Sembra essere passata inosservata la notizia del possibile accorpamento della diocesi di Ischia ad altre diocesi limitrofe, pubblicata dal quotidiano online “Il Fatto Quotidiano” e rilanciata da Teleischia.
Il progetto di riduzione delle 222 diocesi della Cei prevede l’abolizione delle 36 sedi al di sotto dei 90mila abitanti. Tra le diocesi che potrebbero essere abolite ed accorpate con le diocesi confinanti, anche quella di Ischia con le sue 25 parrocchie e 33 sacerdoti. A svelare il progetto – rivela ancora Il Fatto Quotidiano – che fino a quel momento era “sub secreto pontificio”, era stato lo stesso Papa Francesco due mesi dopo l’elezione, il 23 maggio 2013, incontrando per la prima volta, nella Basilica Vaticana, tutto l’episcopato italiano. In quell’occasione, parlando a braccio, Bergoglio aveva affidato alla Cei “il dialogo con le istituzioni culturali, sociali, politiche”, ma anche “il lavoro di rendere forti le Conferenze episcopali regionali, perché siano la voce di tutte le regioni, tanto diverse”. E qui il Papa aveva svelato: “Io so che c’è una commissione per ridurre un po’ il numero delle diocesi tanto pesanti. Non è facile, ma c’è una commissione per questo. Andate avanti con fratellanza”.
Dunque, la cosa era ben nota negli ambienti ecclesiastici da circa due anni: e lo ha confermato lo stesso vescovo di Ischia, mons.Pietro Lagnese, ad una precisa domanda rivoltagli sabato scorso, durante l’incontro con i giornalisti isolani nella festa del protettore San Francesco di Sales. “Sappiamo solo che la Santa Sede sta lavorando alla riduzione del numero delle diocesi e che le diocesi più piccole potrebbero essere coinvolte in questa riforma – ha dichiarato Monsignor Lagnese – ma al momento non sappiamo altro”.
Una riforma che, stando a quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, sarebbe stata pensata in nome della “spending review” che coinvolgerebbe anche il Vaticano con le sue diramazioni “periferiche” sul territorio.
Sarebbe interessante conoscere al proposito il pensiero dei fedeli isolani e degli stessi sacerdoti, mentre gli storici cattolici potrebbero appellarsi alle tradizioni pluri millenarie della nostra realtà diocesana, oltre a sottolineare le peculiarità e le difficoltà proprie dell’insularità.
Per quanto poi riguarda l’eventuale accorpamento, quali sono le ipotesi percorribili? Una unificazione con la vicina diocesi di Pozzuoli o si potrebbe pensare ad una diocesi delle isole, allargata cioè a Procida (oggi compresa nell’Arcidiocesi di Napoli) e, perchè no, anche a Capri?
Il dibattito è aperto…