”Schiarita da Bruxelles sulle concessioni balneari, quelle da rinnovare e quelle da assegnare ex novo: dalla capitale europea partirà una “lettera di indirizzo” al Governo italiano nella quale sono riprese tutte le istanze elaborate dalla Federbalneari Italia presentate prima con una petizione e poi esposte da una delegazione che si è incontrata con la apposita Commissione del Parlamento Europeo, dove è intervenuta la eurodeputata Laura Comi, del Ppe. Al capo del Governo, ai Ministri dell’Economia e del Turismo giungerà fra breve l’invito europeo a mettere sollecitamente a gara il 50% del demanio marittimo disponibile per la balneazione e insieme a rinnovare le concessioni esistenti per un periodo congruo in relazione alle spese già sostenute e agli investimenti previsti; i rinnovi per le aziende attuali potranno infine raggiungere i 30 anni”. E’ quanto fa sapere, in una nota, Assobalneari della Campania. ”Nessuna incompatibilità, dunque, fra le regole europee per la libera concorrenza e i diritti delle numerose aziende che già operano sui litorali italiani, molte delle quali si sono trovate in gravi difficoltà: soltanto sulla costiera napoletana sono quasi un centinaio le aziende le cui concessioni sono state ritenute non rinnovabili o irregolari in relazione alle norme europee. Sul litorale flegreo sono tuttora sotto sequestro giudiziario per vari motivi legati alle concessioni molti chilometri di spiagge da Pozzuoli al Lazio, con la conseguente invasione di rifiuti e di gestori abusivi”, prosegue la nota. Alla delegazione italiana, capeggiata dal presidente Federbalneari Renato Papagni hanno partecipato i vicepresidenti Antonio Cècoro (presidente Assobalneari Campania) e Mauro Della Valle, i quali, si legge sempre nella nota, ”in precedenza, assieme ai legali dell’ associazione, si erano incontrati a Roma con il sottosegretario al Turismo on. Francesca Barracciu, riscontrando consenso alle proposte poi accolte anche a Bruxelles, e la disponibilità dell’attuale Governo nazionale al “doppio binario”: da una parte mettere a gara le aree non ancora in concessione al fine di creare spazio all’imprenditoria e posti di lavoro, dall’altra riconscere un congruo periodo per le concessioni vigenti che dovranno adattarsi in modo competitivo al mercato”.