Il turismo sull’isola d’Ischia è da anni in agonia. Le ragioni sono tante e possono essere racchiuse nella
disattenzione che la politica nazionale dedica al settore e, in particolar modo, a quello delle piccole isole.
Una legislazione schizofrenica dell’ultimo trentennio ha, nella sostanza, reso le isole ancor più distanti dai
centri di decisione, pur se oggi, la nostra, offre alla politica nazionale ed europea due protagonisti di rilievo.
Incapacità nel proporre, nel farsi sentire, ad alzar la voce o cos’altro? Il dato di fatto è che la nostra isola
vive, in tanti settori, uno stato di abbandono istituzionale: dal presidio giudiziario a quello sanitario a quello
dei trasporti a quello del turismo.
Pur se dalla nostra isola i versamenti fiscali e tributari coprono una voce
importante nel panorama economico sia regionale che nazionale. Affrontiamo oggi l’argomento turismo
essendo giunta, dopo due anni di stasi per i noti eventi di pandemia, la dichiarazione del cessato stato di
emergenza sanitaria e si riaprono i battenti nella speranza che, nel desiderio della gente di rimettersi in
movimento, l’isola possa recuperare una ripresa del settore, ove i fallimenti e le espropriazioni immobiliari
fioriscono come le erbe infestanti tra le coltivazioni dell’orto. Gli operatori si son dati un gran da fare per
farsi trovare pronti con proposte varie talune delle quali anche eccessive mentre chi proprio non vi riesce
sono, come sempre, le amministrazioni pubbliche.
Cantieri aperti sulle strade disseminati dappertutto, le
buche pure che con rumori, polveri e file di veicoli, danno il benvenuto a chi decide di venire a rilassarsi.
Qualcuno si chiederà se è vero o è una burla. Basta farsi un giro! Ho visto turisti alla guida di fiammanti
vetture con gli occhi fuor dalle orbite, nelle buche di Forio, in quelle di Casamicciola, alla Piripissa.
Ho visto veicoli bellissimi che, giunti al centro di Succhivo, seguendo il navigatore per andare a S.Angelo, vengono dirottati nella stradina che costeggia la chiesa verso la cava ove non possono nemmeno far manovra per tornare indietro. È possibile che ancora oggi, all’apertura della stagione turistica, avvenga tutto ciò? Purtroppo è nei fatti e bisogna prenderne atto! E non perché non si dovrebbero fare i lavori pubblici, ma
perché i capitolati degli appalti vengono affidati ad incapaci che non riescono a prevedere nulla. Faccio
qualche esempio. Comune di Forio, Via Prov.le Panza altezza albergo Mediterraneo, da mesi è aperto un
cantiere per la sistemazione sottotraccia di un tubo fognario di circa venti metri.
È da mesi che sono sempre allo stesso posto, un camion e due bulldozer di dimensioni gigantesche che oltre ad occupare metà strada, ad ogni colpo di benna rompono qualcosa sottotraccia che obbliga ad intervenire altri enti, altri tecnici, altri appalti, altri operai, altri costi. Non si poteva stabilire il divieto all’uso di macchinari così ingombranti e potenti? Non è noto a tutti che dopo sessant’anni che si fanno condotte idriche, fognarie, elettriche, telefoniche, del gas ed altro, non esiste una mappatura e ad ogni intervento la litania è sempre la stessa?
Forse amministratori previdenti, in sessant’anni avrebbero potuto (quanto meno nei centri abitati, un
tratto per volta) rendere il sotto sedime dell’unica strada che gira attorno all’isola, una galleria percorribile,
nella quale far passare i servizi delle società private che pagando il costo della servitù lasciava all’ente locale
di introitare i fondi per il rifacimento del manto e degli accessori. Via Giovanni Castellaccio (strada
strategica per il traffico dell’intera isola essendo ancora chiusa Via G. Mazzella) per il rifacimento di pochi
metri del tappetino di asfalto su talune buche, lasciate aperte da oltre un anno, si consente di eseguirli,
all’apertura della stagione turistica, in pieno giorno, nelle ore di maggior traffico e di uscita dei bambini
dalla scuola, con macchinari enormi che, in genere, si usano sulle autostrade. Non potevano farsi di notte o
nei mesi invernali o con macchinari più piccoli? Casamicciola, litoranea, in orario di punta si consente
l’apertura di un cantiere per la sistemazione di un tubicino. Traffico in tilt e rumori alle stelle. Non era
possibile farli prima o in orario notturno visto che è l’unica strada che porta verso gli imbarchi e alle nove
del mattino è sempre intasata? Stessa cosa tra Panza e S.Angelo. Ad Ischia, alla Piripissa, da oltre tre mesi si sta trasformando un incrocio per realizzare una rotonda in un contesto di pendenze diverse per le quali,
forse, l’intervento procurerà più danni di quelli che suppone di risolvere. Troppo difficile pensarlo? Troppo
difficile pensare che all’apertura della stagione turistica l’isola deve rispondere solo alle esigenze del turista
e non di altro? Quando ci si renderà conto che è dal turista che tutti traggono di che vivere ed è dal turismo
che gli ischitani pagano tasse e tributi di importi anche superiori rispetto a chi vive in continente? Non
credo sia difficile, ma, purtroppo, è così e sarà sempre peggio se non si pensa ad alternative che potrebbero
restituire al territorio quell’aurea di benessere che, ineludibilmente, ha perso. È difficile, ad esempio,
pensare, tra le sei amministrazioni, a soluzioni che stimolino il turista a venire sull’isola senza l’auto?
Non credo. Si potrebbe pensare (di concerto con l’associazione albergatori e le società di trasporti) ad un sistema di arrivo e partenze da Napoli o Pozzuoli (per chi si fermerebbe per almeno due settimane)
inglobato nel costo camera, con prelievo e rientro organizzato in fasce orarie per chi arriva all’aeroporto o
alla stazione ferroviaria, secondo un piano da pubblicizzare ovunque. Sarebbe difficile pensare di offrire al
turista che arriva sull’isola, senza auto e per il detto tempo di due settimane, un abbonamento per l’utilizzo,
gratis, dei mezzi pubblici?
Io credo che i risultati non tarderebbero ad arrivare e l’isola recupererebbe il suo
ruolo di stazione di cura e la sua antica connotazione di serenità che l’hanno resa famosa nel mondo. Ma se
si continuano a scassare strade, fare rumori, alzare polveri e provocare file chilometriche, ogni idea andrà a
farsi friggere e con esse l’intera economia isolana. acuntovi@libero.it