DECRETO ISCHIA. SCONTRO PD-CINQUE STELLE: E’ DAVVERO CONDONO?

Condono o non condono, questo è il dilemma sulla ricostruzione del terremoto di Ischia. E’ scontro in Aula, alla Camera, tra il Pd e il M5s sul decreto Emergenze, che interessa Genova ed Ischia. L’oggetto del contendere è l’articolo 25 che riguarda le norme sull’isolaverde. Il Pd accusa governo e maggioranza di introdurre un condono edilizio tombale per Ischia, alludendo poi al fatto che questo territorio faccia parte del collegio in cui era candidato Luigi Di Maio (collegio proporzionale Campania 1.01, Di Maio capolista). Il M5s ribatte che non c’è alcun condono, e parla di bufale.

Ma come stanno davvero le cose?

In casa dem denunciano “il vergognoso condono edilizio per Ischia voluto da Lega e Cinque Stelle”. Lo ha scritto su Twitter il segretario del partito Maurizio Martina: “Dall’onestà al liberi tutti anche sulle regole: una follia per la sicurezza delle persone e dei territori”. “Nel decreto emergenze non vi è alcun condono edilizio”, ribatte il vicepremier Luigi Di Maio, che su Facebook posta la foto con il testo dell’articolo del decreto oggetto delle accuse.

La posizione del M5s

Antonio Federico, deputato del Movimento 5 Stelle, a margine del suo intervento in Aula, durante la discussione per la conversione in legge, ha sottolineato che “siamo contro ogni forma di condono e purtroppo non possiamo cancellare quelli fatti dai governi precedenti. A Ischia non condoniamo un bel niente ma prendiamo atto che ci sono persone che si ritrovano a vivere in edifici danneggiati dal terremoto del 24 agosto 2017 e che non sanno che destino avrà la loro richiesta, basata su condoni approvati da altri governi e non certo da noi”.

“Su Ischia abbiamo anche introdotto una norma che dichiara insanabile l’abuso prodotto da condannati per mafia e riciclaggio. E abbiamo stabilito che se la richiesta di condono viene accolta, alle eventuali volumetrie extra costruite abusivamente non andrà neanche un euro. Ovviamente anche per chi si vedrà negata la richiesta non c’è nessun finanziamento. Il sisma dell’agosto 2017 ha bloccato buona parte dell’isola d’Ischia: noi diciamo soltanto che si deve decidere in fretta e smettere di lasciare i cittadini in un limbo, che di certo non è responsabilità nostra”

I lavori in Aula alla Camera si sono concentrati sulle norme che riguardano Ischia. Molti gli emendamenti presentati dai dem per modificare l’articolo 25 ma tutti respinti. Oggi è previsto il voto finale di Montecitorio, in modo che il provvedimento passi poi all’esame del Senato.

Ad aprire la raffica di critiche su “condono” ad Ischia è stato il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, che rivolto al M5s ha detto che “i disonesti fanno affari con voi”. “Con questo decreto buttate a mare la parola onestà”. Anche Matteo Renzi è intervenuto. “Orgoglioso dei deputati Pd che stanno lottando contro il condono edilizio voluto da Di Maio e dai Cinque Stelle. Non è vero che in questo Paese manca l’opposizione: guardate la Camera, oggi, prima di giudicare. Gridavano onestà e adesso fanno i condoni”. Renzi conclude con l’hashtag: “No condono Di Maio”.

Ma può essere definito un condono quello che riguarda Ischia? Il Dl Genova contiene un articolo, il 25, che riguarda da vicino i tre comuni di Ischia interessati dal terremoto del 21 agosto 2017. L’articolo consentirebbe ai Comuni dell’isola campana di definire, entro sei mesi, le richieste di condono pendenti dal 1985 nell’ambito del processo di ricostruzione post-sisma. Detto in altri termini: le case danneggiate dal terremoto del 2017 su cui pendeva un’istanza di condono, verranno sanate, ristrutturate o forse anche edificate ex novo con soldi pubblici.

Nel corso dei decenni molte domande di condono presentate ai sensi di legge sono ancora inevase in tutta Italia. Ma ha ragione anche il movimento 5s a sostenere che le richieste degli ischitani con la casa danneggiata sono spesso “basate su condoni approvati da altri governi e non certo da noi”. Tuttavia, i Dem, oggi, hanno tutto l’interesse ad evidenziare le contraddizioni di Di Maio, che si è sempre detto contrario a tutti i condoni.

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