RISCHIO PARALISI PER GLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE NEL GOLFO DI NAPOLI

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Il Golfo di Napoli continua a soffrire per la mancanza dei depuratori: non solo sulla nostra Isola, infatti, gli impianti di depurazione sembrano un miraggio: si discute tanto della loro realizzazione, a volte si procede anche con la messa a bando della realizzazione delle opere, si realizzano i progetti e poi, una volta che tutto sembra pronto, i lavori si bloccano. E a pagarne le conseguenze l’intera costa Campana, disseminata di strutture non più a norma e opere incompiute, che contribuiscono a svalutare quella che dovrebbe essere la prima risorsa del nostro territorio: il mare.

Questa estate la Regione Campania ha investito 400 milioni sulla depurazione, con l’indizione di ben cinque bandi di gara per l’affidamento dei lavori e della gestione degli impianti di depurazione, ma, denunciano le associazioni ambientaliste, questi appalti rischiano di naufragare «in un mare di ricorsi, come è già accaduto per la bonifica del fiume Sarno. Con conseguenze disastrose: finanziamenti europei non spesi nei tempi, quindi perduti».
Ad accendere i riflettori sulla vicenda è l’ingegnere Gualtiero Parisio, coordinatore del comitato tecnico-scientifico di Marevivo, che lancia l’allarme: “sono numerose le segnalazioni e le richieste di modifica dei bandi, premonitrici di contenziosi, trasmesse agli uffici pubblici anche da parte dell’associazione costruttori edili di Napoli che, a nome delle imprese, ha scritto per dire che alcuni requisiti, «illogici» e «stringenti», sbarrano l’accesso alle gare”. E la conseguenza di questi ricorsi è il blocco totale di lavori ormai non più procrastinabili: basta fare un passeggiata sul nostro lungomare per rendersene conto.

 

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