Covid, da Russia a Gb rischio contagi: torna spettro lockdown

(Adnkronos) – Mentre in Italia è ancora acceso il dibattito sul Green pass Covid obbligatorio nei luoghi di lavoro, in Europa e nel mondo preoccupano l’aumento di contagi e morti. Dalla Russia alla Gran Bretagna è infatti record di casi giornalieri, con lo spettro di nuove restrizioni e lockdown dietro l’angolo. Nel tentativo di arginare il contagio, a prendere provvedimenti nelle ultime ore è stato Putin che ha approvato un ‘mini lockdown’. E se la Gran Bretagna ‘resiste’ a nuove chiusure nonostante l’altissimo numero di casi, in Romania si registra un morto per Covid ogni 5 minuti mentre in Germania continua a crescere l’incidenza e in Francia, dopo un periodo di calo, l’epidemia si è stabilizzata.

Il presidente russo ha dato ieri la sua approvazione a un mini lockdown proposto dal governo di Mosca che prevede l’astensione dal lavoro dal 30 ottobre al 7 novembre per cercare di fermare la diffusione dei casi di covid. “L’obiettivo principale è proteggere la vita e la salute dei nostri cittadini”, ha detto Putin durante un intervento televisivo, invitando i cittadini russi a “mostrare responsabilità, per favore”. L’aumento dei casi è collegato “purtroppo” ai bassi tassi di vaccinazione nel Paese, ha proseguito il presidente russo, invitando la popolazione a vaccinarsi. Solo ieri la Russia ha registrato 1.028 morti e 34.073 nuovi contagi. In totale sono stati 226.353 i decessi, il più alto numero di morti nel continente europeo.

La Gran Bretagna rischia intanto di ritrovarsi con 100mila contagi covid al giorno, con l’inverno imminente che rappresenta “la più grande minaccia”. Questo l’allarme lanciato dal ministro della Sanità britannico Sajid Javid nel corso di una conferenza stampa, durante la quale ha sottolineato che il servizio sanitario nazionale sta operando in modo “eccellente”. Nel Regno Unito i ricoveri a causa del Covid sono circa mille al giorno, ma “per fortuna” il numero delle vittime resta “basso”, sono circa un centinaio al giorno ha detto ancora, ricordando che “sappiamo da sempre che i mesi invernali pongono la minaccia più grande alla strada per la ripresa”. L’inverno fornisce “le condizioni perfette” non solo per il Covid, ma per i virus in generale, “stiamo cominciando a vedere l’impatto”. “Il virus resterà con noi per lungo tempo e resta una minaccia”, ha sottolineato.

Soltanto ieri nel Paese sono stati 49.139 i nuovi casi e 179 i decessi per complicanze legate all’infezione. Lo hanno reso noto le autorità sanitarie locali. Gli ultimi dati mostrano che i casi sono aumentati del 17,2 per cento in una settimana, mentre i decessi sono aumentati del 21,1 per cento, sempre in una settimana.

Se non si agisce subito, l’allarme lanciato ieri dalla Sanità britannica, si rischia “una crisi profonda” nei prossimi 3 mesi. Da qui la richiesta al premier Boris Johnson di varare al più presto restrizioni anti-Covid prima che la situazione precipiti. Ma per ora il governo non ha nessuna intenzione di farlo. “Riteniamo che non sia il momento di passare al piano B”, ha commentato il ministro dell’Industria Kwasi Kwarteng, intervistato in proposito dalla ‘Bbc’. Come del resto ha spiegato un portavoce di Downing Street, che ha confermato l’esclusione di imporre un nuovo lockdown completo per contenere la diffusione del virus.

Un morto ogni cinque minuti. Accade in Romania a causa del coronavirus, come riferiscono i media locali, mentre il numero dei contagi e quello dei decessi ha registrato un nuovo record dallo scoppio della pandemia. Le autorità locali parlano di 423 decessi da martedì, 390 dei quali non erano vaccinati. Tra le vittime anche un sedicenne positivo al Covid-19, 232 uomini e 191 donne. Sono invece 17.158 i nuovi contagi, di cui 266 sono di pazienti reinfettati. Ad oggi, sono morte 43.039 persone a cui è stata diagnosticata l’infezione.

Crescono intanto i contagi da coronavirus in Germania. Ieri le nuove infezioni sono state 17.015, contro le 11.903 di una settimana fa. L’incidenza su 7 giorni, indicatore prescelto nel Paese, è salita a 80.4 per 100.000 residenti, contro il 75,1 di martedì e il 65,4 di una settimana fa.

In Francia l’epidemia si è stabilizzata dopo un periodo di calo dei contagi. I nuovi casi di ieri sarebbero infatti in linea con quelli di martedì: 6.036 i nuovi contagi registrati e 21 decessi. Lo rende noto Santé France, aggiungendo che le persone ricoverate attualmente in ospedale sono 6.465. I malati in terapia intensiva sono 1.026.

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