DOMENICO SAVIO: “NO ALLE CENTRALI GEOTERMOELETTRICHE,

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 Nel febbraio del 2012 la Taddei Green Power ha presentato al Ministero dello Sviluppo Economico, Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche, Istanza di Permesso di Ricerca di Risorse Geotermiche finalizzato alla sperimentazione di Impianti Pilota nel Comune di Forio. Gli impianti pilota sono finalizzati alla ricerca e allo sviluppo di nuove centrali geotermoelettriche a ridotto impatto ambientale, mentre i fluidi geotermici a media ed alta entalpia sono considerati di interesse nazionale per la sperimentazione e la realizzazione, appunto, su tutto il territorio nazionale, di impianti pilota con reiniezione del fluido geotermico nelle stesse formazioni di provenienza e con potenza nominale installata non superiore a 5 MWe per ciascuna centrale.

Questo tipo di sfruttamento in profondità delle risorse geotermiche in aree altamente sismiche del nostro paese preoccupa non poco settori importanti della comunità scientifica. Infatti autorevoli fonti scientifiche sostengono che lo sfruttamento geotermico per la produzione di energia elettrica con centrali geotermoelettriche in zone altamente sismiche, come lo sono l’Area Flegrea e l’isola d’Ischia, potrebbe favorire lo sviluppo di eventi sismici, che le nostre popolazioni hanno già drammaticamente conosciuto nel corso dei secoli e dei millenni. Il pericolo deriverebbe dall’attività di estrazione e reimmissione forzata nel sottosuolo dei fluidi di geotermia ad alta temperatura determinando la rottura della tettonica naturale e conseguentemente incoraggiando una sismicità indotta dal sottosuolo, quest’ultimo diventato tettonicamente instabile. Tale tipo di sfruttamento geotermico potrebbe produrre anche l’inquinamento delle falde acquifere di profondità e di superficie e dell’atmosfera, con emissione di inquinanti di vario tipo, come anidride carbonica contenuta nel vapore, acido solfidrico, con la caratteristica puzza di uova marce, e altro.

A confermare le perplessità della Comunità scientifica ci sono le dichiarazioni rilasciate al quotidiano Il Golfo del 6 luglio 2014 dal Professore Franco Ortolani, Ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento Scienza del Territorio presso l’Università Federico II di Napoli, studioso ritenuto tra i massimi esperti in Italia in materia di salvaguardia ambientale, analisi e metodologie di intervento per i fenomeni alluvionali e sismici, che, tra l’altro, ha dichiarato: “Un fatto molto preoccupante e destabilizzante sarebbe la creazione dei pozzi geotermici, previsti dal Ministero dello Sviluppo Economico sull’isola d’Ischia. D’altronde, senza fare allarmismo su questo tema, sono i dati che parlano, perché questi problemi si stanno verificando al Monte Amiata, in Toscana, dove a seguito dei progetti di geotermia profonda si stanno registrando degli eventi sismici, che stanno seriamente spaventando la popolazione”.

Le preoccupazioni della comunità scientifica le ha fatte proprie il Consigliere comunale di Forio Domenico Savio, che sull’argomento, oltre a chiedere che se ne discuta nel prossimo Consiglio comunale, ha presentato una dettagliata interrogazione al Sindaco Francesco del Deo, e per conoscenza al Prefetto di Napoli, in cui chiede agli amministratori comunali: “quale è la loro posizione politica e amministrativa sul delicato e preoccupante problema sociale e quali eventuali iniziative sono state assunte o intendono assumere; se sono a conoscenza dell’ipotesi che i pozzi dello sfruttamento geotermico finalizzato alla produzione di energia elettrica potrebbero essere perforati persino nei pressi del campo sportivo di Forio centro, con un ipotetico devastante impatto sulla popolazione, sull’ambiente e sull’economia del paese; se sono a conoscenza di una eventuale subentrata compartecipazione di altri soggetti imprenditoriali locali, nazionali e internazionali al progetto di sfruttamento delle risorse geotermiche di Forio presentato dalla Taddei Green Power; se sono a conoscenza dell’ipotesi che sull’Isola sarebbe stata costituita una società per lo sfruttamento geotermico; se ritengono o meno, per la salvaguardia della sicurezza della popolazione residente e turistica, dell’economia e dell’ambiente del nostro Comune e dell’intera Isola e per la stabilità del nostro sottosuolo, che è di natura altamente sismica e imprevedibile nelle sue evoluzioni, opporsi con fermezza al progetto di sfruttamento delle risorse geotermiche del nostro sottosuolo finalizzato alla produzione di energia elettrica”. Domande, queste, che attendono una risposta urgente dagli amministratori in carica.

Domenico Savio sull’argomento è determinato a salvaguardare la pubblica incolumità e spinge affinché a Forio e sull’Isola non sorgano centrali geotermoelettriche: “Ritenuto – scrive nella nota – che per la sicurezza delle popolazioni isolane presenti e future i Comuni, sostenuti dai cittadini, debbano attivarsi immediatamente per fermare il progetto di sfruttamento geotermico finalizzato alla produzione di energia elettrica e che, al contrario, debbano sostenere progetti a bassa entalpia, cioè a basso impatto ambientale e non invasivo del sottosuolo, attraverso il sistema delle sonde geotermiche, sino ad una profondità di 200 metri per lo sfruttamento del calore naturale della Terra e di quello geotermico, con l’ utilizzo diretto di fluidi geotermici a bassa temperatura da utilizzare per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici pubblici e delle abitazioni; per il riscaldamento delle serre, che è il sistema più comune di sfruttamento dell’energia geotermica in agricoltura; per le coltivazioni a cielo aperto, come irrigazione e/o riscaldamento del terreno, mentre il controllo della temperatura può consentire di prevenire i danni derivanti dalle basse temperature ambientali, di estendere la stagione di coltivazione, di aumentare la crescita delle piante, di incrementare la produzione e di sterilizzare il terreno; per l’allevamento, con riferimento alle condizioni sanitarie degli animali, alla temperatura controllata, i fluidi caldi possono essere utilizzati pure per pulire, sterilizzare e deumidificare gli ambienti e per trattare i rifiuti; per l’acquicoltura (allevamento controllato di forme di vita acquatiche), da noi in particolar modo la piscicoltura: si possono allevare specie esotiche, aumentare la produzione e anche, in qualche caso, raddoppiare il ciclo riproduttivo; per fini terapeutici e per usi sanitari, come sterilizzazioni, eccetera”.

Sin qui l’interrogazione di Domenico Savio. L’augurio, naturalmente, vista la delicatezza dell’argomento, è che se ne discuta nel prossimo Consiglio comunale e, soprattutto, ci si opponga a forme di sfruttamento della geotermia che preoccupano eminenti studiosi e cittadini.

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