persone della mia età che quando già si è verificato il caso di Cava dell’Isola, esattamente venti anni fa ed era stata interdetta in toto come adesso, dove sono loro che dovevano cominciare a scendere e a protestare; che cosa abbiamo lasciato ai nostri figli?”. Si sta sacrificando – ha dichiarato Nicola Lamonica – ancora una volta all’uso pubblico una spiaggia e se l’intervento, che ci voleva, della dirigenza degli uffici tecnici, intervento che ci voleva perché la sicurezza è la prima cosa che noi dobbiamo tutelare, se a quell’intervento non fa seguito un movimento politico, una scelta politica della pubblica amministrazione, siamo convinti che le cose si metteranno male”. “Oggi siamo in strada con altri manifestanti, ha affermato Antonello Iacono, per chiedere non certo, noi non chiediamo l’immediata e semplice messa in sicurezza della spiaggia , ma la definitiva tutela di quell’angolo di paradiso”. Tra gli intervenuti c’è stato anche Josi Gerardo Della Ragione, consigliere comunale di opposizione a Bacoli che ha denunciato il fatto che gli arenili pubblici vengono ovunque abbandonati per giustificarne la privatizzazione. “La linea politico-economica che gira dietro queste scelte di abbandono e di degrado – ha dichiarato il dirigente di FreeBacoli – è dettata dalla volontà, da parte delle amministrazioni comunali, di degradare il bene pubblico per poi darlo ai privati, di dimostrare che il pubblico non può gestire i nostri arenili ed è per questo che li lasciano sporchi e li lasciano abbandonati”. Nel corso del suo intervento Domenico Savio, che da mesi chiede alla Giunta Del Deo la messa in sicurezza del costone, ha denunciato le responsabilità politiche delle passate e dell’attuale amministrazione comunale per la chiusura di Cava dell’Isola chiedendo l’immediata riapertura dei tratti di arenile agibili, la celere messa in sicurezza del costone da parti dei privati o in mancanza di un intervento del comune in danno ai privati stessi e il ripristino dello stato dei luoghi lì dove si è costruito dopo il 2004. Savio ha fatto cenno anche ad un articolo apparso su “Il Dispari” on line diretto da Gaetano Di Meglio. “Cari cittadini di Forio – ha tuonato Domenico Savio – tra le carte del Comune ci sono 40 anni di permessi, di autorizzazioni, di condoni, una cosa assurda che non si potrebbe credere. Ed è per questo che noi abbiamo avuto quello scempio che oggi interessa tutta la zona di Cava dell’Isola. Il cedimento del costone non avviene per miracolo, avviene perché sopra ci sono state delle trasformazioni urbanistiche, in genere autorizzate dalla Sovraintendenza e dal potere politico comunale, che hanno appesantito sul costone e che hanno fatto in modo che progressivamente cedesse.