E’ morto il sacerdote Don Massimino Lauro per anni punto di rifermiento di tutti presso la Cattedrale di ischia Ponte. Nella foto con Don Carlo Candido che gli subentrò, l’8 marzo del 2010, come parroco di Ischia Ponte. Lo ricordiamo con questo significative righe del sindaco di Ischia Carmine Barile:
Ti ho conosciuto ancora bambino, allorquando mio padre, medico dei tuoi genitori, mi portava con sé a svolgere le visite domiciliari, onde sottrarmi alle baldorie che con le mie tre sorelle combinavamo in casa e permettere a mia madre di svolgere le faccende domestiche.
Eravamo quattro figli con l’argento in corpo, come tu dicevi. Un giorno assistetti alla crisi respiratoria del tuo anziano padre che lo condusse alla morte, nella stessa stanza dove oggi, da medico ti ho assistito e ti ho visto morire. Sono stato l’ultimo a ricevere la tua benedizione terrestre, ma certo oggi tutti ne beneficiamo dal cielo.
Il ricordo che ho di te è quello di un uomo gentile, sempre pronto a ringraziare delle attenzioni che ti venivano dedicate. Attaccato alla vita eppure mai timoroso della morte. I tuoi studi, la tua
straordinaria cultura classica, la tua Fede, ti avevano dato il giusto distacco da tutto ciò che è provvisorio. Posso dire che con te ”Don Massimino”, scompare un uomo e un Sacerdote di elette virtù. Nella tua lunga vita hai battezzato, cresimato, sposato, confessato, accompagnato all’ultimo viaggio, almeno tre generazioni di Ischitani, che hanno ricambiato il tuo affetto e le tue premure, facendo di te un protagonista della vita della intera comunità.
Hai servito più Vescovi, hai visitato più Parrocchie e Rettorie, sei stato Canonico della Cattedrale, hai ricoperto incarichi di Curia, ma sei stato per tutti sempre e solo Don Max, perché quando si parlava di te non occorreva aggiungere altro. Fiero, ma anche umile, coltissimo, straordinario oratore, rimarrai scolpito nel ricordo di tutti quanti hanno avuto il privilegio di conoscerti e di ascoltare anche per una sola volta le tue omelie.
Che la terra ti sia lieve.
Grazie Max di quanto mi hai e ci hai dato. Tuo, Carmine