CORONAVIRUS. DOTT. IRIDE: “MIA MOGLIE E’ POSITIVA, LE SUE CONDIZIONI SONO BUONE”.

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Nel report serale del 02 maggio, era emersa la notizia di un medico di Lacco Ameno contagiato dal coronavirus. Si tratta della dottoressa Maria Assunta Graneri e a dare l’annuncio era stata la sua stessa famiglia via social. Noi abbiamo sentito al telefono il marito della dottoressa Graneri, il dottor Cesare Iride, che ci ha dichiarato: “E’ da ieri che ci chiedono di questa vicenda, noi al momento possiamo solo aspettare. Posso solo dire che le condizioni di mia moglie sono buone e che abbiamo provveduto ad avvisare tutti i nostri pazienti, che ovviamente ringrazio per i grandi messaggi di solidarietà che ci hanno espresso. Si tratta di una cosa importante per noi in questo momento difficile. Dobbiamo tenere gli occhi aperti, perché il virus circola in maniera molto subdola e nonostante tante attenzioni anche noi abbiamo avuto questo contagio, sebbene non ci sia del tutto chiaro in che modo mia moglie abbia contratto il coronavirus.  Bisogna stare attenti a tutto, al di là dei sintomi e al di là della fase 2”. “Come medico dello sport, inoltre,  – aggiunge il dottor Iride – posso solo confermare che bisogna stare con gli occhi aperti. L’unica possibilità è evitare il più possibile tutti i contatti ravvicinati, utilizzando tutti i i dispositivi di protezione anche durante le visite mediche. Molti chiedono a gran voce di riaprire le palestre, ma io da medico non posso che esprimere i miei dubbi a riguardo. Molto spesso si tratta infatti di luoghi chiusi, con un’aerazione molto limitata, spesso con una o due finestre. Inoltre si tratta di ambienti dove si praticano attività per le quali è difficile tenere la mascherina e quindi con l’aumento del respiro aumentano anche le famose goccioline che si disperdono nell’aria. Tutto questo, in quelle condizioni, può essere molto rischioso”. “Rinnovo – conclude il dottor Iride – i miei ringraziamenti a tutti i pazienti che ci stanno mandando i loro messaggi di solidarietà. Ora dobbiamo solo aspettare che la cosa passi”.