Ieri le luci delle insegne delle loro attività si sono accese simbolicamente per l’ultima sera. L’immagine della Rive Droite illuminata è rappresenta non un momento di gioia, ma un grido di dolore. Le probabili misure che lo stato prenderà per l’eventuale riapertura dei ristoranti sono insostenibili per la gestione ordinaria di un locale e insopportabili economicamente. E questa mattina i ristoratori si sono riuniti davanti ai loro comuni a consegnare le chiavi dei propri locali. Presso il municipio d’Ischia la forma di protesta più importante dell’isola.
Sebbene loro vogliano fortemente aprire e tornare al proprio lavoro, oggi non ci sono i presupposti economici per poterlo fare: “In sintesi ci stanno chiedendo di aprire con gli stessi costi, se non più di prima della emergenza epidemiologica, con una previsione di incassi nella migliore delle ipotesi pari al 30% sull’anno precedente” affermano.
Questo l’allarme lanciato: “Ristoranti, bar, pizzerie ed il settore del turismo sono le attività che mandano avanti il nostro Paese e in questo momento, ahimè, le più penalizzate. Se lo Stato non interviene immediatamente, con gli adeguati strumenti rischiamo di perdere il patrimonio economico più importante del nostro Paese”.