CORONAVIRUS. MESSAGGIO DEL VESCOVO: “NON ABBIATE TIMORE!”

Carissimi fratelli e sorelle, il Signore vi dia Pace!
Sì, Pace: è ciò che chiedo per me e per voi in queste ore di grande
apprensione e di ansia per la nostra vita, per la sorte dei nostri cari, dell’Italia e
del mondo. Insieme a voi voglio domandarla al Signore Gesù, in modo
particolare per tutti coloro che stanno soffrendo. Egli ci ha detto: “Vi lascio la pace,
vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore
e non abbia timore” (Gv 14, 27). Quanto ci fa bene ascoltare questa Parola di Gesù!
Custodiamola nel nostro cuore e ne gusteremo tutta la forza.
Vi scrivo in un momento certamente non facile per tutti noi e per l’intero
Paese e in una circostanza sicuramente delicata per la nostra Isola, in ansia in
queste ore per alcune persone risultate positive al coronavirus e per le tante altre
alle quali è chiesto di entrare in quarantena.
Lo faccio nel giorno in cui la Chiesa guarda a San Giuseppe, Sposo della
Beata Vergine Maria e Patrono della Chiesa universale, e si rivolge a lui per
invocare la sua protezione. Lo faccio, nella festa del papà, come padre dell’intera
comunità diocesana di Ischia che la bontà del Signore mi ha voluto affidare,
consapevole che mio compito è starvi accanto, condividere con voi questo
momento, invitarvi alla speranza, sostenere l’Isola con la mia preghiera che,
continuamente, in questi giorni, per tutti sto elevando al Signore.
Penso in questo momento a tutti i papà che, insieme alle loro spose, sono in
ansia per la salute dei figli; ai papà che, a causa dell’emergenza sanitaria, vedono
messo in discussione il loro lavoro; a quelli che, in particolare, già preoccupati
per la loro famiglia, perché segnata da disagi, si vedono costretti a fare i conti con
difficoltà in questo momento ancora più grandi. A loro e alle loro famiglie tutto
il mio affetto e la mia vicinanza. Penso anche ai nostri sacerdoti, che vivamente
ringrazio per lo zelo e la sollecitudine che stanno mostrando nel servire le loro
comunità in ogni modo e con ogni mezzo. Pur non potendo radunare il popolo
loro affidato continuano il loro servizio di sentinelle, raggiungendo la gente e
pregando e celebrando ogni giorno l’Eucaristia per la Chiesa e per il mondo. Il
Signore dia loro gioia e forza perché possano continuare a farsi dono ed essere
sempre più pane spezzato per la nostra gente.

L’epidemia da coronavirus cresce e, per questo motivo, siamo stati tutti
invitati ad entrare in una sorta di quarantena generale, a ridurre al minimo le
relazioni sociali, a rimanere in casa il più possibile, a rinunciare addirittura alla
partecipazione alla Santa Messa, anche di Domenica. Quest’ultima decisione,
accolta in spirito di collaborazione per la tutela della salute pubblica, ci ha
realmente addolorato e non poco, tutti: pastori, sacerdoti, fedeli laici.
Si tratta di un’esperienza, per la maggior parte di noi, mai fatta prima. I più
anziani ricorderanno i terribili tempi della guerra e il suono delle sirene che
indicavano l’inizio del coprifuoco ma, per tanti, è questa un’ora realmente mai
vissuta. E purtroppo un’ora dolorosa: un’ora nella quale avvertiamo tutti una
grande inquietudine, una persistente paura, un senso diffuso di impotenza e
precarietà.
Dal nostro cuore sgorga, spontanea e decisa, innanzitutto una domanda e
insieme un’invocazione: “Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il mio
aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra” (Sal 120, 1-2). E avvertiamo che in
questo momento ciò che possiamo e dobbiamo fare è, prima di ogni cosa, pregare.
E farlo con fiducia; con la consapevolezza che tutto concorre al bene, per quelli che
amano Dio (Rm 8, 28), e con la certezza che il Signore non ci abbandona, mai! È lo
stesso Gesù che ci invita a farlo, come abbiamo ascoltato all’inizio di questo
Tempo: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché
chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che
gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi,
dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro
che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!” (Mt 7, 7-11).
Preghiamo dunque perché si fermi l’epidemia. Preghiamo per quanti sono
morti a causa del coronavirus, per i loro cari e per quanti stanno lottando con la
malattia; per i medici, gli infermieri e il personale sanitario; per quanti governano
il Paese e le nostre città; per i tanti volontari e gli operatori della carità; per quanti,
a nome dello Stato, sono affianco di tutti i cittadini. Preghiamo per i piccoli, gli
anziani, le persone sole, per quanti vivono nella paura questo momento così
difficile per tutto il mondo.
Carissimi, chi avrebbe immaginato di dover vivere così quest’anno la
Quaresima! Chi avrebbe pensato di doverci preparare in questo modo alla
Pasqua! Ma il Signore ci chiama ad “un’altra Quaresima”: più intensa e, se lo
vorremo, più feconda. Un’altra Quaresima per vivere un’altra Pasqua: una
Pasqua più vera!
È prevedibile – si dice da più parti – che per molti, passata la bufera, nulla
sarà più come prima. Ad alcuni la cosa potrebbe suonare quasi una minaccia; per
altri, forse, apparirà soltanto una constatazione: una previsione oggettiva, dati
alla mano, di ciò che di fatto ci attende. Ma potrebbe anche, chissà, essere un
auspicio, un augurio, una speranza: nulla sarà come prima? Nulla dev’essere
come prima! Sì, nulla sia come prima!

