La natura imperialistica del capitalismo è insita nella sua genesi, nel senso che fonda il suo essere sulla necessità dell’espansione dei mercati e sull’accumulo incessante dei profitti, senza questi due elementi non esisterebbe e soccomberebbe. I mali dell’umanità – sfruttamento, povertà, disuguaglianza e guerra – sono sempre dipesi dall’accaparramento e dallo sfruttamento privato delle risorse naturali, dallo sfruttamento del lavoro altrui e dalla proprietà privata dei mezzi di produzione. L’imperialismo è la fase suprema del capitalismo ed è condannato alla deflagrazione e all’implosione e man mano che raggiunge la sua massima espansione e si avvicina alla scomparsa, per cedere il passo alla nuova era prima del socialismo e poi del comunismo, diventa sempre più guerrafondaio, feroce e distruttivo. Naturalmente esso non morirà per inerzia, ma per l’incalzare della lotta proletaria che prepara la rivoluzione socialista.
Il capitalismo genera varie potenze imperialistiche in lotta tra loro per il dominio dell’una sull’altra in termini di accumulo di ricchezza, di controllo dei mercati, di egemonia politica e di potenza militare, ma in caso di pericolo si coalizzano per battere il comune nemico, cioè il proletariato in lotta per liberarsi dalla schiavitù economica e sociale. La prima guerra mondiale, con milioni di proletari mandati a scannarsi sui campi di battaglia, scoppiò per il tentativo di sopravvivenza dell’ormai decrepito impero austro-ungarico e per l’allargamento del suo dominio sull’intera Europa, la seconda per le ambizioni imperialistiche della Germania nazista, con sessanta milioni di morti, e la prossima terza guerra mondiale, già scatenata dai governi dell’imperialismo economico, finanziario e militare degli Stati Uniti d’America, per dominare l’intero pianeta e diventare il più grande impero che la storia conosca.
Sin dall’inizio le varie potenze imperialiste hanno cercato di soffocare nel sangue lo sviluppo della gloriosa Rivoluzione Socialista d’Ottobre sbarcando coi loro eserciti sul territorio della Russia, poi inizialmente ci hanno provato con la Germania nazista per annientare l’Unione Sovietica e successivamente ci sono riusciti con la cosiddetta guerra fredda, le infiltrazioni e l’opera nefasta e demolitrice dei rinnegati Krusciov e Gorbaciov. Purtroppo il progresso dell’umanità si è fermato di nuovo in attesa di una nuova ondata della rivoluzione socialista. Come la prima guerra mondiale favorì il trionfo della dittatura del proletariato in Russia, la nascita dell’Unione Sovietica e la creazione del mondo socialista, allo stesso modo dobbiamo lavorare affinché dalla terza guerra mondiale, già cominciata, scaturisca l’inizio della nuova civiltà umana, basata sul potere della classe lavoratrice e sull’affermazione del principio dell’uguaglianza economica e sociale tra tutti i componenti della collettività.
Nell’attuale fase storica la potenza imperialista più forte, agguerrita e minacciosa è quella americana, che ha l’ambizione di dominare l’intero pianeta e per raggiungere tale obiettivo usa i servizi segreti, lo spionaggio, l’ingerenza propagandistica, il controllo delle telecomunicazioni, la diplomazia, il finanziamento di gruppi e azioni destabilizzatrici nei paesi da aggredire e sottomettere, i governi fantoccio – com’è avvenuto recentemente in Libia, Iraq, Afganistan e sta tentando in Ucraina, Siria, Iran e altrove – e le azioni di guerra dal cielo, che, vigliaccamente, comportano meno perdite per le proprie forze armate e maggiori danni per le popolazioni aggredite e colpite senza umana pietà. L’Italia dei governi capitalistici, borghesi e clericali di Forza Italia e del Partito Democratico è, mediante l’Onu e la Nato, uno stratega importante per la strategia di guerra degli Stati Uniti.
