Milano, 27 mag. (Adnkronos) – Rischiano un conto salato le imprese che gestiscono le funivie in Italia, dopo la tragedia del Mottarone. A lanciare l’allarme è l’Anef, l’associazione dei gestori che teme un forte impatto psicologico sul flusso di passeggeri con un calo del fatturato e un inasprimento sui sistemi di controllo con conseguente aumento degli oneri finanziari. E il presidente dell’associazione Valeria Ghezzi lancia una proposta al ministero dei Trasporti: controlli a sopresa.
”Dopo questa tragedia -dice all’Adnkronos il presidente dell’Anef, Valeria Ghezzi- un impatto sul mercato me lo aspetto, è umano. Eravamo appena ripartiti dopo una stagione invernale terribile e riponevamo grandi speranze, ora il timore che psicologicamente la gente non voglia salire esiste. Certo la paura è comprensibile, ma la statistica ci dice di stare tranquilli, l’ultimo incidente è di 40 anni fa, il mondo funiviario è fatto di gente seria”. Un mondo che conta oltre 400 aziende con 1500 impianti di risalita, milioni di passeggeri trasportati ed un fatturato che si attesta attorno ad 1,2 miliardi di euro in epoca pre-covid e che rischia di restare in apnea per altro tempo. E oltre al calo del numero di biglietti da staccare, preoccupa il timore che si debba tornare a investire proprio in nuovi sistemi di sicurezza.
”il rischio c’e’ sicuramente -dice Ghezzi- anche se io sono relativamente tranquilla che i sistemi di sicurezza siano già molto buoni. Poi -sottolinea- se servirà migliorarli, se servirà implementarli l’importante è che non si mettano cose inutili o che l’impostazione normativa che c’è oggi non venga modificata solo per far burocrazia e non per fare sicurezza”.