“Tu hai stabilito per i tuoi figli un tempo di rinnovamento spirituale, perché si
convertano a te con tutto il cuore” (Prefazio Quaresima II): così prega la Chiesa in
questi giorni. Come fare perché sia veramente così anche “questa” Quaresima?
Come fare perché questa Quaresima sia un tempo fruttuoso, una vera occasione
di rinnovamento spirituale, nel quale convertirci a Lui con tutto il cuore?
Come provare, in definitiva, a vivere bene questo tempo?
Innanzitutto facendoci uno con quelli che soffrono: quanti sono stati colpiti
dal coronavirus, le loro famiglie, quanti piangono i loro morti; chi è solo, benché
vicino a noi; ma anche tutti i malati, e poi i poveri, quanti fanno i conti con la
stupidità della guerra, i migranti, i profughi, i bambini sotto le bombe, chi muore
per la fame e per il freddo; quanti vivono a contatto con la paura giorno e notte e
non sanno che ne sarà del loro domani. Fermiamo dunque il dilagare del virus
dell’indifferenza: non lasciamoci vincere dalla freddezza del cuore! Ritroviamo
la voglia di compassione. Ritorniamo a compiere gesti di tenerezza, a
incominciare dalle persone che ci sono più vicine. Anche per questa via passa la
conversione!
Da questa epidemia speriamo anche di uscire tutti un po’ più umili: con un
maggiore senso del nostro limite e la consapevolezza che non tutto è possibile
programmare, preventivare, gestire e che, al contrario, ci sono cose più grandi di
noi con le quali dobbiamo fare i conti e dinanzi alle quali siamo chiamati a mettere
da parte ogni delirio di onnipotenza e ogni pretesa di autosufficienza. La vita ci
è donata, ma non ci appartiene: non ne siamo i padroni. Siamo creature: siamo
deboli, fragili, mortali; siamo polvere, terra, argilla: ricordarcelo quanto ci bene
fa! “Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità” (Qo 1, 2).
Mettiamo da parte ogni forma di orgoglio e di vanagloria. Rinunciamo alla
superbia e alla presunzione. Anche per questa via passa la conversione!
Benché deboli, fragili, mortali, siamo però creature amate da Dio; ce lo
diceva, proprio nel giorno delle Ceneri, Papa Francesco: “siamo polvere amata da
Dio. Il Signore ha amato raccogliere la nostra polvere tra le mani e soffiarvi il suo
alito di vita (cfr Gen 2, 7). Siamo polvere preziosa, destinata a vivere per sempre.
Siamo la terra su cui Dio ha riversato il suo cielo, la polvere che contiene i suoi
sogni. Siamo la speranza di Dio, il suo tesoro, la sua gloria”. Sì, siamo destinati a
vivere per sempre! Siamo fatti per l’eternità. Nel Figlio di Dio, fattosi uomo per
noi uomini e per la nostra salvezza, ci è stata data in dono la vita eterna. In Cristo,
morto e risorto, la morte è stata vinta per sempre e il Cielo ci è stato offerto come
nostra Casa definitiva. Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa!
Alimentiamo allora la vita del Cielo in noi. Accresciamola nella fede, certi della
parola stessa di Gesù che ci ha detto: “vi prenderò con me, perché dove sono io siate
anche voi” (Gv 14, 3). Anzi, proviamo a sperimentarla e a testimoniarla già qui
sulla terra e sproniamoci a vicenda – come ci dice l’Apostolo Paolo – nel cercare le
cose di Lassù e nel pensare alle cose del Cielo (cfr. Col 3, 1-2). E nei momenti di
dubbio e di scoraggiamento diciamo al Signore: “aumenta la nostra fede!” (Lc 17,
6). Diciamogli pure: “Credo, aiutami nella mia incredulità!” (Mt 9, 24). Anche per
questa via passa la conversione!
Vivere la fede significa vivere la comunione con il Signore, e la comunione
con Lui la si nutre innanzitutto con la partecipazione all’Eucaristia, con l’ascolto
della Parola di Dio e la preghiera personale. Il digiuno eucaristico imposto, in
questi giorni, a tutti i fedeli, ci faccia ritrovare la nostalgia di Dio; ci aiuti a
ritornare al Signore e a riconoscere che senza di Lui non possiamo far nulla (cfr
Gv 15, 5); ci spinga pure a riscoprirlo, vivo e presente, nella Sua Chiesa e nella
grazia dei Sacramenti. La nostra Santa Restituta, patrona dell’Isola, con i martiri
di Abitene, ci ricorda: sine Dominico non possumus: senza la Domenica non
possiamo vivere! Impegniamoci, appena usciremo da questa epidemia, a vivere
con zelo il Giorno del Signore, a partecipare con gioia alla Santa Messa, ad
accostarci con cuore pronto alla Santissima Eucaristia. Abbiamo bisogno di
nutrirci della Carne di Cristo, Pane dei pellegrini e Farmaco d’immortalità, e di
sperimentare la Sua reale Presenza; abbiamo bisogno di riconoscere, in ogni
istante, che non siamo soli, che Gesù è al nostro fianco, sempre, e ci dice: “non
abbiate paura!” (Mt 14, 27). Intanto in questo tempo di restrizioni a causa del
coronavirus, riscopriamo la preghiera in famiglia. Gesù ci ha detto: “dove sono due
