Milano, 29 ott. (Adnkronos) – Intesa Sanpaolo e Caritas Italiana hanno rinnovato l’accordo ‘Aiutare chi aiuta: un sostegno alle nuove fragilità’ con una nuova edizione 2021-2022 che mette a disposizione risorse per 1,5 milioni di euro per l’avvio di progetti in tutta Italia a supporto delle Diocesi nella loro azione di contenimento dei bisogni sociali. Nella nuova edizione dell’accordo viene individuato come ambito di intervento l’inclusione della popolazione anziana, una fra le categorie sociali che ha maggiormente risentito della crisi pandemica. Nell’ambito di ‘Aiutare chi aiuta’ verranno sostenute iniziative volte a costruire, intorno all’anziano, un nuovo modello di assistenza: dalla presa in carico integrale della persona, passando per l’offerta di pasti e farmaci, fino all’accompagnamento ai servizi sanitari, alle nuove forme di residenzialità, accoglienza e cura, come ad esempio il co-housing. Una Cabina di regia composta da entrambi i partner valuta e monitora le iniziative rispondenti ai criteri individuati nell’accordo.
Elena Jacobs, responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo ha spiegato che opo gli importanti risultati raggiunti con la prima edizione di ‘Aiutare chi aiuta’, rinnoviamo il nostro impegno al fianco di Caritas Italiana. Questo nuovo intervento si rivolge a una fascia di popolazione fragile, il cui sostegno richiede forme innovative e sostenibili di supporto sociale. Intesa Sanpaolo è in prima linea anche su questo fronte, per promuovere l’inclusione della popolazione anziana attraverso nuovi percorsi di assistenza continuativa, in linea con uno degli obiettivi principali della Missione Inclusione e Coesione Sociale del Pnrr, a supporto del raggiungimento degli obiettivi strategici di infrastrutturazione sociale e sanitaria del Paese’.
Don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, ha detto che “le comunità cristiane sono state sollecitate da papa Francesco ad assumere con responsabilità il tema della cura degli anziani, intesa non solo come assistenza materiale, ma come riconoscimento e riscoperta, in un mondo atomizzato, del loro ruolo all’interno dei processi di costruzione della memoria collettiva e delle identità individuali. Questa fase è la più propizia per affrontare oltre l’emergenza la situazione degli anziani nelle nostre città e nei nostri quartieri, che, con l’esplosione della pandemia, è balzata agli onori della cronaca’.