La bellezza dei luoghi porta a riconoscersi nel posto in cui si vive unito al piacere estetico che deriva dalla bellezza che produce identità: segno con il quale una comunità si riconosce e trova il piacere di stare insieme condividendo la bellezza dei luoghi. I diritti dei cittadini sono troppo spesso compressi in favore degli interessi delle cosiddette “categorie produttive” La tutela comune del decoro urbano parte dal rispetto delle regole minime di convivenza. Perché non si fanno progetti necessari di riqualificazione urbana sotto la regia pubblica ed il controllo della Sovrintendenza, rispettosi dei pedoni, del decoro, dei luoghi? È auspicabile rivendicare un equilibrato utilizzo dei beni comuni, quale è il suolo pubblico, per una rigenerazione della qualità e della bellezza urbana evitando che gli spazi per la fruibilità collettiva risultino preclusi alla socialità, alle categorie fragili, al gioco dei bambini o alla visione degli edifici di pregio architettonico. Non di soli tavolini si può riempire uno spazio pubblico. La giusta misura, il giusto equilibrio è la via maestra, che mette in relazione esigenze diverse. Parallelamente, si devono proteggere gli imprenditori che operano in modo etico e promuovono un ambiente urbano più armonioso e accogliente per tutti. Lo sforzo di sindaci e amministrazioni deve essere quello di trovare il giusto punto d’equilibrio. Le piazze, gli spazi pubblici non possono essere sommersi dai tavolini delle attività commerciali, poligoni e doppi poligoni, che di fatto non rendono più fruibili pubblicamente i beni comuni. L’overdose di occupazione di suolo pubblico non giova neppure alle stesse attività commerciali. Al contrario, rischia di generare un effetto paradossale di concorrenza sleale. Sindaci e amministrazioni devono garantire un’organizzazione ordinata ed armonica dei Comuni isolani così da promuovere la fruizione, anche e soprattutto turistica, dell’ambiente cittadino, con particolare salvaguardia dei contesti a valenza storica e architettonica. Sindaci e amministrazioni vogliano favorire uno sforzo in grado di proteggere cittadini e operatori commerciali che lavorano onestamente. Vogliano garantire una equa fruibilità della cittadinanza, soprattutto delle categorie fragili, una concorrenza leale, oltre che la bellezza e la capacità di accoglienza della nostra isola. Talvolta le occupazioni di suolo pubblico da parte di alcuni esercizi commerciali sono evidentemente incompatibili con questi obiettivi. Una equa fruibilità dei luoghi rappresenta un passo fondamentale verso un’isola più vivibile e rispettosa delle norme, riaffermando l’impegno dei sindaci nella tutela di cittadini e imprenditori che rispettano le leggi e lavorano ogni giorno per rendere Ischia più bella e accogliente per tutti, ischitani e turisti. I nostri locali sono una vetrina per Ischia ed è essenziale tutelarli. Tuttavia l’occupazione del suolo pubblico danneggia non solo l’aspetto dell’isola ma crea anche malessere verso la cittadinanza, sopratutto la categoria fragile che va supportata e valorizzata. Dobbiamo batterci per una reale democrazia che sia in grado di coniugare giustizia sociale e sviluppo. Una vera democrazia ha bisogno del popolo per governarsi! E noi vogliamo una democrazia reale e la vogliamo ora. Altrimenti tanto vale prendere atto che la democrazia nel nostro paese è morta e sepolta. Una equa fruibilità è un ulteriore segnale, insieme alle demolizioni, di tutela dei residenti e dei commercianti virtuosi. Un segnale chiaro. Una novità importante. Tuteliamo residenti e commercianti che rispettano le regole. Nessuno sconto ai furbi. Del resto, è superfluo sottolinearlo, la cultura alta, che non significa elitaria, bensì profonda e non riducibile al classico panem et circenses, può vivere solo di partecipazione democratica e di libertà, e, tenendo presente l’incalzante crisi ecologica attuale, richiede di confrontare criticamente quanto prodotto dalla presenza umana su questo territorio, con le modifiche profonde arrecate allo stesso, nella sua preesistente configurazione “creata” dalla natura nel suo millenario cammino. Attendiamo con fiducia gli sviluppi dell’iter istituzionale che porterà a dei provvedimenti nella speranza che anche queste mie riflessioni che non facciano “muro contro i commercianti” ma possano servire alla definizione di soluzioni che rilancino tutte le attività economiche senza calpestare le elementari fondamenta del pubblico interesse. Strade e marciapiedi sono pubblici e non uso privato dello spazio pubblico. I luoghi sono per la gente. Ischia è per la gente, non per il profitto. Un’ischia fruibile, all’insegna del passeggio, della condivisione, della parola e delle emozioni. A cui vengano restituite dignità e decoro. Al cui centro ritorni l’importanza della memoria e del recupero dei “luoghi del cuore” per riqualificarli e metterli al centro della socialità e fruibilità pubblica. Per un’isola più coesa, più bella e più rispettosa dei diritti di tutti..
di Antimo Puca