Chi ha vissuto sull’isola d’Ischia durante questa estate che sta volgendo al termine, non
può che rassegnarsi alla fase decadenziale che l’isola sta attraversando per una serie di
problemi che da decenni non si riescono ad affrontare nell’ottica con la quale andrebbero
visti. I nodi al pettine sono il risultato di una politica farraginosa dalla fine degli anni 70,
quando la superficialità e l’incompetenza presero il sopravvento sul merito e sulla
competenza di chi poteva essere chiamato a gestire la cosa pubblica. I responsabili che
andavano a comporre le liste per direttive dei partiti erano guardati in base al proprio stato
anagrafico piuttosto che a quello di competenza. Tanti amici mi hanno riferito di essere
stati esclusi dalla composizione delle liste, come peraltro successe anche a me, perché i
voti della propria famiglia erano meno numerosi di quelli che si contavano nelle famiglie
di qualche pescatore, contadino o ragioniere alla ricerca del primo impiego, che in termini
elettorali portavano più consensi. In conseguenza di ciò, non si è mai pensato, per
incapacità al pensiero, che potessero diventare dei problemi enormi, l’aver indirizzato (sei
amministrazioni isolane) i propri scarichi fognari a mare. Nessuno era in grado di pensare
che l’aver aumentato i noli, da e per Ischia, avrebbe creato, unitamente alla concessione di
residenze facili, un problema enorme con il trasferimento sull’isola di veicoli, autocarri e
persone con residenza ad usum fiscale. I viaggi da e per il continente sono prima aumentati
smisuratamente e poi precipitati nella fase attuale, senza che nessuno ponesse occhio o
attenzione. Attualmente vi sono in navigazione “carrette” che non hanno meno di
cinquanta/sessant’anni. Allo stato dell’arte una sola nave che collega Ischia con Pozzuoli
assurge a mezzo idoneo per il traffico con le isole. Con l’aumento del traffico delle navi si
è incrementato per l’isola, luogo sotto vincolo paesaggistico, che sembra valido solo per
talune categorie di persone e non per chi vive in condizioni economico sociali disagiate, un
traffico di materiali edili che contribuisce in modo lampante all’abusivismo edilizio. Su questo argomento abbiamo già più volte scritto e per quanto mi riguarda ero e resto
dell’idea che trattasi di un problema legislativo. Un peccato originario nella norma
impositiva con la quale non si è pensato di dare, agli ischitani o agli abitanti delle altre
isole italiane, qualcosa in cambio, né di limitare i trasferimenti immobiliari verso non
ischitani storici. Di modo che si è venuto a creare un guazzabuglio di leggi e leggine che ha
spostato sia l’asse degli interessi che le necessità esistenti su quest’isola. Ne è venuto fuori
che l’isola è diventata caotica più che mai, di persone, macchine, rumori e inquinamento
atmosferico.
I turisti che venivano in ferie negli anni 60 costituivano sicuramente un
turismo diverso e restavano sull’isola anche più di tre mesi ed io ricordo che negli anni 60 a S. Angelo venivano a villeggiare famiglie che vi restavano anche per periodi
superiori.
A S. Angelo potevano portarsi il gommone e lo mettevano in bagnasciuga sulla
spiaggia; potevano fare il bagno ovunque; potevano stare in un’oasi di riposo necessaria
per riprendersi dalla spossatezza fisica accumulata nelle città del nord. Tutto ciò è
completamente scomparso. Se qualche ufficiale di governo o il Prefetto di Napoli (e
sarebbe cosa auspicabile) muovesse i suoi passi dal proprio ufficio per una passeggiata nel
centro della mia S. Angelo e sull’istmo, che sono luoghi storici per l’economia locale, si
accorgerebbe del mare di violazioni e di abusi che, sistematicamente, vengono posti in
essere con il beneplacito delle amministrazioni locali. Ed allora, pur non volendo il male di
nessuno, non sarebbe il caso che chi non applica per una, due, tre volte la legge dello Stato
venga sospeso dall’incarico e dalle funzioni perché non in grado di organizzare e di
esercitare quelle attività di controllo e repressione per le quali era stato eletto dal popolo o
nominato dallo Stato? A Panza è la stessa cosa. La nuova giunta, per non essere da meno
rispetto a Forio, organizza eventi che oltre a confondere sprazzi di cultura paesana con
quella caraibica, impediscono la fruizione di un paese che si è sempre distinto per essere un
luogo di riposo ove poter vivere, a prezzi ragionevoli, tra persone affabili.
