Le lotte cosiddette trasversali e condotte da posizioni politiche borghesi, revisioniste e opportuniste all’interno del potere e del sistema sociale capitalistico, che è fondato sullo sfruttamento del lavoro, dei servizi sociali e delle esigenze di vita delle masse popolari, sono prive della necessaria natura di classe proletaria e, pertanto, mancano dell’indispensabile mordente per ottenere dal potere padronale dominante l’accoglimento delle richieste dei cittadini, sino ad accumulare sonore sconfitte, così com’è avvenuto nell’ultimo quindicennio nei trasporti per il movimento di lotta trasversale, che non ha avuto una linea politica di attacco e di contrapposizione di classe al potere regnante.
L’Italia è governata da governi sostenitori degli affari degli investitori privati nazionali ed esteri e penalizzatori dei bisogni delle masse lavoratrici e popolari e solo con una lotta politica di classe frontale, determinata e di fuoriuscita dall’attuale sistema è possibile sperare in qualche risultato positivo per gli isolani e i lavoratori pendolari. La politica dei profitti massacra e annulla diritti e speranze dei cittadini.
E’ triste e sconcertante dover osservare come dirigenti borghesi e revisionisti del comitato di lotta per i trasporti negli incontri cogli studenti non rappresentino loro le vere cause economiche e politiche del sistema sociale dominante che determinano lo sfascio e l’elevato costo del servizio e il tipo di lotta della classe lavoratrice operaia e intellettiva da condurre per la soluzione del problema ingenerando, così, nei ragazzi illusioni e false aspettative.
I trasporti marittimi e automobilistici, come la scuola e la sanità, costituiscono servizi essenziali di una società civile e progredita e per garantire tariffe sostenibili dall’utenza popolare i maggiori costi devono necessariamente ricadere sulla fiscalità generale dello Stato. Invece i governi nazionali e regionali, al servizio degli affari dei capitalisti investitori hanno legiferato e imposto la privatizzazione anche dei trasporti, con la conseguenza di minori servizi, meno efficienti e sicuri e molto più cari, sino a dover rinunciare, per i maggiori costi, a un viaggio non essenziale. La garanzia della continuità territoriale e del diritto a poter viaggiare a prezzo popolare dipende solo da uno scontro politico della classe lavoratrice, che veda soccombere il potere dominante, difensore del guadagno privato su tutti i servizi sociali, a partire dai trasporti.
Da un quindicennio sono sorti e morti sulle isole e in terraferma vari comitati e movimenti di lotta per rivendicare il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale, ma il risultato tragico è che il potere politico, legittimato pure dal voto puntuale di quanti sono penalizzati nei trasporti, ha progressivamente peggiorato tale diritto avviando il fallimento, o la paralisi quasi totale, che è la stessa cosa, e la privatizzazione della compagnia pubblica Caremar e dei trasporti terrestri. La verità è che sulla mobilità dei cittadini, specialmente di quelli isolani, ci sono troppi pescecani che ambiscono ad arricchirsi o ad accrescere le loro ricchezze e senza un cambiamento radicale di potere politico e di sistema sociale è ingenuo pensare a concreti cambiamenti. La situazione, tra alterne vicende, continuerà a peggiorare le nostre condizioni di mobilità e di vita.
Continuare nelle iniziative trasversali, nell’alleanza “strategica” di mettere assieme idealità, culture e partiti diversi di centrodestra, centro e centrosinistra, che non mettono in discussione il potere politico dominante ed anzi lo alimentano politicamente ed elettoralmente, non serve a niente, è la via giusta solo per andare incontro a sistematiche nuove sconfitte, così com’è avvenuto sino ad oggi. Chi ci ha condotto nella crisi economica e sociale e nello sfascio attuale del sistema dei trasporti marittimi e terrestri sono stati i partiti che ci governano e per uscirne occorre sconfiggerli e liberarcene, a questa necessità assoluta non c’è alternativa. Ma attenzione, ancora più importante è farlo sotto la guida del potere della classe lavoratrice operaia e intellettiva.
Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, ieri come oggi, pur partecipando alle assemblee e alle manifestazioni di lotta per il diritto alla mobilità e a costo popolare non si lascia trascinare né tantomeno condizionare dalle ammucchiate cosiddette trasversali, che possono continuare a produrre solo sconfitte, né accetta ruoli comprimari per comportamenti individualisti e opportunisti di certuni. Non consentiamo a nessuno di invitarci per certe iniziative e ignorarci per altre. La furbizia ha le gambe corte e col tempo si ripiega sempre su chi la pratica. Noi per idealità e strategia politica proletaria veniamo da molto lontano e conosciamo bene gli strateghi dell’individualismo e dell’esibizionismo borghese e revisionista e, per tanto, restiamo gelosi custodi della nostra autonomia e indipendenza politica di classe e comunista.
Le sconfitte di oggi sui trasporti confermano quanto noi andiamo dicendo e proponendo da tempi lontani durante le assemblee e le manifestazioni di piazza circa la necessità della natura di classe proletaria della lotta da condurre per ottenere dei risultati, ma puntualmente non veniamo opportunisticamente ascoltati e seguiti nelle proposte e nelle iniziative, né la base del movimento di lotta di turno prende coscienza delle ragioni di classe delle sconfitte subite e neppure accoglie le nostre proposte, alternative a quelle perdenti perseguite sino ad oggi da coloro che hanno guidato i movimenti. La questione è esclusivamente di natura politica, così come lo sono le sconfitte subite. Alla scellerata politica padronale della privatizzazione dei trasporti occorre contrapporre una nuova politica popolare e proletaria e un nuovo governo regionale e nazionale per attuarla.
Si può sperare in un’inversione di tendenza e in qualche successo solo se si avrà la capacità di costruire un movimento di lotta agguerrito contro il potere e il sistema sociale dominante. Il Partito Comunista Italiano M-L lavora per questa prospettiva, perché la privatizzazione distruggerà il nostro diritto alla mobilità.
Domenico Savio, Segretario generale e Consigliere comunale di Forio del P.C.I.M-L.