Una brutta storia quella che vi raccontiamo, una storia di degrado familiare, di omertà e di violenza sessuale subita da una bambina, dal padre, 53enne, residente a Forio. Questa la violenza denunciata, ma non si esclude che la giovanissima abbia subito delle attenzioni da un altro componente familiare, un fratello.
Ecco la ricostruzione della triste storia. Piccolissima, aveva appena cinque anni quando era, già, costretta a subire le attenzioni del papà “orco”. Ad accendere la lampadina dei soprusi gli esperti ed i psicologi del centro di accoglienza cui era affidata la bambina; con il padre in carcere e la mamma in un centro di assistenza col fratellino. Purtroppo le occasioni, quando era destinata alla abitazione familiare, si tramutavano momenti terribili. Ed al rientro nel centro di accoglienza presentava evidenti segni fisici e morali che denotavano uno stato di sofferenza. I responsabili del centro hanno quindi ritenuto di approfondire il caso da cui venivano riscontrate le violenze subite. E questa vicenda è emersa in tutta la sua cruda realtà per volontà delle persone del centro di accoglienza ma soprattutto per la volontà della bambina che, raggiunti gli undici anni (ora ne ha dodici), ha denunciato i soprusi. La ragazzina ha quindi raccontato di rapporti completi, ed oltre, iniziati ad Ischia e continuati in Sicilia dove si è trasferita con la famiglia. Nel mese di marzo 2024 la procura di Napoli ha, però, chiesto l’incidente probatorio che si è tenuto in un tribunale siciliano, vicino all’attuale residenza della giovanissima. Ed è stata così cristallizzata una prova importante prima del processo. Oggi sono le sue coerenti dichiarazioni, ma anche le prove cristallizzate dal giudice a mettere spalle al muro l’uomo accusato di aver usurpato l’innocenza della figlia. A fare da contrasto a questa triste storia c’è la posizione della famiglia che sembra schierata a difesa del padre. Ma i rischi di recidiva della violenza sessuale e i tentativi del padre di far ritrattare la ragazza hanno spinto il giudice a chiederne la custodia cautelare, decisa il 9 settembre scorso. Ed ora si passa alle aule giudiziarie: all’esposizione dei fatti, alle prove da analizzare e soprattutto alle testimonianze. Oggi non possiamo augurarci altro che ci sia una sentenza esemplare per quanto accaduto e che faccia pagare la giusta pena a chi è accusato di aver rubato l’adolescenza ad una bambina… la sua bambina, che dal padre si aspetta ben altro.