Praga, 23 mag. – (Adnkronos) – La sociologa ceca Ji’ina ‘iklová, tra i più noti intellettuali del dissenso durante il regime comunista e tra i firmatari del manifesto Charta ’77, è morta sabato 22 maggio all’età di 85 anni. Lo ha reso noto la famiglia come riporta la stampa di Praga oggi. ‘iklová è stata l’ideatrice di uno dei principali canali di collegamento tra il mondo del samizdat e l’emigrazione cecoslovacca, condannata per questo motivo a diversi mesi di prigione tra il maggio del 1981 e il marzo 1982: fu accusata di sovvertire la Repubblica Cecoslovacca in accordo con un gruppo di dissidenti fuggiti all’estero.
‘iklová fu uno dei membri fondatori del Dipartimento di Sociologia della Facoltà di Arti dell’Università Carlo IV di Praga. Dal 1956 fu iscritta al Partito comunista e nel 1968 in occasione della ‘Primavera di Praga’ fu tra i sostenitori dell’ala riformista. Rassegnate le dimissioni dal partito nel 1969, fu costretta a lasciare la cattedra universitaria e a lavorare come addetta alle pulizie. Fu così coinvolta nel movimento della dissidenza intellettuale legandosi a Carta ’77 di Vaclav Havel: nel frattempo si era impegnata con la diffusione dei samizdat, ovvero la diffusione delle pubblicazioni clandestine, da lei intese – come ha raccontato più volte in convegni in giro per il mondo – “come un mezzo di stratificazione sociale e possibilità di sopravvivenza della cultura” durante il regime comunista.
Dopo il crollo del Muro di Berlino nel 1989, è tornata ad insegnare sociologia alla Facoltà di Arti dell’Università di Praga. Qui ha creato il Dipartimento sociologia del lavoro che ha guidato fino al 2000. Si è occupata anche di studi di genere.