
L’espressione di cui al titolo, che fa pendant con l’altra “lontano dagli occhi, lontano dal cuore” viene usata, in prevalenza, per vicende sentimentali mentre in realtà è l’elaborazione del pensiero del monaco filosofo -Da Kempis- “quando poi sarà sottratto agli occhi, passerà presto anche di mente”. Cari lettori, non desidero trattenervi con pensieri melensi o di cuore ma considerare, con voi, l’evento che ha “tenuto banco” questa settimana: l’accordo di programma Italia/Albania per la creazione di un centro di accoglienza e smistamento dei migranti che dalle coste nord africane si avventurano verso l’Italia in numero sempre crescente. Riempiendo le nostre città e provocando problemi enormi alla sicurezza ed al vivere civile. È un dato di fatto sul quale non serve aggiungere altro se non per ricordare che il fenomeno è in costante crescita e la stragrande maggioranza si indirizza verso l’Italia e non altrove. Perché? Non ci vuole la zingara per comprenderlo! L’Italia è l’unico paese al mondo ove i rappresentanti del popolo godono di due osservatori speciali: il Papa e la Magistratura. Del primo si dice che fa il mestiere suo operandosi per la diffusione della parola di Dio che stimola ad “amare il prossimo tuo come te stesso”, trasformato in “accogliere tutti come accoglierebbero voi stessi”; della seconda si dice che è chiamata a controllare che la legge sia uguale per tutti nell’osservanza dei tre principi interpretativi ammessi dal nostro sistema “autentico, letterale, del giudice”. Con la particolarità che essendo l’ultimo divenuto prevalente sui primi due, si producono soventi discrasie applicative. Dal bailamme considerativo e interpretativo ne è scaturito che, in gran parte dell’Italia, è diventato molto difficile vivere e risulta sempre più difficile per donne, anziani e ragazzi uscire di casa, specialmente di sera. Anche in considerazione del fatto che la politica non riesce a trovare un comune denominatore per affrontare un problema che è di tutti ma che diventa solo di chi comanda. Quando comandava la sinistra gli “Hot Spot” -punti di accesso- e i CPR -centro di prima raccolta- erano, dalla stampa progressista, presentati come “alberghi di accoglienza” che l’opposizione riteneva inutili (in quanto i migranti scappavano) e che fosse meglio ricorrere al blocco navale per impedire la navigazione verso il nostro paese. Cambiato il comando, per la stessa stampa, gli Hot Spot e i CPR sono diventati una sorta di “Guantànamo italiano” dovendosi consentire a tutti, in virtù di un imprecisato “dovere dell’accoglienza”, di vivere sul territorio italiano (avendo o non avendo un lavoro, una casa o dei mezzi di sostentamento). Stante l’incapacità del comando di arginarne la partenza e l’impossibilità di attuare il “blocco navale” che equivarrebbe a una “dichiarazione di guerra ai paesi del Nordafrica”!


Tale contesto ha consentito che dal primo gennaio ad oggi gli sbarcati fossero circa 120.000 (senza contare i morti), che giungono da noi anche attraverso organizzazioni di altri paesi, che hanno armato navi di interesse, per condurre in Italia i disperati in migrazione, (non si sa se gratis o previa mazzetta). Una sorta di Hot Spot galleggiante dal quale, dopo una segnalazione concordata, si ritira il carico prima che si indirizzi altrove per condurli da noi ove, se un ministro si permette di dire che non possono attraccare, viene indagato e messo sotto processo. Così, invece di espletare il mandato che gli italiani gli hanno affidato, deve difendersi girovagando per i tribunali della penisola.

Al premier italiano (al quale i soloni di sinistra assegnavano patenti di incapacità) che in meno di un anno ha tessuto una rete di rapporti internazionali incredibile, è venuta un’idea, semplice quanto geniale. Costituire un centro di accoglienza in un altro paese, dal quale è difficile fuggire e al quale potranno accedere solo le navi italiane. Cosi chi viene salvato in mare o giunge a Lampedusa con i taxi di altri paesi, viene reimbarcato e portato in Albania, ove (dopo i primi giorni), rincorrere notizie sull’argomento sarà complesso oltre che dispendioso e dove i girovaghi saranno identificati senza particolari pressioni e chi avrà diritto e capacità di fare qualcosa, sarà ammesso sul territorio italiano e chi non avrà i requisiti sarà riportato indietro. Fuggire dall’Albania (è noto) conviene a pochi in quanto la rotta balcanica dei migranti è molto meno agevole e rassicurante di quella del mare. È singolare che tra le prime reazioni spicca quella del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, colui che fu mandato dal Santo Padre a Mosca per parlare di pace con Putin e non venne nemmeno ricevuto, che, con espressiva perplessità, si è chiesto: “ma in Italia non si potevano ospitare ugualmente?” Indubbiamente è un bel pensiero del quale non saprei dire visti gli esiti che le ospitate sino ad oggi fatte hanno reso alla nostra Nazione. Una curiosità che in tanti si pongono “in Vaticano no?”. Eppure è noto che parecchi cardinali hanno abitazioni di 500-600 metri quadri che potrebbero, con un po’ di sacrificio, ricondizionarsi per ricavare parecchi “giacigli per i fratelli in difficoltà”, come pure nelle infinite parrocchie disseminate su tutto il territorio nazionale, con le relative canoniche, ci sarebbero tanti posti letto da offrire. Non potrebbe essere un gesto utile e caritatevole? Anche se c’è da dire che i parroci, con i quali ho parlato, non hanno manifestato entusiasmo per una tale ipotesi. Così l’Hot Spot albanese servirà non solo a scoraggiare chi vuole partire per raggiungere a tutti i costi l’Italia ma anche a non far dolere tanti cuori che resterebbero in serenità secondo l’antico detto “occhio che non vede, cuore che non duole”. Nella speranza che, in qualche modo, finisca l’immondo spettacolo del commercio di essere umani. (acuntovi@libero.it)