“Quando ho ricevuto la proposta dal Benevento non ho potuto rifiutarla, anche se ho il dovere di ringraziare la Casertana e Caserta per tutto quello che mi ha dato l’anno scorso. Era il mio primo campionato di terza serie e ho avuto tante soddisfazioni. Ora vengo in una società importante che negli ultimi anni è stata sempre protagonista in questa categoria, sono onorato di essere stato scelto per questa avventura”. Giuseppe Mattera non vede l’ora di cominciare la nuova storia in giallorosso: si definisce un difensore eclettico, non farà problemi per il ruolo che lo special one gli affiderà: “Faccio il centrale in una difesa a quattro, ma so che Auteri gioca a tre dietro. Per me nessun problema, posso giocare in mezzo o a destra. Farò quello che vuole il mister: siamo noi a doverci adattare al suo modo di giocare e non viceversa. Non lo conosco personalmente, ma di fama sì: ne parlano tutti bene”. Anche di Mattera parlano tutti bene: un ragazzo d’oro, serio, senza grilli per la testa. E Campilongo ha detto che in serie C è sprecato: “Ringrazio il mister per le belle parole che ha speso per me. Penso di non aver mai creato problemi, sono un ragazzo concreto, do tutto in campo. Sereno nella vita familiare, sono sposato e ho un bimbo di due anni. Non ho fatto una gran carriera, lo so. Magari è solo un caso. Ho iniziato nell’Ischia a 18 anni e mi hanno tenuto vincolato per forza o a buona voglia fino ai 25. Ho provato l’avventura fuori, prima a Pianura, poi ad Aversa, ma poi sono tornato ad Ischia. Lì ho vinto il campionato di C2 con la fascia di capitano sul braccio e questo è impagabile per uno che lì è nato”. Tutti dicono che avrebbe meritato di più di quanto ha colto fino a questo momento, alla soglia dei 32 anni. Ma lui dice che nel calcio si può anche cogliere qualche treno buono in ritardo: “Diciamo che avrei potuto avere un po’ di fortuna in più, magari l’avrò quest’anno al Benevento. Credo di poter ancora giocare abbastanza e le ambizioni a volte arrivano all’improvviso”. Strana la storia dei tatuaggi: nell’era del tattoo che fa bella mostra su gambe e braccia dei calciatori di tutti il mondo, lui non ne ha affatto: “E’ vero. Non è che non mi piacciano, ma preferisco vederli sul corpo degli altri. Se un giorno deciderò di farne uno, metterò le date più importanti della mia vita, come quella della nascita di mio figlio”. O magari quella della promozione del Benevento. Hai visto mai…?
Franco Santo