o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20). Certi della Sua
presenza in mezzo a noi, riprendiamo la bella abitudine di pregare insieme come
famiglia, ascoltando la Parola di Dio, facendo nostra la preghiera dei Salmi,
recitando il Santo Rosario e altre preghiere di devozione. Ritorniamo a dare del
tempo a Dio. Ritorniamo alla preghiera. Anche per questa via passa la
conversione!
In questo tempo tutto particolare ci viene chiesto di essere prudenti nelle
nostre relazioni, di stare tra noi a debita distanza, di evitare le normali
manifestazioni di affetto e soprattutto di rimanere a casa il più possibile. Sono
limitazioni, di certo fastidiose, che ci chiamano a rivedere i nostri stili di vita, ma
potrebbero costituire per ognuno di noi anche un’opportunità. Innanzitutto
potrebbero far rinascere in noi la consapevolezza di quanto siano importanti le
relazioni nella nostra vita e farci riscoprire che abbiamo bisogno gli uni degli altri,
che la vita è relazione e, soprattutto, che siamo fatti per amare. Sì, la nostra
vocazione è l’amore! Lavoriamo allora per la comunione! Diamoci da fare perché
cresca la fraternità. Restituiamo vita ai nostri rapporti; diamoci da fare per
realizzare amicizie più autentiche, dedichiamo tempo e spazio per costruire
rapporti più belli, più veri, più forti. Domani, quando sarà finita quest’avventura,
portiamo questa aspirazione nei posti dove stiamo, sui luoghi di lavoro, nelle
nostre realtà ecclesiali, in ogni nostra frequentazione. In particolare mettiamo
tutto il nostro impegno nelle relazioni domestiche. Riscopriamo la grazia di
essere famiglia, ritorniamo a dedicare tempo ai figli. Diciamo no a fare delle
nostre abitazioni delle piazzole di servizio e ritroviamo il gusto di stare in casa
insieme. Non alimentiamo il virus della divisione. Non lasciamoci contagiare
dall’egoismo. Non diamola vinta alla sindrome dell’individualismo e
dell’isolamento. Anche per questa via passa la conversione!
L’epidemia da coronavirus ci costringe a prendere coscienza che stiamo tutti
sulla stessa barca, che la Terra è davvero la Casa comune e che o ci salveremo
insieme o non ci salveremo. Pur distanti, ci accorgiamo di essere tutti più vicini;
tutti connessi e tutti collegati, nel bene e nel male; e comprendiamo che non
valgono a molto i confini. L’impegno poi a ridurre al minimo gli spostamenti, a
mettere da parte tutto ciò che non è indispensabile, a fare soltanto ciò che è
veramente necessario, ci spinga pure a vivere tutti con maggiore semplicità.
Riscopriamo le cose essenziali, le cose davvero importanti, ciò che conta
realmente. Uno stile di maggiore sobrietà ci renderà più solidali con chi è povero
veramente e tante cose non le ha. Proviamo a privarci un po’ di più di ciò che
abbiamo – che a volte è tanto e avanza – e impariamo l’arte del dono e della
condivisione. Anche per questa via passa la conversione!
Carissimi, continuiamo a pregare senza stancarci. Come Gesù nel
Getsemani, preghiamo uniti in quest’ora della prova. Preghiamo gli uni per gli
altri. La preghiera, specie quella d’intercessione – ci ripete spesso Papa Francesco
– commuove il cuore di Dio. Quando Dio vede che preghiamo per un altro, che ci
coinvolgiamo, lottiamo, digiuniamo, Dio si commuove e ci ascolta. Così fece con
Abramo, con Mosè e con tanti uomini e donne della storia del popolo di Israele;
così con tanti santi e sante che lungo i secoli, credendo alla parola del Vangelo,
sperimentarono l’intervento provvidente di Dio e la Sua pronta risposta.
Carissimi, nel tempo in cui ci è chiesto di astenerci dagli abbracci (cfr Qo 3,
5) ce n’è uno certamente non pericoloso: è l’abbraccio della Madre, di Maria, la
Madre del Signore e nostra. Nei momenti di paura i piccoli, per nascondersi e
ottenere protezione, cercano l’abbraccio della mamma. E in quell’abbraccio
trovano sicurezza e consolazione. Chissà quante volte anche il Bambino Gesù
avrà fatto la stessa esperienza; chissà quante volte si sarà lanciato tra le braccia
della Mamma in momenti di pericolo e di paura! Vogliamo cercare anche noi
quell’Abbraccio. Vogliamo affidarci a Lei, alla Madre della Misericordia, il
Rifugio dei peccatori e la Consolatrice degli Afflitti. Lei, la Madre della Tenerezza,
pregherà per noi e con noi. E ci dirà – come una mamma che insegna ai propri
piccoli a “dire le preghiere” – di affidarci al Signore e ripetere insieme a Lei:
“Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non
vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno, come
bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia“ (Sal 131,
1-2).
Nel Signore Gesù vi saluto e vi benedico.