Inquinamento marino. E’ venuto fuori da una politica scellerata degli anni 80, quando
ingegneri parvenu, incapaci, spesso, anche di distinguere la retta dal punto, consigliavano a
tutte le amministrazioni municipali di sversare i liquami al di sotto di quaranta metri di
livello marino. Non c’è stata una condotta che abbia risposto alle esigenze ed alle
indicazioni di progettazione e le amministrazioni locali o il consorzio Cisi, Evi, ecc. ecc. si
dissanguano ogni anno per far fronte a riparazioni costosissime che molte volte durano il
tempo di un respiro, determinando battigie sporche, con il rischio di prendersi un accidenti
per la pelle o altre sintomatologie dovute all’inquinamento. Il primo grosso errore è stato
quello di indirizzare la fognatura a mare. E’ un errore che io proposi di eliminare all’allora
sindaco di Serrara Luigi Iacono con un progettino redatto dall’unico ingegnere idraulico
che all’epoca esisteva sull’isola d’Ischia, l’ing. Michele Scotto Di Freca, che con pochi
interventi, di costo contenuto, avrebbe potuto togliere lo scarico da mare e portarlo tutto,
interamente, a Cava Ruffano, dove sarebbe sorta, al di sopra, una piazza che nella prima
parte, esattamente quella di fronte al bar Del Ponte, sarebbe stata una piazza di ricevimento
dei turisti. Nelle parti indietro, quelle destinate a parcheggio, sfruttando i dislivelli che
naturalmente ci sono, sarebbero state costruite e realizzate quattro vasche di decantazione,
al di sopra delle quali si sarebbe poi sviluppato parimenti il parcheggio che c’è oggi, senza
toccare minimamente il canale sottostante. Le quattro vasche di decantazione sarebbero
state sufficienti a smaltire i reflui del paese, per poi indirizzare la parte solida nel
depuratore di Cuma. Ma tutto questo, purtroppo, di fronte all’ignoranza, all’incompetenza,
grazie ad orecchie poco funzionali, non si poté sviluppare, solo perché fu proposto da un
consigliere di minoranza, che ero io, che non poteva prendersi alcun merito, che peraltro
neanche voleva.
Trasporti. Si immagini che un automezzo di linea pubblica per raggiungere il capolinea di
Ischia Porto/Cava Grado a S. Angelo impiega oltre un’ora e un quarto per 17 chilometri di
percorrenza. E allora, ci dobbiamo chiedere se è possibile andare avanti in questo modo e
produrre reddito per mantenere aziende che possano rispondere all’abbisogna di chi viene a
trascorrere le vacanze sull’isola d’Ischia. Io faccio degli esempi molto semplici. Il mese di
luglio, esattamente il 13-14 luglio, all’Hotel Casa Rosa di S. Angelo, (un albergo a
conduzione familiare, con una direttrice di una affabilità unica, dove si mangia anche
molto bene ed in un posto tranquillo per il riposo), c’erano tredici persone e,
contemporaneamente, all’Elios dei Maronti ce ne erano 140. Perché questa discrepanza? Il
perché è dato dal fatto che a S. Angelo le nuove generazioni hanno dimenticato cosa
significhi fare turismo, accogliere il turista, rendere i servizi che si pagano. Dovremmo
incominciare a capire dove si è sbagliato.
Poi ci sono stati altri fenomeni, come quello dell’abusivismo edilizio, che invece di
migliorare la ricettività turistica ha finito di peggiorarla per la presenza di un funzionario
presso le ASL e per la sicura incapacità dei politici regionali di chiedere al Governo, nella
fase di passaggio delle competenze dallo Stato alle Regioni, il rispetto delle vecchie
normative per gli esercizi commerciali (come avvenuto in altre Regioni). Oggi chi
sull’isola d’Ischia deve ereditare un immobile o un’azienda, lo eredita secondo le leggi
attuali e non secondo le leggi di quando l’immobile è stato costruito o licenziato ad uso
turistico, nel cui ambito i proprietari sono stati forzati a fare i gabinetti per la persona
normale e per la persona disabile, rendendo degli sconci che non sono buoni né per le
persone normali né per i disabili. Io vi vorrei far vedere nella mia S.Angelo, portandovi a
guardare personalmente, che cosa si è verificato per certi interventi, salvo se non coperti da
qualche provvidenza particolare.
Gli stabilimenti balneari. Da che si potevano usare in libertà negli anni 70 perché avevamo
sabbia ovunque, oggi, per gli interventi fatti a mare da illustri sconosciuti che hanno
deviato il corso delle maree e delle correnti, la sabbia va scomparendo ai Maronti, a Citara,
a Lacco Ameno, a Ischia, a Casamicciola. Nonostante ciò gli stabilimenti balneari sono resi
in concessione per la stessa superficie di quando la sabbia effettivamente c’era e i gestori
oltre a fare i prepotenti, non consentendo alle persone del posto nemmeno di poter
accedere sulla battigia, arrivano a piazzare ombrelloni, sedie e lettini direttamente a mare.
Cosa che è illegittima e richiederebbe un immediato intervento della Guardia di Finanza,
visto che gli uffici di marineria nulla guardano, come pure quello dei carabinieri che
gironzolano per l’isola anche durante l’inverno e nulla vedono. Io ho visto in certi
punti dell’isola, come ad esempio nella costa che va da Cava Grado alle Pietre Rosse di
Forio, piscine natatorie realizzate tra gli scogli, cementate con scale che vi consentono
l’accesso con una brutalità paesaggistica pazzesca.
Nel chiudere questo pezzo di oggi, diciamo che non è più rinviabile di un attimo un
intervento di ristrutturazione legale generale, tra persone che hanno la capacità di pensare e
di spiegare come mai negli anni 60 e 70 eravamo diventati tutti milionari ed oggi, nel 2024,
siamo poco più che pezzenti, a rischio di fallimento. Vengano fuori e ci dicano dove si è
sbagliato, quali errori vanno corretti, perché l’isola è stata spogliata agli ischitani, le
aziende sono state condotte al fallimento, non c’è un prezzo ragionevole per ogni azienda
in vendita. Andrebbe fatto un mea culpa generale e uno studio approfondito delle cause e
incominciare a correggerle immediatamente, prima di ulteriori precipizi.
(acuntovi@libero.it)