Vulcanologi: al via a Napoli il convegno internazionale Cities on Volcanoes 10. La Città Metropolitana di Napoli, con più di 3 milioni di persone e una densità di popolazione di circa 2,700 abitanti/km2, è la Città sui Vulcani per eccellenza. Con due vulcani esplosivi attivi, Vesuvio e Campi Flegrei, e l’isola vulcanica di Ischia, l’area napoletana è una delle regioni caratterizzate dal rischio vulcanico più alto al mondo.
“Il congresso Cities on Volcanoes 10 – ha affermato Roberto Isaia, Presidente dello Steering Committe Cov 10 e ricercatore Ingv – offre l’opportunità a circa 1000 partecipanti, tra scienziati, operatori di Protezione Civile, giornalisti ed educatori di oltre 50 paesi del mondo, di confrontarsi sulle strategie volte a promuovere una convivenza virtuosa tra uomo e vulcani. La presentazione di ricerche multidisciplinari e di esperienze dirette, tra cui il racconto della recente eruzione avvenuta alle Hawaii, porranno l’attenzione sulla resilienza dell’uomo al rischio vulcanico e come i vulcani abbiano rappresentato, e possono rappresentare, una risorsa più che un problema”. La Città Metropolitana di Napoli, con più di 3 milioni di persone e una densità di popolazione di circa 2,700 abitanti/km2, è la Città sui Vulcani per eccellenza. Con due vulcani esplosivi attivi, Vesuvio e Campi Flegrei, e l’isola vulcanica di Ischia, l’area napoletana è una delle regioni caratterizzate dal rischio vulcanico più alto al mondo. “Il Cov 10 a Napoli rappresenta un importante appuntamento per la comunità internazionale che si dedica agli studi di pericolosità e rischio vulcanico”, ha dichiarato il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni. “Il Congresso, infatti, vuole porre l’attenzione sui meccanismi di accumulo e risalita dei magmi che provengono dal mantello terrestre e che producono in superficie una varietà di fenomeni vulcanici controllati in particolare dalla composizione chimica, temperatura e viscosità dei fusi mantellici. Ogni vulcano comporta una diversa pericolosità e necessita di una resilienza specifica dell’uomo. È quindi necessario monitorare con sempre maggiore attenzione le aree vulcaniche con tutte le tecniche analitiche moderne a disposizione, dai movimenti registrabili dalle stazioni sismiche, i dati GPS (sistema di posizionamento globale), l’interferometria satellitare, l’idrogeochimica e le temperature dei fluidi, fino alla petrologia dei magmi, la stratigrafia eruttiva e la tettonica, per arrivare a produrre modelli evolutivi affidabili. Napoli è un laboratorio dove la ricerca scientifica è indispensabile per una coabitazione consapevole con il rischio vulcanico, un’area in cui la storia millenaria di convivenza con il Vesuvio, i Campi Flegrei e Ischia hanno profondamente inciso nella cultura e nell’arte, determinando una peculiare filosofia di vita, dove il fatalismo ha contribuito a generare poesia, musica, gioia e malinconia nei suoi abitanti”.
Il programma scientifico del congresso prevede quattro giorni di lavori in sessioni parallele, e una giornata di studi sul terreno, nel corso della quale i partecipanti avranno l’occasione di visitare i diversi vulcani campani e di coglierne le complesse relazioni con il territorio. I ricercatori si confronteranno sui processi decisionali e la pianificazione dell’emergenza, sul tema dei vulcani in fase di riposo, e di come i lunghi periodi di quiete influenzino la consapevolezza delle comunità residenti e le strategie di mitigazione del rischio; si parlerà di pianificazione urbana e di vulnerabilità in aree che, come Napoli, sono densamente popolate ed esposte al rischio vulcanico. Si discuterà anche di comunicazione della scienza in relazione al rischio vulcanico e del ruolo di scienziati, autorità territoriali e mass media. A fianco del programma scientifico, il programma parallelo che prevede: l’incontro fra il sindaco di Napoli e quello di Kagoshima, in Giappone, a suggellare un gemellaggio scientifico fra due grandi città esposte al rischio vulcanico; l’esposizione di lavori prodotti dagli studenti delle scuole nell’ambito di percorsi di educazione al rischio promossi dal Dipartimento della Protezione Civile e dalla Regione Campania; la mostra sulla distruzione di Mascali ad opera dell’eruzione dell’Etna del 1928. I congressisti potranno inoltre visitare la sala di sorveglianza dell’Osservatorio Vesuviano. “Il convegno – ha concluso il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni – è anche l’occasione per importanti collaborazioni con altri enti culturali napoletani: presso la Città della Scienza si svolgerà un incontro di approfondimento, rivolto agli insegnanti, sulla famosa eruzione vesuviana del 79 d.C. e sul rapporto uomo-vulcano nella preistoria; al Museo d’Arte Contemporanea Madre, invece è stato possibile inserire informazioni a carattere vulcanologico a commento della mostra temporanea Madre Pompei@Madre. Materia Archeologica. Le Collezioni (prorogata dal 24 settembre 2018 al 7 gennaio 2019)”. (Ren)