L’AUGURIO DEL P.C.I.M-L. “NEL 2019 LA LOTTA DI CLASSE AVANZI VERSO LA RIVOLUZIONE SOCIALISTA!”

Lavoratori di tutti i paesi, unitevi nella lotta comune contro il capitalismo e l’imperialismo, feroci devastatori del Pianeta e d’ogni cosa vivente e massacratori della dignità umana. Operai e intellettuali d’avanguardia sfruttati e umiliati dal potere economico, politico e sociale capitalistico col P.C.I.M-L., la Rivoluzione e il socialismo liberiamoci e riscattiamoci dallo stato di sfruttamento e di oppressione esistente: senza Rivoluzione e senza Socialismo noi e le future generazioni saremmo condannati alla sofferenza  esistenziale  perpetua. Viva  la  Rivoluzione socialista, Viva il Socialismo, Viva il Comunismo!

 

di Domenico Savio*

Siamo all’inizio di un nuovo anno, il 2019° dell’era cristiana, il 148° dalla Comune di Parigi, la conquista del primo potere proletario della storia e il 102° dalla vittoriosa e gloriosa Rivoluzione Proletaria Socialista Sovietica d’Ottobre in Russia, che avviò l’epopea della Grande Unione Sovietica e del socialismo realizzato nel ventesimo secolo sul Pianeta. Sono passati circa 10.000 anni di storia conosciuta dell’Umanità e a imporre i loro loschi e luridi affari sui popoli e sulla classe lavoratrice operaia e intellettuale è, purtroppo, ancora l’esigua minoranza di violenti, di prepotenti, di approfittatori, di sfruttatori, di ingannatori, di corrotti e corruttori, di massacratori della dignità umana, di rapinatori della ricchezza e del lavoro altrui, di guerrafondai e di mercanti della cartamoneta, cioè i capitalisti e gli imperialisti nazionali e internazionali sostenuti dal potere statale e sociale ad essi asservito.

      La ricchezza prodotta col lavoro e i sacrifici di vita delle masse lavoratrici e popolari è nelle mani di pochissime persone, cioè della classe padronale, priva di coscienza e di umanità, che genera, col la complicità del potere politico, discriminazione e disuguaglianza sociale, carovita, povertà, disoccupazione, emigrazione, morti per carenza di assistenza sanitaria e sociale, distruzione dell’ecosistema, disastri naturali e ambientali con la perdita sistematica di vite umane – disastri dovuti alla mancanza di messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio -, messa in pericolo della stessa sopravvivenza della vita sulla Terra, carenze nei settori della vita sociale dell’edilizia abitativa, della scuola, che sciaguratamente è di classe borghese e clericale, dei trasporti, del tempo libero e del godimento della vita, delle disparità sociali, eccetera.

      Dinanzi a questo scenario deprimente dell’esistenza umana sulla Terra viene spontanea la domanda: ma perché da circa 10.000 anni gli uomini e le donne, che costituiscono la quasi totalità degli abitanti del Pianeta, hanno accettato questo stato di reale dipendenza e schiavitù imposto dalla minoritaria classe padronale, perché hanno accettato e sono sottostati a un potere coercitivo, perché hanno accettato di vivere un’esistenza grame senza ricercarne le cause e rigettarle, perché non hanno trovato la forza e la volontà di opporsi, ribellarsi e infrangere tale stato di ingiustizia, di disparità e di barbara disuguaglianza tra gli individui, figli della stessa terra e parimenti compartecipi dei beni che la Natura ha messo loro a disposizione? Perché se ne stanno ancora buoni e disposti a subire le angherie quotidiane del sistema e del potere economico, politico e sociale capitalistico e imperialistico? Perché si accetta ancora il governo del capitale sul lavoro e del padrone sull’operaio e sull’intellettuali sfruttati?

      Eppure il concetto di democrazia reale – che in realtà solo nel Socialismo potrà realizzarsi – e ugualitaria include, dopo un ampio confronto libero, uguale, democratico e collettivo tra le parti, che la volontà della maggioranza, le masse lavoratrici e popolari, prevale sulla minoranza, i pochi ricconi sfruttatori e usurpatori. Nei secoli la quasi totalità dei popoli avrebbe potuto, con la lotta di classe, rivoluzionaria e il conquistato diritto di voto nell’età moderna, imporre alla minoranza ladrona la sua volontà, i suoi bisogni e le sue aspettative per il futuro. Si può obiettare che chi detiene il potere economico, politico, sociale e militare difende con ogni mezzo e violenza gli interessi del sistema e della classe sociale dominante che rappresenta, ieri re, imperatori, feudatari e dittatori vari e oggi capitalisti e imperialisti. Però nessun potere coercitivo può fermare la forza delle masse in movimento e in lotta per cambiare la situazione di oppressione e disumanità esistente.

      Ciò in parecchie situazioni storiche è stato ampiamente dimostrato. Attualmente il proletariato nei paesi dove si è conquistato il diritto democratico e costituzionale borghese di voto e di lotta potrebbe utilizzare questi strumenti quanto meno per avviare il cambiamento, salvo a difendere le conquiste così realizzate con le iniziative più adatte alla circostanza. Invece la maggiore consistenza delle masse popolari – indottrinate stabilmente dalla classe borghese e clericale al potere, dalla formazione scolastica di regime, dall’informazione e formazione dell’opinione pubblica dei mezzi di comunicazione pubblici e privati sostenitori del regime padronale – continua, in uno stato di assuefazione, di adattamento, di rassegnazione e di rinuncia alla mobilitazione e alla lotta, a sostenere il potere antipopolare dominante soffrendone tutte le conseguenze di vita.