Oggi l’imperialismo americano domina l’economia del continente americano, coi governi europei e la Nato controlla e condiziona quella dei continenti europeo ed africano, collabora da una posizione privilegiata con l’imperialismo australiano, giapponese, cinese e dei paesi arabi petroliferi e confligge con quello più indipendente della Russia. Per avanzare verso l’Oriente l’America di Barack Obama e di quelli che gli succederanno hanno bisogno di sbarazzarsi della potenza militare e nucleare russa, mentre la Cina sarà affrontata dopo. Sembra un disegno diabolico, ma ad una attenta analisi appare reale, che sta nella strategia della sopravvivenza dell’imperialismo americano sulle altre potenze, che si ritiene più forte, ineguagliabile e imbattibile, ma si tratta pur sempre di una sicurezza che non ha fatto i conti con le potenzialità delle rivoluzioni proletarie che potranno scatenarsi e susseguirsi. In questi giorni Barack Obama ha detto: “Abbiamo una forza militare ineguagliabile”.
E’ dalla finta fine della chiamata guerra fredda che gli Stati Uniti d’America, con la complicità dell’Unione Europea, che doveva servire anche a questo, della Nato e dell’Italia, stanno cercando di arrivare ai confini della Russia per poi aggredirla nel modo più opportuno allo scopo di liberarsi di un concorrente politico ed economico e mettere le mani sull’ingente patrimonio energetico esistente nel sottosuolo russo. Di lì al Giappone passando per la Cina il cammino sarà meno arduo e se dovessero raggiungere un tale obiettivo senza soccombere alle armate proletarie allora soccomberebbe come l’impero romano duemila anni fa. L’assalto portato alle Repubbliche baltiche, a quelle balcaniche e a quelle mediorientali ex sovietiche già da prima del 1989 ad oggi e quello attuale all’Ucraina fanno parte di questa strategia espansiva dell’imperialismo economico, finanziario e militare americano.
I comunisti marxisti-leninisti, votati per la vita alla sconfitta del capitalismo e alla vittoria del socialismo e per insegnamento particolare di Lenin, sono sempre e in ogni caso antimperialisti, perché tale impegno indebolisce l’imperialismo e favorisce l’ascesa al potere delle masse proletarie, attraverso la concreta possibilità di promuovere e condurre a vittoria le rivoluzioni socialiste. Ne deriva che siamo senza se e senza ma al fianco della Resistenza di uomini e donne delle costituite Repubbliche nell’est dell’Ucraina, al fianco dei veterani in combattimento che già combatterono nella Eroica Armata Rossa e al fianco di quanti lottano nel nome di Stalin e del socialismo contro l’aggressione fascista americana ed europea: oggi contro l’imperialista Barack Obama e domani contro il capitalista Vladimir Putin. Chi proclama né con l’Ucraina né con la Russia in effetti favorisce l’aggressione americana.
I comunisti, la classe operaia e l’intero proletariato di tutti i paesi hanno le potenzialità ideali, di lotta di classe e di giustizia storica per trasformare la guerra imperialistica in rivoluzione socialista per fermare le tragedie della guerra e per aprire all’umanità l’era superiore del socialismo e del comunismo. Questo messaggio di vita e di speranza per un futuro migliore dobbiamo portare tra i lavoratori, nelle masse popolari, nelle lotte antimperialistiche e tra i Resistenti dell’Ucraina costruendo e favorendo il trionfo della rivoluzione socialista. La lotta antimperialistica, in Italia come in ogni altro paese della Terra, contro la guerra e la smilitarizzazione dei territori, ha un significato e una prospettiva di vittoria solo se nasce e si sviluppa dall’interno di un processo rivoluzionario per il socialismo, diversamente diventa comprimaria dell’infame e assassino regime capitalistico e imperialistico. Compagni, trasformiamo la guerra imperialistica in rivoluzione socialista per seppellire il male secolare del capitalismo e dell’imperialismo e per far nascere il socialismo.
Forio, 15 settembre 2014.
* Segretario generale del P.C.I.M-L.