Giustizia. Per l’uomo la grave accusa di violenza sessuale su minore infraquattordicenne

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Il pedofilo di Casamicciola sottoposto ad incidente probatorio

L’uomo è stato interrogato in una saletta del Tribunale di Napoli alla presenza dei suoi difensori, gli avvocati Michele Regine e Leilio Della Pietra e si è confrontato con i magistrati alla presenza delle donne difese dall’avvocato Bruno Granito

MAURO IOVINO

Ischia – Si è tenuto ieri mattina in una saletta del Tribunale di Napoli l’incidente probatorio a G.A. il 61enne casamicciolese accusato di violenza sessuale su minore infraquattordicenne ed arrestato nella mattinata dell’undici Ottobre scorso, dalla Polizia di Stato. Gli agenti, coordinati dal Vice Questore Stefania Grasso, fecero irruzione in un monolocale di Casamicciola al cui interno trovarono una ragazzina rom di 13 anni in compagnia del 61enne. L’uomo venne arrestato con l’accusa di violenza sessuale su minore di 14 anni ed immediatamente trasferito nel carcere di Poggioreale, a Napoli. La bambina invece trasferita in una località protetta. Gli uomini del commissariato di Ischia erano da tempo sulle tracce di un traffico di prostituzione tra zingare e uomini dell’isola e secondo la polizia per ogni prestazione sessuale venivano corrisposte tra le 100 e le 200 euro. Da tali indagini nacque l’irruzione nel monolocale che, secondo la polizia, il 61enne adoperava allo scopo. Gli agenti arrestarono anche la mamma della bambina, con l’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile, ed altre due zingare. Addosso alla mamma della 13enne, la Polizia rinvenne 1800 euro in contanti. Il pubblico ministero Fabio De Cristofaro, in questa fase delle indagini preliminari, si è convinto della necessità di procedere con l’incidente probatorio e quindi cristallizzare le dichiarazioni dell’uomo, senza attendere per questo la fase dibattimentale, e quindi senza attendere che il 61enne avrebbe ribadito la sua versione al collegio giudicante. Richiesta di incidente probatorio del pubblico ministero che il Giudice, Vincenzo Alabisio, ha accolto emettendo apposita ordinanza, fissando per ieri mattina la presenza delle parti. L’uomo è stato interrogato alla presenza della mamma della bambina e delle altre due donne, tutte in stato di arresto presso il carcere femminile di Pozzuoli. La contrapposizione sorta dagli interrogatori di tutti gli arrestati verte sul fatto che le donne ‘accusano’ il 61enne di essere uno ‘stupratore’ e loro sarebbero ignare di tutto, dall’altro invece l’uomo ammette la sua responsabilità, le sue debolezze, accusando le donne di essere parte integrante di un unico disegno criminoso, quello dell’induzione alla prostituzione della piccola. In sostanza, il casamicciolese nell’interrogatorio è andato a confermare le dichiarazioni che già aveva reso alla polizia giudiziaria negli attimi successivi all’arresto, ovvero che non era a conoscenza che la piccola avesse meno di 14 anni, anzi non riteneva fosse proprio minorenne. Ai magistrati l’uomo ieri mattina ha anche detto che era sua ferma intenzione liberarsi di questo giògo che giorno per giorno gli provocava un senso di oppressione e voleva allontanarsi da queste donne che lo stavano circuendo ed approfittavano di lui e dei suoi regali in danaro, forti delle sue debolezze. ‘Si è vero le ho pagate’ avrebbe fermamente confessato l’uomo confessando di essere caduto nella loro ‘trappola’ per debolezza e che in tutta la sua vita non ha mai commesso reati essendo incensurato. Un elemento importante che potrebbe generare una mutazione del capo di imputazione consiste nella perizia cui è stata sottoposta la piccola sottoposta alle violenze. Secondo alcune indiscrezioni dalla perizia potrebbe uscire fuori che la piccola non ha 13 anni ma 14 anni e questo cambierebbe il quadro accusatorio, al momento molto negativo e sfavorevole per l’uomo. I magistrati hanno deciso di sottoporre a perizia la piccola in quanto sia lei che la mamma e le altre donne sono nomadi, sfornite di qualsivoglia documento che possa attestare la data di nascita ed altro e quindi hanno deciso di capire fino in fondo quanti anni abbia la bambina. Su questo elemento puntano molto i due difensori dell’uomo, gli avvocati Michele Regine e Leilio Della Pietra, che sono certi ormai di un giudizio immediato che il pubblico ministero chiederà per i loro cliente. Il quadro è oramai chiaro – fanno sapere i due legali – ed il fatto che abbia confessato e cristallizzato nell’udienza di oggi la sua posizione chiarisce alcuni aspetti probatori che eviteranno lungaggini processuali che potrebbero inasprire la sua posizione in un eventuale processo pubblico. L’uomo è stato già sottoposto ad una perizia per stabilire la sua piena capacità di intendere e volere ma i suoi difensori intendono far emergere anche l’immagine di un uomo psicologicamente debole, sofferente da anni di una forte forma di diabete, di un vissuto in un particolare contesto familiare formato sul vecchio stampo patriarcale e di un modo di vivere disordinato in una casa piena di cianfrusaglie, e la possibilità di vivere solo grazie al suo status di pensionato. Gli avvocati Michele Regine e Leilio Della Pietra puntualizzano inoltre che resta da chiarire soprattutto la posizione delle altre imputate che respingono ogni accusa addossando tutte le colpe all’uomo. Di tutt’altro avviso il legale delle donne, l’avvocato Bruno Granito, che difende a denti stretti soprattutto la posizione della mamma ritenendola, fino a diversa e definitiva condanna di un tribunale che ne accerti la sua colpevolezza, parte offesa nel processo, perché madre di una bambina violentata da un uomo di 61 anni. Nei confronti delle nomadi arrestate, e soprattutto nei confronti della mamma, secondo l’avvocato Granito, le prove di un loro coinvolgimento che possa concretizzare l’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile non sono così evidenti come apparse in un primo momento e nelle successive fasi processuali la loro posizione sarà meglio verificata e chiarita. Terminato l’incidente probatorio l’uomo ha fatto ritorno nella cella del carcere di Poggioreale e le donne nelle celle del carcere femminile di Pozzuoli.