Di recente, leggendo e sentendo alcune considerazioni espresse, ben inteso, non da fantomatici turisti svizzeri capitati per caso sull’isola ma che personaggi che, a tutti gli effetti, sono “cittadini” procidani, si comprende perché alcuni problemi non hanno trovato, non trovano e non troveranno soluzione.
Partiamo da quella che, erroneamente, come ogni stagione estiva da trent’anni a questa parte, viene posta come questione traffico. In primo luogo essere accusati di populismo perché si pensa che criticare alcune scelte prese dall’attuale amministrazione sulla limitazione del traffico veicolare (sono quattro anni in cui si continua imperterriti a colpi di ordinanze senza aver discusso ed approvato un piano generale di mobilità isolana) siano scellerate, soprattutto da coloro che è assai difficile vedere girare a piedi o sui pullman sul territorio, ci sembra una forzatura enorme in quanto, oltre a dare il cattivo esempio, si parte dall’atteggiata presunzione di poter fare la morale agli altri.
Fatta questa doverosa premessa, giusto ricordare che fino a qualche anno fa sull’isola di Procida, per i soli residenti, si parlava di una presenza di oltre 12.000 veicoli a motore, numero che riteniamo in crescita considerato lo sviluppo che ha avuto, per esempio, la bicicletta (ovviamente elettrica). Detto questo, a conti fatti, considerando che sull’isola le famiglie sono oltre 4.500, ci sono, in media, almeno 3 veicoli per nucleo familiare.
La domanda, a questo punto, come dice il nostro Antonio Lubrano, sorge spontanea: Perché i tanti che, almeno a chiacchiere, sostengono che l’isola debba trovare una nuova dimensione, non iniziano (e convincono anche altri) a togliere (significa rottamare non lasciare parcheggiato negli spazi pubblici o in garage) almeno un mezzo dalla propria disponibilità? In questo modo, senza rimanere appiedato nessuno e senza essere grandi matematici, ogni famiglia continuerebbe ad avere altri due veicoli con cui muoversi e il territorio perderebbe l’opprimente presenza di oltre 3.000 veicoli (che non sono proprio bruscolini).
Se vogliamo, quindi, è molto facile risolvere il problema ed è altrettanto semplice intuire che se ciò non accade è perché nessuno, a partire dai chiacchieroni, non hanno alcuna intenzione di mettere in campo azioni adeguate. Molto più facile lamentarsi di quelli di prima, di quelli di adesso e gettare le basi per lamentarsi di quelli di domani ed ergersi a “populisti” delle buoni intenzioni e dei “vorrei ma non posso”, rimanendo inalterate le proprie comodità.
Soprattutto chi è impegnato politicamente (e di quelli che chiacchierano non sono pochi) si facesse avanti. Se hanno idee le mettessero al pubblico confronto misurandosi con il consenso degli elettori. Le elezioni comunali sono alle porte e sarebbe molto bello confrontarsi con chi ha voglia di mettersi in gioco guardando al futuro piuttosto che far chiacchiere su di quelli di prima o di quelli di adesso anche perché nell’estate del 2020, chiunque sarà chiamato a guidare l’isola, non potrà dire di trovarsi al cospetto di una problematica, come la mobilità territoriale, che non conosceva”.
Menico Scala
consigliere comunale Forza Italia – Procida