NAPOLI. SOSPESE DUE DEMOLIZIONI DI CASE DI NECESSITA’. ACCOLTE LE ISTANZE DELL’AVVOCATO MOLINARO

Mentre si avvicina la data della manifestazione per la tutela del diritto alla casa organizzata per lunedì 20 dal Movimento “Io Abito” di Raffaele Cardamuro, della quale abbiamo già parlato nei giorni scorsi, giunge notizia di due provvidenziali sospensioni di abbattimenti disposte quasi in contemporanea da due diversi Uffici Giudiziari a seguito di tempestivi ricorsi proposti dall’avvocato Bruno Molinaro.

La prima riguarda una casa situata nel comune di Cardito per la quale il Consiglio Comunale aveva adottato una delibera di acquisizione dell’immobile, costituente l’unica abitazione di una anziana vedova in precarie condizioni di salute, oggetto di RE.S.A., al patrimonio dell’ente per esigenze di edilizia residenziale sociale, stante l’assenza di  contrasto tra le opere e “rilevanti interessi urbanistici, ambientali e di rispetto dell’assetto idrogeologico: vicenda – questa – davvero singolare non fosse altro che per il fatto che, per l’anziana vedova, la demolizione avrebbe rappresentato, oltre a un danno grave e irreparabile, anche una beffa di proporzioni notevoli.

L’unica colpa della vedova era (ed è), infatti, quella di occupare un immobile abusivo oggetto di una sentenza di condanna: abuso che però non ha mai commesso, avendo acquistato la casa in assoluta buona fede dall’originario proprietario, che le ha nascosto l’esistenza della RE.S.A., per una somma rilevante, frutto, peraltro, di un prestito bancario e dei risparmi accumulati sia da lei che dal marito in una vita piena di ristrettezze e sacrifici.

La legge e le sentenze dicono che, in situazioni come questa, la casa va abbattuta comunque perché oggetto di sentenza di condanna inappellabile.

L’acquirente non potrà fare altro che agire per il risarcimento dei danni nei confronti del venditore che ha sottaciuto anche al Notaio rogante l’esistenza dell’ordine di abbattimento.

Insomma, una vicenda che rievoca quella ancora più grave e sensazionale di Terzigno, nota anche alle cronache nazionali, in cui sessanta persone (14 famiglie) sono finite in strada perché sgomberate dalle loro abitazioni che avevano comprato, anche in tal caso, in assoluta buona fede, contraendo con le banche regolari mutui, e che nulla sapevano degli ordini di demolizione emessi dalla Procura Generale, eseguiti di lì a qualche giorno senza tentennamenti, con enorme spiegamento di forze e nella generale e incontenibile disperazione degli ignari e impotenti proprietari.

Proposto incidente di esecuzione dall’avvocato Bruno Molinaro, difensore del comune, la Procura della Repubblica ha sospeso l’efficacia della misura sanzionatoria sino alla definizione, appunto, del relativo procedimento.

Secondo l’avvocato Molinaro, “l‘esito normale del procedimento di acquisizione è la demolizione, come chiarito da ultimo anche dalla Corte Costituzionale, ma quando sussiste il pubblico interesse, collegato ad esigenze di edilizia residenziale sociale, non vi è dubbio che questo prevalga su ogni altro potere, compreso quello repressivo, sia amministrativo che penale”.

Per ora, dunque, la vedova tira un sospiro di sollievo. Le ruspe hanno fatto marcia indietro.

Quasi in contemporanea, l’avvocato Molinaro, questa volta per i privati, ha ottenuto dal Presidente della terza sezione del Tar Campania un decreto monocratico di sospensione di un provvedimento di sgombero emesso dal Settore Tecnico di un comune del “Vesuviano” (Boscotrecase) dopo che erano stati disposti il rigetto di regolari istanze di condono e l’acquisizione finalizzata alla successiva demolizione di un fabbricato abitato da tre famiglie di lavoratori, anche a seguito di una RE.S.A. emessa dalla Procura competente per territorio.

Svariate le censure di eccesso di potere e violazione di legge poste dall’avvocato Molinaro a base del ricorso proposto contro la civica amministrazione.

La causa sarà discussa nel prossimo mese di febbraio ma anche qui, almeno per ora, le ruspe sono state allontanate.

Dall’esame degli atti emerge, peraltro, che il comune ha sanzionato l’intero fabbricato, nel mentre, per la Procura, le opere da demolire riguardano soltanto piccoli interventi di completamento, per giunta interessanti il solo piano terra.

Anche qui, dunque, ci sono molte cose che non tornano: edilizia sanzionatoria sempre più “torre di Babele”.

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