      A promuovere i miglioramenti sociali con la lotta e sovente pure col martirio, sino a costruire la nuova e superiore società prima socialista e poi comunista, sono sempre state delle minoranze delle classi oppresse, le avanguardie, che spesso si sono trovate contro anche coloro per i cui bisogni, diritti e aspettative lottavano. Questo ci dice che dopo circa 10.000 anni di storia conosciuta dell’Umanità la gran massa dei popoli è ancora sprovvista di una coscienza critica, di analisi e conoscenze sufficienti dei processi storici, di capacità d’indagine e di autonoma valutazione e giudizio sugli accadimenti sociali, sul consenso elettorale e sulle altre possibilità di cambiamento che la realtà ci prospetta. Troppo e colpevolmente lento è il processo di conoscenza storica e scientifica, di apprendimento, di crescita intellettuale e di emancipazione sociale. Contro l’evoluzione della coscienza umana giocano anche l’ignoranza storica e della realtà sociale, l’egoismo, l’opportunismo, la difesa dell’interesse di parte contro quello collettivo, mali e carenze alimentati dalla cultura, dalle tradizioni e dai costumi borghesi: la vita assimila da quanto la circonda.

      La tragedia dell’emigrazione di massa di ieri e di oggi per ragioni di sopravvivenza o per l’anelito di migliorare le condizioni di vita personali e familiari, aiutata dalla fraterna solidarietà dell’internazionalismo proletario di natura marxista-leninista, dovrebbe favorire la conoscenza e lo sviluppo della lotta di classe del proletariato dei vari paesi, dovrebbe rafforzare l’unità internazionalista delle battaglie proletarie e agevolare lo sviluppo della lotta anticapitalistica e antimperialistica sull’intero Pianeta e contestualmente sostenere la lotta rivoluzionaria per la conquista del socialismo nelle singole nazioni. Noi comunisti dobbiamo contribuire a indirizzare il dramma dell’emigrazione verso una più radicale lotta al capitalismo e all’imperialismo nel nome della Rivoluzione socialista, la conquista del potere proletario e la costruzione dello Stato socialista.

      E’ incredibile come durante l’anno appena trascorso in Italia con le elezioni politiche del 4 marzo la destra cosiddetta giallo-verde sia riuscita a ottenere i voti necessari per formare l’ennesimo governo reazionario e antipopolare. D’altronde tutte le forze politiche presenti nella competizione elettorale erano di natura borghese, clericale, capitalistica, movimentista e socialdemocratica e dato per spacciato, dalla rabbia popolare, il partito democratico non c’era da aspettarsi un risultato diverso. La Lega e il M5S hanno rispettivamente bene utilizzato il sentimento antiemigrante di parte del popolo italiano e l’avversione diffusa alla capitalistica e imperialistica Unione Europea raccogliendo i voti necessari per costituire l’ennesimo governo nuovamente filoeuropeo e antipopolare. Il M5S ha cavalcato il bisogno sociale, specialmente del Sud, promettendo un “reddito di cittadinanza” che non darà dignità agli italiani disoccupati e poveri. Si tratta di forze politiche di destra e conservatrici che sciaguratamente hanno raccolto e imbrigliato un certo malcontento sociale e popolare per il disastro causato, in modo particolare, dai passati cinque governi sostenuti dal partito democratico. L’ennesimo governo borghese ha appena approvato la legge di bilancio 2019 fatta di lacrime e sangue per i pensionati, i senza lavoro e gli aumenti del costo della vita che sono stati annunciati. Oltre gli inganni elettorali e il voto di regime della stragrande maggioranza dell’elettorato italiano c’è solo l’impegno della classe lavoratrice operaia e intellettiva avanzata per la Rivoluzione socialista e la conquista del Socialismo nel nostro paese.

      Se il cammino della lotta di classe per il Socialismo rimane arduo è anche perché le avanguardie che si richiamano al Socialismo non sempre sono coerenti e attualmente la maggioranza di esse si collocano su posizioni antimarxiste-leniniste revisioniste della dottrina comunista, socialdemocratiche, movimentiste, opportuniste, estremiste, elettoralistiche e piccolo borghesi. Tale natura di incoerenza col  bolscevismo sovietico, con la via maestra della Rivoluzione socialista per conquistare il potere politico alla classe lavoratrice operaia e intellettuale, con la dittatura (potere) del proletariato per la costruzione dello Stato socialista, con il centralismo democratico nell’attività del Partito comunista e con la collettivizzazione dell’economia determina divisioni e contrapposizioni sul fronte della lotta rivoluzionaria per l’abbattimento del capitalismo e dell’imperialismo e la vittoria del Socialismo.

      Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista rimane il fedele erede, interprete ed esecutore dei principi del marxismo-leninismo e del pensiero e l’opera dei nostri Grandi e unici Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin e come tale nel corso del 2018 si è fatto promotore di una iniziativa politica unitaria, che, purtroppo, non è stata accolta dalle organizzazioni della sinistra comunista coinvolte. Anche alla luce di tale settaria e opportunistica risposta negativa riteniamo che in Italia il P.C.I.M-L. rimanga l’unico, coerente e fedele Partito della Rivoluzione socialista e chiediamo ai coerenti comunisti e a tutti i lavoratori avanzati del braccio e dell’intelletto di sostenerlo nel non facile compito storico.

Forio (Napoli), 1 gennaio 2019.

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