Il Consigliere Comunale di Forio Domenico Savio ha scritto al Prefetto di Napoli, chiedendo la revoca dalla carica di Presidente del Consiglio Comunale sia a Michele Regine, che al Vicepresidente. “Forio – si legge in una nota – langue nei problemi sociali di sempre mentre l’Amministrazione comunale non solo continua a snobbare le richieste dell’opposizione consiliare, visto e considerato che non si degna neppure di rispondere alle decine di istanze presentate ma, nonostante la richiesta di mettere all’ordine del giorno decine di argomenti, il Consiglio comunale non viene convocato da ben quattro mesi e cioè dal lontano 28 novembre 2013. Uno scandalo se consideriamo che il civico consesso non si tiene perché gli amministratori foriani temono fortemente la presenza al suo interno del Consigliere del PCIML Domenico Savio. E lo hanno dimostrato in più occasioni. Quando hanno cercato più di negargli la parola, quando hanno tentato invano di fargli terminare anzitempo i suoi interventi e quando, vergogna delle vergogne, è stato fatto piantonare dai Vigili Urbani”.
“Considerato che gli esponenti della maggioranza amministrativa continuano a negare al Paese l’indizione del Consiglio comunale – prosegue Gennaro Savio – con una nota inviata anche al Prefetto di Napoli, il combattivo Consigliere comunale del PCIML oltre alla convocazione del Civico consesso, chiede la revoca della carica di Presidente del Consiglio comunale, l’Avvocato Michele Regine, che ha il dovere di indirlo e del vicepresidente. “Visto che il Presidente del Consiglio comunale di Forio, come pure il vice Presidente, non convoca il Consiglio comunale dal 28 novembre 2013, cioè da circa quattro mesi!, nonostante il paese versi in una paurosa situazione di arretratezza e trascuratezza sociale e nonostante siano tanti i problemi sociali per i quali nel tempo è stata chiesta la convocazione del civico consesso per discutere e deliberare con urgenza la loro soluzione; Considerato che il protrarsi della mancata convocazione del Consiglio comunale danneggia gli interessi del paese, non favorisce i bisogni e le aspettative sociali dei cittadini e non consente alle opposizioni consiliari di svolgere appieno il proprio mandato istituzionale ricevuto dagli elettori, in quanto, a differenza della maggioranza amministrativa e consiliare, non ha altra possibilità di contribuire al governo del paese se non attraverso l’attività del Consiglio comunale”.