Gli agricoltori, piccoli e grandi dell’isola d’Ischia chiedono che venga stabilita una deroga al divieto di spostamento dell’ultimo decreto regionale. Le attuali limitazioni mal si adattano alle esigenze dei tanti piccoli agricoltori isolani e potrà nuocere gravemente sui raccolti e sulla produzione vinicola ischitana.
A scriverci è Pino Macrì, titolare dell’Hotel Macrì, ma sopratutto proprietario di un terreno agricolo posto in un comune diverso da dove abita. Ecco il suo messaggio, la richiesta sua e di tanti piccoli agricoltori.
Zio Nicola mi diceva appena ieri: “Posso andare a comperare zucchini e insalate nel supermercato e non posso andare a coglierei miei finocchi e le mie scarole a Casamicciola, nel mio terreno? Io vado nella terra, all’aria fresca, da solo!”.
Quindi noi chiediamo che la questione venga presa in considerazione e riesaminata al più presto.
Finora nessun risultato è giunto nonostante le nostre richieste, nonostante il presidente della Coldiretti di Napoli, Andrea D’Ambra e il presidente della Cooperativa Vignaioli Ischitani, Giosuè Trofa, abbiano già, scritto ai Sindaci dei vari comuni dell’isola. E’ stato spiegato loro che è in atto un’importante lotta contro la Flavescenza Dorata (come da decreto regionale n. 51 del 03 12 2012) e la salvaguardia del territorio e, ribadendo, soprattutto, la necessaria e difficile lotta per il contenimento dell’azione virotica della Flavescenza Dorata.
Sarebbe necessario consentire spostamenti a piccoli coltivatori, piccoli proprietari, contadini e semplici lavoratori (che coltivano il proprio orto per uso personale e familiare), offrendo una deroga alle attuali norme, al solo fine della cura e del mantenimento di vigneti e orti. Tale deroga a spostamenti, segnalati, motivati, permetterebbe di poter curare piante e terreni e garantirne il raccolto.
Sulla questione è intervenuto anche l’assessore Cesare Mattera, che ha spiegato come la stragrande maggioranza dei piccoli e medi agricoltori isolani, non rientra nella categoria di imprenditori e braccianti agricoli professionali. L’ex sindaco di Serrara Fontana ammonisce sulla assoluta necessità di contenere la Flavescenza Dorata e per questo motivo ha scritto al Governatore della Campania De Luca e all’assessore dell’agricoltura della Campania, chiedendo semplici deroghe, esclusivamente solo per detti spostamenti. Cesare Mattera fa riferimento ad apposito decreto ministeriale (il DM 11 32442 del 31 05 2000 per le cure obbligatorie dei vigneti) gli spostamenti anche in comuni vicini, per contenere le minacce infestanti che attaccano i vigneti.
Tanti contadini e agricoltori isolani si trovano in questa condizione. Il 95 per cento non ha titoli professionali, ma conserva terreni coltivati con fatica e tenacia, da secoli, da generazioni. Ed oggi queste proprietà agricole rischiano, in mancanza di semplici deroghe alle attuali norme, di scomparire definitivamente. Tra 10 giorni circa, bisogna trattare per la prima volta le viti contro gli attacchi di oidio, peronospora e flavescenza dorata. C’è inoltre da innaffiare, “accannare” le patate, raccogliere fave e piselli, piantare i fagioli, piantare i pomodori, contenere le erbe infestanti, combattere le arvicole, mantenere sgombre le linee tagliafuoco. Tutto questo patrimonio, da sempre, è un reddito, piccolo o grande, che da sostegno e spesso unico sostentamento ad una categoria ancora ben presente e radicata sulla nostra isola. Un indotto spesso utile alle necessità di piccoli proprietari agricoli.
E in questo periodo, forse ancora lungo, è un’opportunità (anche per altre famiglie) da “coltivare” e non da abbandonare. Bisogna in tutti i modi, nel rispetto delle norme, dei comunicati e delle ordinanze, creare e studiare la possibilità di garantire deroghe al divieto che impedisce la cura delle coltivazioni. Si chiede la possibilità magari ad orario e a giorni predeterminati o determinati, di poter accedere ai propri fondi, piccoli o grandi, e avere la possibilità di curarli e coltivarli. Deroghe sono state offerte alla silvicultura, boschi e taglio di legnami.
Ischia, isola, come tale unicum, deve poter avere la possibilità di poter salvare i propri terreni, le proprie culture i propri terrazzamenti che, unici anche loro, sono e potranno essere volano di sviluppo per nuove prospettive di sostentamento e di lavoro. Le viti e le erbacce non aspettano, In questa attività non c’è nessun pericolo di assembramento. E la coltivazione dei terreni riducono le spese e permettono sostentamento alle famiglie meno fortunate. Chiediamo una cosa semplice e di buon senso.
Io e altri amici, per esempio, ligi ai giusti doveri, alle giuste restrizioni, rispettosi dei decreti, dal 7 marzo, non ci siamo più recati nei nostri terreni. Nel mio caso spero che le mie nuove, amate piante di Biancolella impiantate a gennaio, non siano state preda di topacci o conigli selvatici. Non possiamo permettere che tutto vada in malora e una catastrofe anche legata all’economia economica si abbatta sulla nostra martoriata terra.
Salviamo i nostri orti e le nostre vigne! Non chiediamo nulla di illegale, solo una deroga specifica, che legittimi le nostre giuste richieste e salvi le nostre coltivazioni.
Con affetto, un abbraccio, ora più che mai virtuale, Pino