Tra i frequentatori della spiaggia libera della Chiaia si sta diffondendo la preoccupazione di contrarre l’impetigine, un’infezione cutanea che ha interessato già diversi bambini. Cerchiamo ora di conoscerne le cause, i sintomi e le terapie, attraverso le conoscenze di un esperto, il dottor Antonino Reale, responsabile di Pediatria dell’emergenza presso l’Ospedale Bambin Gesù di Roma.
L’impetigine è l‘infezione batterica, frequente nei bambini al di sotto di 10 anni, più comunemente osservata durante la stagione estiva. Essa costituisce la forma più superficiale delle piodermiti (una particolare forma di dermatite). È causata da streptococchi, stafilococchi o da ambedue gli organismi.
I virus, i funghi e i batteri crescono e prolificano molto bene in tutti gli ambienti caldo umidi ecco perché in spiaggia, così come nell’acqua del mare è alto il rischio di contrarre un’infezione per il suo contatto con la pelle. “L’impetigine rappresenta la forma più frequente d’infezione cutanea quando ci si immerge in acque con elevata carica batterica – chiarisce il dottore – può manifestarsi su tutta la superficie corporea. Si presenta con aspetto vescicoloso o crostoso e talora si accompagna a febbre e malessere generale. Deve essere prontamente trattata- aggiunge- perché altrimenti si può diffondere in modo esteso a tutto il corpo o può contagiare altre persone per contatto o per condivisione di asciugamani”.
Generalmente in questi casi si somministra una terapia antibiotica, ma è bene adottare precauzioni: “se il vostro bambino ha l’impetigine tenetelo a casa almeno fino a 48 ore dopo l’inizio della terapia antibiotica” spiegano gli esperti dell’associazione “Ok Club salute e benessere”. “Naturalmente non condividete le lenzuola o gli asciugamani e lavarli in lavatrice a temperatura molto alta. Le ferite vanno lavate con acqua e sapone: aiutatevi con guanti usa e getta per non rischiare di ammalarvi. Meglio coprire le bolle con una garza sterile.”
