PISCINA COMUNALE CHIUSA: QUANTI COLPEVOLI! DI ANTIMO PUCA

La piscina comunale, che costituiva un’eccellenza dell’intera isola, è chiusa. Le motivazioni, oggi alle condizioni in cui versa la struttura tali da rendere necessario un importante intervento di ristrutturazione e modernizzazione degli impianti che non è nella disponibilità dell’Amministrazione. L’Amministrazione Comunale, infatti, versa in condizioni critiche di bilancio. Per cui c’è il rischio che la struttura vada completamente distrutta senza che vi sia la possibilità di intervenire. L’inerzia metterebbe in ulteriore difficoltà un territorio che vive condizioni difficili dal punto di vista sociale. La piscina, scandalosamente chiusa da più anni, va restituita al più presto alla fruizione pubblica.

(Antimo Puca

Il Governo della Regione, anziché preoccuparsi di come ripristinare le “poltrone” provinciali, dovrebbe interessarsi prioritariamente di garantire i servizi ai cittadini che in questi anni sono finiti nell’abbandono proprio per l’impossibilità, anche economica e finanziaria, di farvi fronte. Bisognerebbe presentare un’interrogazione al Presidente della Regione, e agli assessori allo sport e alle infrastrutture. Lo sport, in contesti sociali complessi molto spesso è l’unica valvola di sfogo nonché l’unica via di uscita da situazioni di disagio sociale, ed in zone dove il fenomeno della criminalità organizzata è molto diffuso, i giovani possono, di certo, trovare nello sport un modo di crescere in modo sano tenendo lontano il disvalore del malaffare e della violenza. Perdere, pertanto, anche una struttura quale la piscina comunale che era il fiore all’occhiello del territorio ed offriva servizi anche e soprattutto ai disabili ed alle persone che per varie patologie ne avevano bisogno, rappresenterebbe un vulnus nel sistema che ci auguriamo che le massime Istituzioni si impegnino a prevenire. Nella nostra isola, pur essendo presenti numerose società ed associazioni che si occupano delle diverse discipline dello sport, sono pochissime le strutture sportive e ricreative in cui i nostri ragazzi possono crescere e formarsi al pari dei ragazzi che vivono nei centri del nord Italia. La Regione non può assistere, inerte, a questo esempio di cattiva amministrazione. Se non vuole rendersene complice dovrebbe sollecitare il Comune, proprietario dell’impianto, perché individui una soluzione tecnica e giuridica per l’affidamento e la riapertura. Anzi, è la Regione che dovrebbe dirci cosa intende fare per garantire alla popolazione il diritto allo sport, per mostrarsi sensibile e attenta ai bisogni dei territori delle isole e delle aree interne. Dopo più anni, sarebbe giunto il tempo di dare una risposta a centinaia di cittadini e famiglie che vorrebbero giustamente fruire dell’impianto, di uscire dalla palude della burocrazia, del “non si può fare”, e di richiamare Comune e provincia alle proprie responsabilità. In alternativa, che sia la Regione a determinare un intervento, a prendere una decisione, prima che l’ulteriore trascorrere del tempo rechi ancora più danni all’unica struttura nel comprensorio ischitano. Alla luce di ciò, si dovrebbe richiedere un impegno concreto e straordinario da parte della Regione e del Ministero dello Sport che aiuti questo territorio e gli amministratori a resistere e continuare a combattere per costruire una società sana fondata sui valori sportivi della lealtà e del rispetto dell’avversario che contribuiranno di certo a far crescere migliori i nostri giovani e tenendoli lontani da chi invece vuole solo distruggere le loro vite cosi come sta facendo con il nostro territorio. Certi che rappresentanti delle istituzioni e uomini di sport non resteranno indifferenti al nostro appello, restiamo fiduciosi in attesa di un positivo riscontro.

di Antimo Puca

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