Palermo, 24 mag. (Adnkronos) – Nella presunta trattativa tra Stato e mafia c’è chi ha “agito al di fuori degli schemi ritardando e distruggendo le prove, falsificando le prove, favorendo e depistando”. E’ l’atto di accusa del sostituto procuratore generale di Palermo Giuseppe Fici nel corso della requisitoria del processo sulla trattativa Stato-mafia in corso davanti alla Corte d’assise d’appello di Palermo. “Sono decine gli inviti a tentare di fare chiarezza, basta ricordare l’intervista fatta ieri dal vicequestore aggiunto Manfredi Borsellino, figlio del giudice Paolo Borsellino”, ha aggiunto il pg Fici.