I disturbi del gusto e dell’olfatto sono un sintomo frequente dell’infezione da coronavirus: colpiscono un paziente su 3. E sono riportati già in fase precoce di malattia, potrebbero dunque essere una preziosa spia per individuare i pazienti pauco-sintomatici, da sottoporre a test.
E’ quanto emerge da uno studio coordinato da Massimo Galli, del Dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, e accettato dalla rivista ‘Clinical Infectious Diseases’, che riporta la prima descrizione dei disturbi di gusto e olfatto come manifestazioni cliniche frequenti in pazienti con infezione da Sars-CoV-2. Questi disturbi sono spesso riportati già in fase precoce di malattia, consistono principalmente in alterazioni del gusto e colpiscono particolarmente i giovani e il genere femminile”. “Ho ricevuto in questi giorni – commenta Galli – decine di mail di persone che stanno a casa e che hanno manifestato questi disturbi anche come unico sintomo di qualche rilievo. Ringraziamo anche i numerosi colleghi che ci hanno segnalato dagli altri ospedali e dal territorio un inusuale incremento di queste particolari condizioni. Non siamo ancora in grado di dire nulla sulla possibile durata di queste alterazioni“, spiega Galli. I ricercatori intanto suggeriscono come “in un contesto pandemico e in soggetti con sintomatologia lieve-moderata che non necessitino di ospedalizzazione, la presenza di tali sintomi possa essere un prezioso indicatore per indicare i pazienti poco sintomatici meritevoli di ulteriori approfondimenti diagnostici”.