E’ partita una petizione sul web che riguarda il complesso di Villa Arbusto a Lacco Ameno, che raccoglie le più antiche testimonianze di quello che è considerato il primo insediamento dei Greci in Italia meridionale. Compresa la celeberrima Coppa di Nestore.
“Oggi il comune di Lacco Ameno – spiega il consigliere regionale di Davvero Verdi Francesco Emilio Borrelli -è in dissesto e sta prevedendo di svendere questo bene prezioso abbandonato da tempo nel degrado e nella sciatteria amministrativa. Il comune potrebbe mettere a reddito Villa Arbusto fittandola a privati per convegni ma sono pochi coloro che sono riusciti a vincere le barriere burocratiche e difficoltà che pongono gli amministratori del comune ischitano. L’unico matrimonio per cui è stata concessa a giugno scorso (dal precedente commissario prefettizio) ha costretto gli sposi a ridipinger i viali e a noleggiare un impianto luce visto che l’amministrazione non dava alcuna assistenza. Noi riteniamo che il comune di Lacco Ameno sia sostanzialmente disinteressato a questo bene non comprendendone appieno la bellezza e l’importanza”.
Il complesso di Villa Arbusto fu costruito nel 1785 da Don Carlo Acquaviva, Duca di Atri, dov’era la “masseria dell’arbusto”. La villa oggi si presenta organizzata come un insieme di edifici contigui, che si integrano nel parco-giardino: il corpo residenziale padronale, Villa Arbusto, il cui nome è stato poi esteso a tutto il complesso; la dipendenza per gli ospiti; la merlata Villa Gingerò, chiamata oggi “Belvedere”; una cappella dedicata alla Madonna delle Grazie ed una piccola sacrestia; una villetta di impianto posteriore ed alcuni servizi, come una cisterna posta nella zona più alta. Il rapporto tra interni ed esterni è mediato da alcuni elementi di arredo all’aperto, come la struttura di grillages e pergole, la fontana che fa da fondale al giardino, alcuni viali e percorsi attrezzati. Estintasi nel 1805 la linea maschile degli Acquaviva, la villa passò in molte mani: dalla Duchessa di Conversano, alla famiglia Biondi, ai Ciannelli-Nesbit, che ne fecero una pensione e furono poi costretti a smembrarla per dissesto finanziario, finché nel 1952 fu acquistata dal noto editore e produttore cinematografico Angelo Rizzoli. Dopo la morte di quest’ultimo a comprarla fu il Comune di Lacco Ameno, col contributo della Provincia di Napoli e della Regione Campania, per esporvi i numerosi reperti che venivano alla luce nella zona a partire dagli anni Cinquanta del secolo trascorso, ma il Museo vero e proprio vi è stato aperto solo dal 17 aprile 1999.