Il Gup del Tribunale di Napoli Antonella Terzi ha rinviato nel 2014 a giudizio tutti gli imputati nel processo per la distruzione di parte della pineta del Castiglione, a Casamicciola, sull’isola d’Ischia, per la costruzione di una caserma per il Corpo Forestale dello Stato. Sono sotto processo l’ex direttore generale alle Opere pubbliche di Campania e Molise, Donato Carlea e il sindaco di Ischia, Giuseppe Ferrandino, ex sindaco di Casamicciola; il titolare della ditta che ha eseguito i lavori, Domenico Parracino, l’architetto Liviana Nicoletta Buono, e l’architetto Silvano Arcamone, ex dirigente del Comune di Casamicciola.
FALSO E DISTRUZIONE ARBOREA – Le accuse sono di falso ideologico e distruzione del patrimonio ambientale. I pm della Procura di Napoli hanno ipotizzato che i soggetti coinvolti, per aggirare i divieti di edificazione sull’isola d’Ischia sottoposta a severi vincoli paesaggistici, avrebbero dato inizio nel 2009 ai lavori di costruzione della caserma su una particella catastale diversa da quella che era stata originariamente destinata dal Comune di Casamicciola. Per costruire la caserma del Corpo Forestale dello Stato furono tagliati 100 alberi della pineta di Castiglione e fu effettuato un «ciclopico» sbancamento. I lavori vennero sequestrati su input dell’allora Procuratore aggiunto di Napoli Aldo De Chiara.
INTANTO L’ABUSO EDILIZIO STA CEDENDO. LA DENUNCIA DEL CONSIGLIERE REGIONALE BORRELLI: “DOPO LE FORTI PIOGGE DI QUESTI GIORNI STA CEDENDO L’AREA”
“Lo stato del luogo – denuncia il consigliere regionale di Davvero Verdi Francesco Emilio Borrelli che denunciò assieme ad altri lo scampio edilizio e ha documentato lo stato di decadimento dell’ecomostro in pieno agosto – è di un degrado assoluto, pieno di sporcizia e di materiali edili anche pericolosi disseminati ovunque. Le pareti laterali che delimitano il mega abuso hanno oramai ceduto anche a causa delle forti temporali di questi giorni. L’area abbandonata da anni oramai sta collassando con gravi rischi per l’incolumità delle persone che vivono nei pressi o percheggiano le auto attorno all’ecomostro. Ci sono anche molte bottiglie di super alcolici e birre sparpagliate dentro e fuori il cantiere. Gli alberi abbattuti chiedono giustizia contro questa vergogna. Noi vogliamo il ripristino urgente dei luoghi e che qualcuno paghi per questo palese scempio. Vogliamo inoltre che vengano piantumati nuovi alberi e sia eliminata questa immonda colata di cemento in una zona tra l’ altro a forte dissesto idrogeologico. “Se lo Stato per primo non rispetta le regole e l’ambiente – conclude Borrelli – soprattutto ad Ischia dove l’abusivismo edilizio la fa da padrone come può chiederlo ai cittadini?”