(Adnkronos) – Con misure che spingano la ripresa, liberandola da lacci e lacciuoli, e mettano l’Italia in condizione di osare di più. A Draghi il compito di individuare il punto di caduta, non semplice viste le diverse anime che abitano la maggioranza. Dove non mancano mugugni e mal di pancia anche per la partita nomine, con la scelta dei vertici decisa in solitaria. Il cosiddetto ‘metodo Draghi’, che lascia ai partiti solo le seconde file, sostanzialmente al buio sui nomi apicali.
Domani dovrebbe esserci un punto tra il presidente del Consiglio e i suoi fedelissimi -in primis il consulente economico Francesco Giavazzi e il sottosegretario Roberto Garofoli- per sciogliere la riserva su Fs e Cdp. Su Cassa, sembrano scendere le quotazioni dell’attuale ad Fabrizio Palermo, mentre salgono con forza quelle di Dario Scannapieco, vicepresidente della Banca europea per gli investimenti e uomo fidato di Draghi. Quanto a Ferrovie, continua a rimbalzare il nome dell’ex amministratore delegato di Terna Luigi Ferraris. Anche se nessuno esclude sorprese all’ultima curva. “Dopo Figliuolo, Belloni, Gabrielli – dice all’Adnkronos un ministro di peso – non troverei nulla di strano. Del resto è il metodo Draghi: in sintesi, decide lui…”.