A Forio la stagione turistica volge al termine proprio come era iniziata: con un sequestro per scarico abusivo in mare di acque reflue industriali. Questa volta, però, autore della violazione non è un albergo, ma il più grande parco termale dell’isola, con ben 19 piscine: il complesso turistico idro-termale “Giardini Poseidon Terme” nella baia di Citara, al qualò esono state sequestrate cinque piscine termali e una piscina olimpionica. Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal gip di Napoli su richiesta della Procura partenopea ed è stato eseguito dal Noe di Napoli e dai Carabinieri di Ischia coordinati dal Tenente Andrea Centrella. Secondo quanto emerso dalle indagini si è accertato che la struttura, in assenza della prescritta autorizzazione, scaricava in mare reflui industriali e precisamente le acque di controlavaggio dei filtri delle piscine, non preventivamente trattate. Il sequestro preventivo, spiega il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, “si è reso necessario per evitare la reiterazione del reato e il conseguente aggravamento delle conseguenze dello stesso”. Al termine delle operazioni dei carabinieri, è stata nominata custode delle aree in sequestro il rappresentante legale della GIARDINI POSEIDON TERME. La proprietaria del complesso termale risulta, invece, indagata per l’ipotesi di reato di scarico di acque reflue industriali senza le necessarie autorizzazioni. Quello di oggi è solo l’ultimo di una lunga serie di sequestri di strutture turistiche che non rispettavano la normativa vigente in materia di scarichi, la maggior parte dei quali avvenute proprio nel terriotorio del Comune di Forio. Tante le obiezioni che erano state sollevate degli operatori che chiedevano maggiore chiarezza nella normativa regionale, in Campania molto più restrittiva rispetto a quella vigente nel resto del territorio nazionale. Quello che desta un po’ di stupore è che un provvedimento del genere arrivi ad una settimana dalla chiusura programmata del parco e con la giustificazione che si è resa necessaria “per evitare la reiterazione del reato e il conseguente aggravamento delle conseguenze dello stesso”, dopo che per tutta la stagione estiva, e non solo quella del 2014, la struttura ha continuato a scaricare a mare. Ma non si poteva intervenire prima? Molti degli alberghi sequestrati erano proprio situati nella zone limitrofe, nessuno si era accorto prima che anche il parco termale non rispettava la normativa vigente? Dubbi a parte sulle modalità di sequestro, l’augurio è che dalla prossima stagione tutte le strutture ricettive si adeguino alla normativa e proteggano il nostro bene più prezioso: il mare, nonché la reputazione dell’Isola.