In ambito sportivo, il termine doping indica l’uso di sostanze chimiche volto ad aumentare artificiosamente il rendimento atletico rispetto a quanto si otterrebbe in modo naturale con l’allenamento. Il doping trasgredisce le regole di correttezza, lealtà e rispetto per gli altri che sono il fondamento di qualsiasi attività sportiva. Rappresenta una scelta consapevole che va combattuta e punita severamente. Il ricorso a sostanze chimiche nello sport ha radici lontane.
Già nell’antica Grecia si utilizzavano erbe e funghi capaci di migliorare le prestazioni agonistiche. Negli anni ’50 fecero la loro comparsa le amfetamine, i primi stimolanti prodotti in laboratorio. Queste pratiche fraudolente non sono circoscritte ai soli atleti professionisti,purtroppo il doping interessa vasti strati della popolazione sportiva, anche chi pratica lo sport a livello dilettantistico o amatoriale. Questo probabilmente perché viviamo in una società che punta in modo esasperato sull’efficienza, sulla competitività e sul successo. Per molte persone l’affermazione sportiva,il prevalere sugli altri,diventano una meta da raggiungere con ogni mezzo. Spesso ad avvicinare al doping è quella sorta di “furbizia” che non accetta l’idea che solo con l’impegno e il sacrificio si possano raggiungere certi traguardi. Una compressa, l’iniezione, diventano la soluzione più comoda,l’illusione del successo facile. Un’altra molla che induce in tentazione è la mancanza di fiducia in se stessi, la paura di accettare i propri limiti. Il farmaco viene visto come l’espediente che dà sicurezza,esime dal mettersi in discussione. Assumere farmaci per ottenere vantaggi sportivi,comunque non sempre dimostrati,significa esporsi a dei rischi seri per la propria salute. In molti casi non è possibile prevedere quali conseguenze abbiano quando vengono somministrati con modalità e dosaggi diversi da quelli terapeutici. Si tratta di una vera e propria sperimentazione sull’uomo!
Chi rischia, lo fa perché non sa bene a cosa va incontro o perché, pur sapendolo, accetta i rischi sperando di ricavarne grandi meriti sportivi e denaro. Informazioni ambigue o false,forme di pubblicità indiretta da parte di testimonial d’eccezione, hanno creato una fiducia immeritata nella efficacia e innocuità dei farmaci usati nello sport che può invogliare a provare, ma anche costare molto cara. Complici del doping sono certamente i medici che prescrivono i farmaci per indicazioni non terapeutiche e i farmacisti che li dispensano contravvenendo all’obbligo di presentazione della ricetta. Corresponsabili sono anche le ditte che producono e vendono i loro farmaci al mercato nero, ma principalmente responsabile è colui che liberamente decide di intraprendere questa strada. Il doping rimane un fatto di coscienza personale, una scelta della quale ognuno è interamente responsabile di fronte a se stesso, agli altri e alla legge.