Le ultime notizie

TikTok oscurato negli Usa, si attende un intervento di Trump

ROMA (ITALPRESS) – Gli utenti americani di TikTok non...

Mattarella “Craxi ha impresso un segno negli indirizzi del Paese”

ROMA (ITALPRESS) – “Bettino Craxi è stata una personalità...

Medio Oriente, in vigore il cessate il fuoco a Gaza

ROMA (ITALPRESS) – Dopo il rinvio dell’entrata in vigore...

Sorsi di benessere – Tisana malva e coriandolo, lenitiva e rigenerante

ROMA (ITALPRESS) - Semi di coriandolo e malva...

Newsletter

Continua a leggere

TikTok oscurato negli Usa, si attende un intervento di Trump

ROMA (ITALPRESS) – Gli utenti americani di TikTok non...

Mattarella “Craxi ha impresso un segno negli indirizzi del Paese”

ROMA (ITALPRESS) – “Bettino Craxi è stata una personalità...

Medio Oriente, in vigore il cessate il fuoco a Gaza

ROMA (ITALPRESS) – Dopo il rinvio dell’entrata in vigore...

Sorsi di benessere – Tisana malva e coriandolo, lenitiva e rigenerante

ROMA (ITALPRESS) - Semi di coriandolo e malva...

Paolo Borsellino, il ricordo di Meloni: “Tuo esempio vive in nostre azioni”

(Adnkronos) - La premier Giorgia Meloni ricorda Paolo...

ECCELLENZA. QUARTO – REAL FORIO: POCHE EMOZIONI ED UN LEGNO A TESTA, TERMINA 0-0

Termina a reti bianche il match di Eccellenza tra Quarto e Real Forio. In un match con pochissime emozioni ad uscirne vincitore è l'equilibrio...

GUARDA IN TV LA PARTITA ISCHIA CALCIO-VIRTUS FRANCAVILLA DOMENICA SERA ALLE ORE 21.10

Domenica sera Teleischia trasmette in in TV in differita, alle ore 21.10 la partita Ischia Calcio- Virtus Francavilla che si terrà allo Stadio Vincenzo...

CASAMICCIOLA. PORTO TURISTICO, IL COMUNE NE RIVENDICA LA GESTIONE

Casamicciola: il comune gestirà direttamente il porto turistico. Una linea di indirizzo che è stata  confermata da una delibera di giunta che prevede infatti la gestione...