Napoli ha la dignità e le qualità di una grande Capitale europea.
E’ un distretto geo-economico centrale nelle relazioni con il Mediterraneo e il nord
Europa ed è Hub aereo primario, Porto multifunzionale e Porta di accesso ai
contingenti di viaggiatori che da ogni dove muovono alla scoperta delle sue amenità e
risorse di eccellenza.
Napoli inteso come centro di irradiazione economica si dirama poi alle altre province
campane e ai capoluoghi regionali limitrofi a partire da quella unione naturale con
Roma che già gli antichi romani seppero codificare in partizioni amminitrative.
Questo continuum da Napoli a Roma abbreviato e realizzato dai Treni ad Alta
Velocità e completato dalla rete metropolitana delle due città rappresenta un asse
centromeridionale attorno al quale come la corrente elettrica di un solenoide
fluiscono traffici, rapporti, relazioni e partnership.
Autonomia è il senso di una capacità del sistema Napoli di produrre, scambiare,
creare ponendosi lungo le direttrici dello sviluppo e non più periferia dell’economia
mondo secondo la visione wallersteniana.
I dati forniti dalle note di Bankitalia e dallo Svimez misurano questo sviluppo che ha
saputo coniugare ambiente, eventi e bellezza con la cultura per estrarre e configurare
un modello vincente di terziario avanzato che sta espandendo i suoi effetti benefici a
una parte rilevante di imprese specie pmi e popolazione residente anche mediante
una rapida quanto silente riconversione urbanistica che fa di bassi e abitazioni
deteriorate nuovi B&B, pizzerie, bar, ristoranti, negozi per la erogazione di servizi e
la vendita di prodotti turistici.
Un gigantesco movimento sociale innescato dalla storia e dall’avanzamento
tecnologico a partire dalle reti che consentono azioni di marketing, promozione,
management destination o consentono partecipazione a distanza a gare, bandi,
concorsi anche per uffici ingegneristici, studi legali e commerciali.
Bene e male non stanno mai da una sola parte e quella che io ho definito Dialettica
Universale avanza come una ruota anzi come una sfera trascinando inanzi il già stato,
le esperienze, i fatti e i fenomeni, le idee e i progetti senza cesure o disconnessioni
dalla freccia storica.
Il PIL misura questo avanzamento socioeconomico degli ultimi venti anni ma questo
moto espansivo comincia forse 40 anni fa superato un lungo dopoguerra, il colera, il
terremoto ed entrando in una fase normale o normalizzata in cui partiti, imprese,
istituzioni hanno potuto dare prova di un migliore funzionamento anche sulla base di
un aumento di energie intellettuali e di una crescita culturale complessiva.
La Storia di Napoli è fatta di acqua salata, dell’azzurro dei suoi due specchi, il mare e
il cielo, di arte, di Spirito vivace, di parola e sentimento ma anche di nobili valori, di
etica e slanci solidali straordinari come dimostra l’esperienza di tante mense per le
persone fragili o in condizioni temporaneo di disagio o d’altro verso le campagne di
ascolto dell’Ordine degli Avvocati che assicura servizi minimi legali di orientamento e
di tutela.
Ebbene la mensa del Carmine è nata proprio ai lati della Piazza Mercato che ha
segnato tanti momenti storici di lotte, commerci e cerimonie.
La canzone napoletana, la pittura napoletana, il teatro napoletano, la poesia
vernacolare e dialettale gravida di potenza espressiva.
I sarti, gli orefici, i pellettieri, i fabbri, i falegnami, i vetrai e mille mestieri antichi
tradotti in forme nuove e vincenti basti pensare alle cravatte di pregio o alla
camiceria di alta gamma.
Per altro verso i dolci e la cucina napoletana, la pastiera, la frola, la riccia, il cornetto,
gli struffoli, il baba’ emblemi di un sapore onomatopeico e riassuntivo di intensità e
fragranze, di gusto e di olfatto.
Baricentro di questa azione secolare di sviluppo è stata ed è l’Università Federico II
oggi affiancata da altri atenei con una significativa offerta formativa che dai corsi di
laurea ai corsi ai master apre una gamma di possibilità ai giovani. Certo nel
dopoguerra da tutto il sud accorrevano a Napoli giovani speranzosi ma nel tempo la
nascita di università regionali ha snellito questo flusso ma talune eccellenze come gli
studi giuridici o di medicina, la matematica,l’ingegneria ed altre facoltà così come
l’istituto orientale restano eccellenze riconosciute.
I professori e i maestri colonna vertebrale della nuova Napoli che hanno educato ed
affinato i talenti di tante centinaia di migliaia di napoletani nel quarantennio e che
sono vanto e riferimento per l’intera società.
Questa forza giovanile sospinta da una visione eticamente egalitaria per i valori di
fondo e i beni essenziali ha coltivato il bello e si è istradata verso le proprie direzioni
trovando infine estuario e delta come traguardo del proprio essere divenuto.
Una gioventù viva, coraggiosa, temeraria, orgogliosa, brillante che spesso sopperisce
le ricchezze con una volontà e una dedizione, un sacrificio e una intramontabile vena
passionale e romantica senza eguali tanto che questa energia avvolgente e coinvolge
seduce sempre viaggiatori, ospiti e grandi personalità del mondo. Napoli non è solo
veduta, bellezza mozzafiato, dote culturale o paesaggistica ma potente accumulatore
emozionale in grado di suscitare emozione, commozione, trasporto, piacere, in tutte le
anime da quelle semplici tramortite dal vitalismo a quelle complesse che trovano arte,
spiritualità, senso alla propria esistenza in un grido, una parola, un gesto, un modo,
una lirica, un canto.
