I dati sul racket contenuti nella seconda edizione del libro “I costi dell’illegalità e la lotta alla criminalità organizzata” che sarà presentato domani 23 giugno, al convegno di Unimpresa “Legalità dove sei” con il Procuratore nazionale antimafia Roberti. Oltre 200mila i commercianti e gli artigiani colpiti dall’estorsione che pagano il 65% del pizzo italiano, 6,5 miliardi. Con l’usura tassi fino al 1.500% annuo
Vale 10 miliardi di euro l’anno il “giro d’affari” del racket che grava sulle imprese italiane. La quota più ampia è a carico dei commercianti costretti a pagare alla criminalità organizzata un pizzo pari a 6,5 miliardi (il 65%). Sono oltre 200mila i negozianti e gli artigiani colpiti dall’estorsione. Sono alcuni dei dati contenuti nella seconda edizione del libro dal titolo “I costi dell’illegalità e la lotta alla criminalità organizzata”, edito da Unimpresa, che saranno resi noti domani, lunedì 23 giugno, alle ore 11, presso la sala del consiglio della Camera di Commercio di Napoli, nell’ambito della presentazione del volume.
“L’estorsione – Luigi Scipione, autore del libro, professore universitario e membro del Comitato di presidenza di Unimpresa – al di là dei suoi ritorni in termini economici, è l’attività criminale che più di ogni altra induce assoggettamento e conferma la posizione di supremazia sul territorio dell’associazione”. Secondo Scipione “l’atto del pagamento del pizzo (praticamente un gesto automatico) da parte di quasi tutti gli operatori economici presenti su di un dato territorio, rappresenta nel modo più plastico la posizione di diffusa ed indiscussa soggezione verso la criminalità organizzata da parte della società civile e del tessuto economico che esprime. Assoggettamento, posizione di supremazia, controllo del territorio, rappresentano l’essenza del potere criminale. E questo, a sua volta, è la premessa, il formidabile fluidificante che consente, poi, alla organizzazione di fare ed imporre sempre nuovi affari, di entrare sul mercato imprenditoriale e conquistarlo (e, su altro versante, di entrare in quello politico ed assumere un ruolo di primo piano). Sebbene rimanga invariato il numero dei commercianti e piccoli imprenditori taglieggiati non possiamo non notare una contrazione del numero delle attività legali e una crescita di quelle di proprietà mafiosa”. Per quanto riguarda l’usura, Scpione osserva che “la sensazione più diffusa e raccapricciante è che esistano settori in cui l’usura si va facendo sempre più sofisticata ed indipendente anche rispetto alla criminalità organizzata, in particolare il settore professionistico e, a certi livelli, lo stesso sett ore bancario”.
Ai lavori, aperti da Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio di Napoli e da Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa, prenderanno parte don Tonino Palmese, vicario episcopale dell’Arcidiocesi di Napoli, Franco Roberti, procuratore nazionale Antimafia, Luigi Scipione, autore del libro e docente di Diritto dell’Economia alla Federico II di Napoli, Filippo Beatrice, procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli, Francesco Antonio Musolino, prefetto di Napoli, Guido Marino, questore di Napoli, Gaspare Sturzo, magistrato e presidente del Ciss, il Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo. Il dibattito sarà moderato dal vice direttore del Tg1, Gennaro Sangiuliano mentre le conclusioni sono affidate a Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania.
Ufficio Stampa Unimpresa
a cura dell’Ago Pres