Roma, 7 apr. (Adnkronos) – “Le ripercussioni della guerra in Ucraina investono anche le sedi e le forme di collaborazione fra le Corti. Basti pensare all’uscita della Federazione russa dal Consiglio d’Europa, con tutte le conseguenze che potrebbero venirne anche nella partecipazione della Corte costituzionale russa alle sedi rappresentative delle stesse Corti. In una tale situazione è di particolare importanza che sia e rimanga salda la collaborazione reciproca delle Corti appartenenti all’Unione Europea”. Lo dice il presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato durante la relazione annuale a Palazzo della Consulta.
“Voglio sottolineare a questo riguardo – prosegue – che la nostra Corte ha fatto sempre il possibile perché i potenziali conflitti con la Corte di giustizia europea venissero risolti non erigendo i cosiddetti contro limiti nazionali nei confronti del diritto europeo ma promuovendo noi stessi interpretazioni convergenti del diritto europeo. Ne ho ricordato la prova nella giurisprudenza delle Corti. Sta in questo delicatissimo passaggio una delle giunture fondamentali su cui si regge il tessuto della nostra Unione – sottolinea – Non tutte le Corti costituzionali hanno seguito questa strada ed è forte e impellente il nostro augurio affinchè anch’esse lo facciano. Certo, abbiamo tutti il dovere di salvaguardare le nostre identità nazionali, cosi come prevede, del resto, lo stesso articolo 4 del Trattato Europeo”.
“Ma l’ articolo 4 viene dopo l’articolo 2, che enuncia i nostri principi e valori comuni – ricorda – rispetto della dignità, libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto, rispetto dei diritti umani e delle minoranze (valori comuni a una «societa caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarieta e dalla parità tra donne e uomini»). Su questo articolo, in primo luogo, dovremmo forgiare le soluzioni interpretative alle quali giungiamo per lo stesso articolo 4. E sull’equilibrio fra i due, infatti, che si regge l’unità nelle diversità del nostro ordinamento e della stessa Unione”. “D’altronde, sulla fiducia nel dialogo, nel confronto degli argomenti e dei valori si fonda la civiltà che la nostra Costituzione, insieme ad altre, ha contribuito a costruire in Europa sulla base della forza del diritto”, conclude.