Una reazione all’abuso e alla prevaricazione del potere politico anche talora
commettendo errori gravi da Masaniello ai fatti del 1799.
Non si può sottacere la traiettoria di alleanze, dominazioni e lotte tra aragonesi,
angioini e culture diverse che hanno arricchito lingua e cultura napoletana di tante
sfumature finoa diventare un unicum irripetibile che da solo vale una forte
simbologia.
Alle grandezze dei figli non possiamo sottrarre quelle mamme antiche dalla pelle
marrone per usare un luogo di Battisti/Mogol che hanno la stessa anima latina del
sudamerica e del mediterraneo.
I lavoratori di Napoli, gli innocenti di Napoli, i ricchi e i poveri di Napoli, i servizi
avanzati del terziario, il fuoco benefico e terrifico dei vulcani napoletani che ha
accompagnato le vicende della Regione.
I tantissimi compositori da Domenico Cimarosa ad Alessandro Scarlatti passando per
Giovanni Battista Pergolesi o Francesco Durante e la storia dei 4 conservatori
musicali.
I giuristi da Gaetano Filangieri che influenzo’ la nascita della Costituzione Americana
a Mario Pagano per la rivoluzione del 1799 fino al Ministro Alfredo De Marsico
passando per migliaia di intellettuali, avvocati, esperti di diritto.
I pittori, gli scultori, i medici, gli scienziati, i fisici, i matematici in un elenco senza
fine che abbraccia ogni professione.
E il gigantesco cuore di Napoli cantato da Lacreme Napulitane a descrivere
l’emigrazione in terre assaje luntane o le sofferenze di Natale in Casa Cupiello di
Eduardo per denunciare quella povertà che per secoli ha colpito la plebe di
Napoletana tenuto conto che nell’ottocento la città del Sole è stata la più popolosa di
Europa con 300.000 abitanti.
Una sequenza di eventi drammatici il bradisismo del 1970, il colera del 1973, il
terremoto gigantesco del 1980 e i loro effetti fino agli anni novanta hanno chiuso il
dopoguerra tremendo affrescato dai capitolo II e III de La Pelle di Malaparte o il
libro 1944 di Norman Lewis.
A fianco di una dinamica positiva non si puo sottacere il lungo condizionamento della
malavita, le violenze., le discriminazioni. Ma a fianco del dolore di Napoli vi è stato lo
sport napoletano con i suoi trionfi e i suoi circoli, lo scudetto del Napoli, la inebriante
festa dei 4 scudetti.
O sole mio, Funiculì funiculà, Voce e’ notte, Passione, Tu ca nun chiagne, Reginella e
centinaia di opere di grande successo sono una colonna sonora sempre attiva
nell’inconscio partenopeo.
Il vino di Napoli, il corallo di Napoli, i tesori di Napoli, i proverbi, la cultura, il
sapere, la posteggia, la festa di Piedigrotta, i gigli di Nola e le mille feste del
circondario tutte solenni. La Bellezza di Napoli.
Napoli con questa potenza della sua ricchezza ambientale, culturale, produttiva e di
pensiero non può essere una colonia.
E quando dico Napoli dico Campania in una condivisa cultura popolare che da
“Quanno nascette ninno a Betlemme” alla “gatta Cenerentola” fonde sacro e profano.
Così il rito proprizio dello scioglimento del sangue di San Gennaro trova altri simboli
misterici come il Cristo Velato.
I castelli di Napoli come Castel Sant’Elmo, il Maschio Angioino, Castel dell’Ovo,
Castel Capuano e il belvedere favoloso del Monte Echia col suo ascensore futuristico
Castel Capuano così come la celeberrima Via Chiaia col suo ascensore. Le bellezze
sono interminabili. Il Palazzo Reale su Piazza Plebiscito, le chiese monumentali e
artistiche.
Tra i Santi particolarmente amato il nostro Padre Pio, Don Dolindo Ruotolo, Bartolo
Longo, Giuseppe Moscati, il giovane Carlo Acutis per citare i più noti oltre a Gennaro
Martire e protettore della città.
I Presidenti della Repubblica di Napoli Enrico De Nicola, il grande Giovanni Leone,
Giorgio Napolitano e i tantissimi giuristi della Corte Costituzionale e della
Cassazione.
Sono tanti i cantori di Napoli della modernità nei diversi generi musicali mi limito a
citare Caruso, Giuseppe di Stefano e tra i contemporanei la nuova compagnia di
canto popolare e Pino Daniele ma l’elenco è lunghissimo e di pari qualità.
Insieme a tanta ricchezza ci sono i sapori, gli odori, i colori delle cucine napoletane, la
impepata di cozze e i soute’ di frutti di mare, i polpi, la frittura mista, la pizza, la
pasta, il pomodoro così come restano impressi nella memoria il Tram n. 1 specie
quando collegava il centro a Dazio e Bagnoli per portare gli operai all’Italsider, la
Mostra d’Oltremare, Edenlandia, lo zoo, Il san Paolo, Piazza Borsa, i 4 Palazzi,
forcella e Duchesca, Porta Capuana e Porta Nolana con le mura del pesce, Monte
Oliveto, le Poste, Piazza Carità e la Pignasecca,
il Vomero e Antignano, le funicolari, le vie panoramiche che scendono a Mergellina e
al Molo Beverello.
Questa rapida e incompleta descrizione del patrimonio di Napoli dimostra che questa
capitale mediterranea e questo popolo non possono più accettare un ruolo ancillare
ma devono recitare da Protagonisti nell’economia europea.
LUCIANO VENIA